Indebito Inps: cos’è e quando si prescrive?
In quali casi l’ente previdenziale può chiedere la restituzione delle somme erogate ai cittadini? Come funziona la compensazione?
L’Inps è l’ente pubblico che si occupa della previdenza degli Italiani, ricevendo i contributi ed erogando le pensioni e ogni altro beneficio assistenziale, come ad esempio l’assegno d’invalidità e l’indennità di accompagnamento. Può capitare, però, che lo stesso istituto commetta un errore ed eroghi una prestazione non dovuta. È proprio in questo caso che si parla di indebito Inps.
Mettiamo il caso che una persona percepisca la disoccupazione anche se ha trovato un nuovo lavoro: in un’ipotesi del genere, l’ente previdenziale potrebbe chiedere la riconsegna di quanto erroneamente pagato. Dopo quanto tempo si prescrive questo diritto? Quand’è che il cittadino può stare tranquillo di non dover dare indietro nulla? Scopriamolo insieme.
Cos’è l’indebito Inps?
Si parla di indebito Inps quando un cittadino ha illegittimamente beneficiato di un trattamento previdenziale o pensionistico.
In pratica, l’indebito Inps rappresenta un credito che l’ente pubblico vanta nei confronti di chi ha ottenuto una prestazione di cui non aveva diritto.
Si pensi, ad esempio, a chi continua a percepisce la Naspi pur non essendo più disoccupato, oppure a chi percepisce contemporaneamente il trattamento della pensione di invalidità civile e l’assegno ordinario di invalidità, tra loro incompatibili.
Quando si verifica l’indebito Inps?
L’indebito Inps è un indebito oggettivo che generalmente si verifica per un errore commesso dallo stesso ente previdenziali.
Può infatti capitare che l’Inps continui a erogare una prestazione di cui il cittadino non ha più diritto e che questi, confidando nella correttezza dell’operato dell’istituto, non si ponga il problema di segnalare l’errore.
È il caso sopra esemplificato della Naspi, oppure della mancata comunicazione del decesso di persona pensionata.
L’indebito può tuttavia sorgere anche a causa di una vera e propria truffa all’Inps. Si pensi al finto invalido oppure a chi attesta il falso pur di ottenere una prestazione economica: in questi casi scatterebbe anche il reato, oltre che l’obbligo civilistico di restituire quanto ingiustamente ricevuto.
Cosa fare in caso di indebito Inps?
In caso di indebito l’Inps contatterà colui che ha illegittimamente ricevuto una prestazione economica al fine di ottenerne la restituzione.
Secondo la legge [1], infatti, chi ha eseguito un pagamento non dovuto ha diritto alla restituzione di ciò che ha pagato. Ma non solo: ha anche diritto ai frutti e agli interessi dal giorno del pagamento, se chi lo ha ricevuto era in malafede, oppure, se questi era in buona fede, dal giorno della domanda.
In pratica, nell’ipotesi di indebito l’Inps ha diritto alla restituzione di ciò che ha pagato senza alcun motivo; ha inoltre diritto agli interessi, ma solo se colui che ha percepito le somme era in malafede, nel senso che sapeva di essere dalla parte del torto (si pensi al truffatore); in caso contrario, gli interessi sono dovuti solamente dal giorno della richiesta di restituzione.
L’indebito Inps, infatti, prescinde dalla malafede del cittadino, il quale quindi può essere tenuto alla restituzione anche se non aveva alcuna colpa e si è limitato a trattenere ciò che l’istituto gli dava.
Indebito Inps: quando c’è compensazione?
Se l’Inps è a propria volta debitore di un altro tipo di prestazione, allora anziché chiedere la restituzione integrale dell’indebito procederà alla compensazione dei rispettivi debiti, limitandosi a chiedere solamente la differenza.
Ad esempio, se l’Inps ha erroneamente erogato la Naspi per un totale di 10mila euro quando nel frattempo il beneficiario ha maturato un credito di 6mila euro a titolo di pensione, allora l’indebito che verrà richiesto sarà solo di 4mila euro.
La compensazione può avvenire anche mediante trattenuta della pensione che dovrebbe essere erogata al cittadino, nei limiti del quinto (come avviene per il pignoramento).
Quando si prescrive l’indebito Inps?
Anche il diritto dell’Inps alla restituzione delle prestazioni erroneamente concesse è sottoposto a un termine, decorso il quale l’ente previdenziale non potrà chiedere più nulla indietro.
Per la precisione, l’indebito Inps si prescrive dopo dieci anni, che decorrono dall’ultimo pagamento illegittimo effettuato.
Ciò significa che, se l’Inps deve ottenere la restituzione di una somma finita di pagare nel 2012, avrà tempo fino al 2022 per procedere al recupero.
Va anche detto, però, che ogni messa in mora e formale richiesta di rimborso interrompe il termine, con la conseguenza che esso comincerà a decorrere daccapo.
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