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La necrofilia è reato?

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(@mariano-acquaviva)
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Cos’è la necrofilia? In cosa consiste il reato di vilipendio di cadavere e quando può essere denunciato? Come sono puniti gli atti sessuali su un cadavere?

La legge non punisce solamente i reati commessi contro l’integrità fisica o il patrimonio delle persone ma anche quelli che risultano essere oltraggiosi per i valori generalmente condivisi da una comunità. Tra questi rientrano senz’altro quelli espressi nei confronti delle persone che, purtroppo, non sono più in vita. Si tratta della cosiddetta “pietà dei defunti”, intesa come rispetto reverenziale nei confronti di chi ha abbandonato la vita terrena e, di conseguenza, verso il luogo in cui riposa. È in questo preciso contesto che si inserisce il seguente quesito: la necrofilia è reato?

Prima di rispondere a questa domanda va detto che i reati posti a tutela dei defunti prescindono da ogni aspetto religioso: essi trovano applicazione verso ogni individuo, credente o meno, poiché la pietà per i defunti di cui abbiamo parlato va intesa come amore e compassione verso le persone che non ci sono più, a prescindere dalla propria fede.

Cos’è la necrofilia?

La necrofilia è una particolare perversione che consiste nel provare attrazione sessuale per i cadaveri.

Portata alle sue estreme conseguenze, la necrofilia può sfociare nel compimento di atti sessuali con persone oramai decedute.

Necrofilia: è reato?

La necrofilia è reato solo se si concretizza nel compimento di atti sessuali su un cadavere; al contrario, la mera attrazione sessuale per una persona deceduta non costituisce un crimine perseguibile, trattandosi di un mero impulso che, se non esteriorizzato, resta nella psiche del soggetto e, quindi, è penalmente irrilevante.

Necrofilia: che reato è?

Secondo l’ordinamento giuridico italiano la necrofilia è punita a titolo di vilipendio di cadavere.

Secondo l’articolo 410 del codice penale, chi commette atti di vilipendio su un cadavere o sulle sue ceneri è punito con la reclusione da uno a tre anni.

Il “vilipendio” consiste in un oltraggio, cioè in un’offesa estrema e indecorosa, rivolta verso cose o persone.

Ad esempio, la legge punisce il vilipendio della Repubblica oppure di una confessione religiosa.

Allo stesso modo, costituisce reato il vilipendio di un cadavere che, nel caso della necrofilia, avviene mediante il compimento di atti sessuali.

Il sopracitato articolo 410 del codice penale prevede altresì che, se il colpevole giunge a deturpare o mutilare il cadavere, o a commettere atti di brutalità o di oscenità, la pena è elevata da tre a sei anni di reclusione.

È proprio in questa specifica circostanza aggravante che rientra la necrofilia: il compimento di atti sessuali su un cadavere rientra negli atti osceni severamente vietati dalla legge, puniti con pena ancor più rigorosa (da tre a sei anni di reclusione).

Quando si può denunciare la necrofilia?

Come anticipato, la necrofilia può essere denunciata (e, quindi, punita) solamente se si manifesta esteriormente con il compimento di atti sessuali sul cadavere.

Non è quindi possibile denunciare alle autorità la persona che ha solamente esternato la propria perversione sessuale senza, però, darvi concreta attuazione.

Ciononostante, deve ritenersi ugualmente integrato il delitto in questione ogni volta che il cadavere, pur non essendo stato toccato e, quindi, essendo rimasto intatto, abbia subito un atto qualificabile come osceno.

Commette il reato di vilipendio di cadavere chi consuma un atto di autoerotismo sulla salma di una persona.

La norma del codice penale, infatti, mira a tutelare non solo l’integrità della persona deceduta ma anche la sua dignità, la quale risulterebbe sicuramente offesa anche nell’ipotesi di atti osceni compiuti a una certa distanza.

Peraltro, non va dimenticato che il reato di vilipendio di cadavere, così come tutti gli altri posti a guardia della tutela della pietà per i defunti, proteggono il sentimento di amore e compassione che i viventi provano nei confronti dei morti; pertanto, un atto sessuale compiuto su un cadavere, seppur non implichi il contatto con quest’ultimo, offenderebbe ugualmente il bene giuridico (la “pietas”, appunto) che la norma tutela.

Infine, va ricordato che il reato di vilipendio di cadavere è procedibile d’ufficio; pertanto, può essere denunciato da chiunque, anche da chi non è legato da vincolo di parentela con il cadavere della persona oltraggiata.

 
Pubblicato : 16 Dicembre 2023 10:45