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Incidente stradale: quant’è il risarcimento massimo

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(@giordana-liliana-monti)
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La Cassazione ha chiarito che in caso di sinistro stradale il risarcimento in forma specifica non può essere superiore al valore dell’automobile danneggiata.

La Corte di Cassazione con una recente ordinanza [1] ha espresso un importantissimo principio in tema di sinistri stradali: il parametro utile per calcolare il risarcimento massimo in forma specifica.

Sicuramente è capitato a tutti di dover andare dal meccanico e di pensare che fosse più conveniente vendere un rene piuttosto che aggiustare l’auto che, tutto sommato, non valeva gran ché. E questo perché alle volte aggiustare la vettura costa molto più che l’automobile stessa. Per questo la Corte di Cassazione ha deciso di applicare il limite alla richiesta di risarcimento.

Il discorso che i giudici della Suprema Corte fanno è molto semplice: non si può chiedere un risarcimento – da utilizzare per aggiustare l’auto – più alto del valore della stessa quattro ruote.

Nel caso concreto il proprietario della vettura aveva chiesto un risarcimento di ben 15mila euro (pari al valore di un’automobile nuova), a fronte dei 2.500 euro fissati come risarcimento dalla Corte d’appello, che aveva calcolato la cifra parificandola al valore stimato della vettura. Una decisione che, in ultima istanza, la Cassazione ha confermato reputandola corretta.

La vicenda giudiziaria era stata complessa. La richiesta risarcitoria del proprietario partiva dai danni causati all’auto in seguito all’allagamento della strada. Il Comune in primo grado era stato ritenuto responsabile del fatto e condannato a pagare quasi 15mila euro, somma che avrebbe consentito al proprietario di riparare l’auto, così come gli era stato preventivato dal meccanico.

In secondo grado però, come detto, la Corte d’Appello aveva ridimensionato il risarcimento portando il proprietario a rivolgersi in Cassazione che però, respingendo la richiesta, ha evidenziato come la Corte territoriale avesse correttamente quantificato il danno stabilendo un risarcimento pari al valore commerciale dell’autovettura.  «A fronte di un preventivo per la riparazione di oltre cinque volte superiore al valore dell’auto, la Corte ha correttamente ritenuto che vi fossero i presupposti per disporre risarcimento per equivalente» ha spiegato la Cassazione.

«In caso di domanda di risarcimento del danno subito da un veicolo per un incidente stradale, costituito dalla somma di denaro necessaria per effettuare la riparazione dei danni si propone in realtà una domanda di risarcimento in forma specifica. Pertanto, se detta somma supera notevolmente il valore di mercato della vettura, da una parte risulta essere eccessivamente onerosa per il danneggiante, e dall’altra finisce per costituire un ingiustificato arricchimento per il danneggiato, sicché il giudice potrà condannare il danneggiante al risarcimento del danno per equivalente»: così la Cassazione riportando le parole della Corte d’Appello.

Una volta accertato il valore dell’auto, i giudici di secondo grado lo avevano correttamente comparato sia con il preventivo che il ricorrente aveva presentato sia con quello che emergeva dalla relazione tecnico comunale, ritenendo eccessivamente oneroso il risarcimento in forma specifica richiesto.

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Pubblicato : 2 Febbraio 2023 17:32