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Indennità per i giorni di riposo mancati è imponibile?

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(@paolo-florio)
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L’indennizzo per il mancato godimento dei riposi giornalieri ha natura retributiva e sconta l’Irpef. Questo articolo esamina le recenti decisioni della Cassazione, rispondendo alle domande frequenti su questo argomento spinoso.

Uno degli argomenti che suscita spesso confusione tra lavoratori e datori di lavoro riguarda la natura dell’indennità per i giorni di riposo non fruiti. Queste somme sono imponibili ai fini dell’IRPEF o dovrebbero essere considerate esenti da tale imposta? Recentemente, la Cassazione ha fornito un chiarimento importante su questo punto, rispondendo a una questione che ha dato luogo a interpretazioni contrastanti. In questo articolo, ci proponiamo di analizzare a fondo la questione, spiegando cioè se l’indennità per i giorni di riposo mancati è imponibile. Affronteremo quindi i punti salienti della decisione della Cassazione e rispondendo alle domande più frequenti.

Orario giornaliero

La legge non prevede un limite massimo giornaliero di durata della prestazione lavorativa, che tuttavia può essere determinato in 13 ore giornaliere (ferme restando le pause) interpretando “a contrario” le disposizioni in materia di riposi giornalieri e pause (11 ore di riposo consecutive ogni 24. Dunque 24 − 11 = 13 ore di lavoro massime giornaliere). In genere, però, sono i contratti collettivi che lo stabiliscono.

L’organizzazione dell’orario giornaliero (numero di ore lavorative, ora d’inizio e di termine della prestazione e durata degli intervalli di riposo) è, in genere, rimessa a criteri individuati a livello aziendale.

Pause

Quando l’orario di lavoro giornaliero supera le 6 ore, il lavoratore ha diritto ad una pausa finalizzata al recupero delle energie psico-fisiche, all’eventuale consumazione del pasto e all’attenuazione del lavoro ripetitivo e monotono.

La durata e la modalità della pausa sono in genere stabilite dai contratti collettivi.

La legge stabilisce che, in mancanza di disciplina collettiva che preveda un intervallo, il lavoratore ha diritto ad una pausa (anche sul posto di lavoro) di durata non inferiore a 10 minuti consecutivi.

La determinazione del momento in cui godere della pausa è rimessa al datore di lavoro.

Riposi giornalieri

Ferma restando la durata normale dell’orario settimanale, il lavoratore ha diritto a 11 ore di riposo consecutive ogni 24, calcolate dall’ora d’inizio della prestazione lavorativa. Il periodo di riposo minimo (11 ore) non può essere diminuito da accordi tra le parti.

Riposo settimanale

Il lavoratore ha diritto ad un riposo settimanale:

  • ogni 7 giorni;
  • di durata pari ad almeno 24 ore consecutive;
  • cumulato con le ore di riposo giornaliero;
  • di regola coincidente con la domenica salvo diversa esigenza aziendale validamente giustificata.

Secondo la Cassazione, il lavoro prestato di domenica deve essere comunque remunerato; tale compenso può consistere nell’attribuzione di vantaggi e benefici contrattuali che differenzino il complessivo trattamento economico-normativo rispetto a quello dei lavoratori che usufruiscono del riposo, come ad esempio attraverso la concessione di maggiori riposi compensativi oppure di una specifica indennità.

Che cos’è l’indennità per i giorni di riposo mancati?

Nell’ipotesi di lavoro svolto nei giorni di riposo senza che questi vengano recuperati, il lavoratore ha diritto, oltre alla prestazione giornaliera maggiorata, al risarcimento del danno da usura psico-fisica per il mancato riposo settimanale [1]. Spetta al giudice determinare la misura del danno.

L’indennità per i giorni di riposo mancati è dunque una somma che viene corrisposta al lavoratore quando non ha potuto usufruire dei suoi giorni di riposo settimanali. Questa situazione può verificarsi in vari contesti lavorativi e le ragioni possono essere diverse, tuttavia, la questione che solleva più dubbi riguarda la tassabilità di tale indennità.

L’indennità per i giorni di riposo mancati è soggetta a IRPEF?

Secondo la Cassazione [2], l’indennità per i giorni di riposo non goduti ha una natura retributiva e, come tale, è soggetta all’IRPEF. 

Quattro lavoratori, dopo aver ottenuto dal giudice del lavoro il riconoscimento del diritto all’indennità per i giorni di riposo non goduti, hanno presentato una richiesta di rimborso dell’IRPEF trattenuta dal datore di lavoro su queste somme. I lavoratori sostenevano che tali somme dovessero essere considerate come indennità risarcitoria e, pertanto, esenti dall’IRPEF. Tuttavia, la Cassazione ha respinto questa interpretazione.

Qual è la giustificazione della decisione della Cassazione?

La Cassazione ha sottolineato che l’indennità sostitutiva del riposo settimanale ha un carattere retributivo perché è correlata alle prestazioni lavorative effettuate nel periodo che avrebbe dovuto essere dedicato al riposo. Inoltre, anche se questa indennità avesse un profilo risarcitorio, questo non escluderebbe la sua tassabilità ai fini dell’IRPEF.

 
Pubblicato : 19 Maggio 2023 12:00