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L’arbitro di calcio è un pubblico ufficiale?

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(@mariano-acquaviva)
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Chi sono i pubblici ufficiali secondo la legge? Il calciatore che insulta il direttore di gara può essere incriminato per oltraggio a pubblico ufficiale?

Milioni di italiani seguono le partite di calcio, alla tv oppure direttamente allo stadio. Tutte queste persone sono accomunate non solo dalla passione per questo sport ma anche per l’avversione che spesso nutrono nei confronti del direttore di gara, reo di aver arbitrato male l’incontro facendo così perdere la propria squadra. Con questo articolo affronteremo il seguente quesito: l’arbitro di calcio è un pubblico ufficiale?

La risposta a questa domanda è davvero molto importante perché da essa dipende la configurabilità di diversi reati. Ad esempio, se l’arbitro fosse un pubblico ufficiale vorrebbe dire che insultarlo costituirebbe il delitto di oltraggio, mentre impedirgli di estrarre un cartellino configurerebbe il reato di resistenza. Insomma: capire qual è la veste che, secondo la legge, assume il direttore di gara è davvero molto importante. Se l’argomento t’interessa e vuoi saperne di più, prosegui nella lettura, vedremo insieme se l’arbitro di calcio è un pubblico ufficiale.

Chi sono i pubblici ufficiali?

Secondo la legge [1], sono pubblici ufficiali coloro che esercitano una delle seguenti funzioni:

  • legislativa – è il caso dei parlamentari e dei consiglieri regionali;
  • giudiziaria – si tratta dei magistrati;
  • amministrativa – è il caso dei medici, dei notai, degli insegnanti, dei poliziotti, dei cancellieri del tribunale, ecc.

Cosa comporta essere un pubblico ufficiale?

Essere un pubblico ufficiale ha delle conseguenze ben precise. Ad esempio, i pubblici ufficiali sono obbligati a denunciare i crimini a cui assistono mentre sono in servizio, pena il reato di omessa denuncia. Ancora, i pubblici ufficiali che mentono nelle attestazioni che rilasciano (verbali, ecc.) commettono ugualmente un crimine.

Specularmente, i pubblici ufficiali sono “protetti” da specifiche norme che puniscono con particolare severità i delitti commessi nei loro confronti.

Ad esempio, mentre ingiuriare una persona comune non costituisce reato, lo è invece insultare un pubblico ufficiale mentre è in servizio, se il fatto avviene in un luogo pubblico alla presenza di altre persone: si tratta del ben noto delitto di oltraggio a pubblico ufficiale.

Ancora, commette reato chi fa violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, oppure chi gli impedisce di fare il proprio lavoro opponendosi agli atti tipici del suo servizio. È il caso, ad esempio, dell’automobilista che strappa di mano il verbale appena redatto dall’agente di polizia stradale.

L’arbitro è un pubblico ufficiale?

L’arbitro di calcio rientra all’interno della categoria dei pubblici ufficiali? Secondo la Corte di Cassazione [2], no.

Per la precisione, la Suprema Corte ha osservato che l’arbitro, pur essendo associato all’AIA (Associazione italiana arbitri), la quale è componente della FIGC (Federazione italiana giuoco calcio, associazione con personalità giuridica di diritto privato), a sua volta federata al CONI (Comitato olimpico nazionale italiano, ente pubblico), è soggetto estraneo alla struttura organizzativa della pubblica amministrazione.

Pertanto, l’arbitro non è un pubblico ufficiale, non contribuendo alla formazione e alla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione.

Nemmeno può dirsi che i suoi atti siano espressione dei poteri autoritativi o certificativi che la legge attribuisce normalmente ai pubblici ufficiali, come ad esempio al cancelliere e al notaio.

Da tanto deriva che il direttore di gara può essere equiparato all’arbitro designato, secondo le leggi civili, dai privati cittadini per far decidere una controversia fra loro sorta.

In ciò l’arbitro non svolge una pubblica funzione in quanto riceve i necessari poteri non dallo Stato bensì dal competente organo sportivo.

La circostanza che egli possa infliggere punizioni o decretare espulsioni non significa che i suoi provvedimenti assumano valore di atti amministrativi o legislativiIn questi casi è evidente l’esercizio di una pubblica funzione, mentre le decisioni dell’arbitro rientrano nelle facoltà conferitegli dalle parti al fine del regolare svolgimento della partita.

La direzione della partita di calcio non è pertanto attività dello Stato né del Coni (che pure è ente pubblico), bensì una semplice manifestazione sportiva che, seppur di grande interesse pubblico, è giuridicamente irrilevante per lo Stato se non nei limiti del controllo e della regolamentazione dei pubblici spettacoli.

Da tanto deriva che non commette reato il calciatore che insulta l’arbitro oppure che gli impedisce di estrarre il cartellino (salvo il ricorrere del delitto di violenza privata), né i verbali e gli atti redatti dal direttore di gara possono essere equiparati ad atti pubblici.

 
Pubblicato : 26 Giugno 2023 15:00