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Il ridotto consumo di elettricità e l’esenzione IMU

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(@raffaella-mari)
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Una bolletta della luce con scarsi consumi può far perdere l’esenzione IMU sulla prima casa?

Per ottenere l’esenzione IMU sull’abitazione principale non basta avere la residenza nell’immobile in questione: bisogna anche abitarvi in via abituale (ossia per gran parte dell’anno). La prova di entrambi i requisiti deve essere data dal contribuente. Al fine di controllare la seconda condizione (quella della «dimora abituale«), il Comune si fa spesso consegnare dalle società fornitrici delle utenze domestiche le bollette per rilevare i consumi. Si sa infatti che, in una casa disabitata, non c’è consumo di acqua, di luce, di gas. Di recente però si è posto un caso interessante dianzi alla Commissione di Giustizia Tributaria (CGT) di Roma. Ai giudici è stato chiesto se il ridotto consumo di elettricità può pregiudicare l’esenzione IMU.

La risposta fornita dai giudici tributari con la sentenza n. 1447/13/2024 è stata negativa. Cerchiamo di comprendere le ragioni e i termini della questione per poterci fare un’idea delle ipotesi in cui il Comune può negare al contribuente l’esenzione IMU.

Bolletta della luce: quanto incide sull’esenzione IMU?

Un basso consumo di elettricità in un’abitazione non è un criterio sufficiente per negare l’esenzione dall’Imposta Municipale Propria (IMU) sull’immobile, ossia per presumere che questo non costituisca abitazione principale del contribuente. Secondo la Corte di Giustizia Tributaria (Cgt) di Roma il solo dato del consumo elettrico ridotto è un indice presuntivo (un indizio, si direbbe in gergo non tecnico) che, da solo però, non può dimostrare l’assenza permanente del contribuente dall’immobile e quindi non può essere l’unico elemento su cui basare la revoca dell’esenzione IMU.

Cosa fare se si riceve un avviso di accertamento IMU basato sul ridotto consumo di elettricità?

In caso di ricezione di un avviso di accertamento IMU basato sul basso consumo di elettricità, il contribuente può contestare tale avviso dimostrando che l’immobile è effettivamente la sua abitazione principale. Nel caso specifico menzionato, il contribuente ha difeso la sua posizione sottolineando l’errata applicazione della normativa da parte dell’amministrazione finanziaria e ha presentato un certificato anagrafico che attestava la sua residenza permanente nell’immobile.

In più è sempre bene fornire dimostrazione del secondo requisito richiesto per l’esenzione IMU, quello dell’abitazione principale. Bisogna cioè convincere il giudice che il contribuente vive effettivamente nell’immobile, in via principale rispetto ad eventuali altre proprietà, al netto ovviamente di saltuarie assenze (ad esempio per le vacanze, viaggi, ecc.). Poiché però la prova, nel processo tributario, è principalmente scritta, si potranno fornire documentazioni relative alla propria presenza nell’appartamento (pagamenti per lavori, altre bollette, ecc.) o relative alla propria assenza (viaggi, ecc.).

La sola residenza anagrafica può confermare l’abitazione principale ai fini dell’esenzione IMU?

No, la sola residenza anagrafica non è un elemento fondamentale per dimostrare che un immobile è l’abitazione principale del contribuente e quindi esente dall’IMU. Come anticipato, è necessario dimostrare che vi si vive abitualmente.

La vicenda

Nel caso in questione, il Comune si era fatto consegnare dalla società elettrica i consumi delle ultime bollette e sulla base di queste sosteneva invece che, dato il basso consumo, l’immobile non potesse essere abitazione principale, ossia non era “vissuto” materialmente.

Questo elemento, ad avviso del Comune, deponeva per una presenza sporadica del ricorrente all’interno dell’immobile tanto da escluderne la qualità di abitazione principale.

Ma tale circostanza non ha fatto breccia sui giudici tributari: essa non poteva in alcun caso provare l’assenza permanente dall’immobile del ricorrente ma traeva origine dalla necessità di fuoriuscirne per lo svolgimento delle occupazioni necessarie da parte del contribuente e dei suoi figli che con lui convivevano.

La Corte di Giustizia Tributaria di Roma ha così accolto la richiesta di annullamento dell’avviso di accertamento, confermando l’esenzione dall’IMU per l’immobile in questione. I giudici hanno ritenuto che il ridotto consumo di elettricità non fosse, da solo, un elemento sufficiente per negare l’esenzione.

Chi deve fornire la prova per l’esenzione dall’IMU per l’abitazione principale?

È responsabilità del contribuente fornire la prova che l’immobile in questione è la sua abitazione principale e quindi meritevole dell’esenzione dall’IMU.

 
Pubblicato : 1 Febbraio 2024 12:45