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Il regime forfettario aiuta l’evasione?

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(@paolo-florio)
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Un’analisi critica sul regime forfettario in Italia evidenzia come questa misura possa incentivare l’evasione fiscale tra determinate categorie di contribuenti.

Sono sempre animate le discussioni sul regime fiscale in Italia. Nonostante le statistiche ufficiali mostrino che il 70% dei lavoratori autonomi evada il 70% del loro reddito, questa realtà sembra essere ignorata dalla maggior parte dei media e dell’opinione pubblica.

Il vero problema emerge quando le categorie di evasori richiedono ed ottengono ulteriori agevolazioni. Una delle più significative è il sistema forfettario, che quando combinato con l’evasione, può produrre risultati sorprendenti.

Funzionamento del regime forfettario

Il regime forfettario permette ai contribuenti con ricavi fino a 85mila euro di pagare solo il 15% di imposta, sottraendo dal fatturato una percentuale di costi presunti variabile a seconda dell’attività. Questa imposta sostituisce molte delle altre tasse presenti nel sistema fiscale italiano.

Prendendo l’esempio di un professionista che dichiara solo il 30% del suo fatturato effettivo, grazie all’abbattimento forfettario, l’imposta finale diventa molto più bassa di quanto dovrebbe essere. In confronto, un lavoratore dipendente pagherebbe molto di più su un reddito analogo.

Un esempio pratico e il confronto con il lavoratore dipendente

Immaginiamo un professionista autonomo, l’Architetto Rossi, che ha un fatturato annuo effettivo di 100mila euro.

Seguendo la media degli evasori citata, l’Architetto Rossi decide di dichiarare solo il 30% del suo fatturato effettivo, ovvero 30mila euro, mentre evadendo il restante 70mila euro.

Se applichiamo l’abbattimento forfettario del 22% su quei 30mila euro dichiarati, il reddito imponibile diventa di 23.400 euro (30.000 – 6.600). Sulla cifra imponibile di 23.400 euro, applicando l’aliquota del 15%, l’imposta dovuta dal professionista è di 3.510 euro.

Supponiamo ora che un lavoratore dipendente, il Signor Bianchi, abbia un reddito annuo di 30mila euro, analogo al fatturato dichiarato dall’Architetto Rossi. A causa delle diverse detrazioni e scaglioni, ipotizziamo che il Signor Bianchi paghi un’aliquota media del 25%, che corrisponde a 7.500 euro.

L’Architetto Rossi, grazie all’evasione e all’applicazione del regime forfettario, paga solamente 3.510 euro d’imposta su un fatturato effettivo di 100mila euro. Al contrario, il Signor Bianchi, che ha dichiarato onestamente tutto il suo reddito, paga 7.500 euro d’imposta su un reddito di 30mila euro.

Questo esempio numerico mette in evidenza la notevole disparità causata dal combinato disposto di evasione fiscale e applicazione del regime forfettario. Mentre alcuni professionisti autonomi possono beneficiare di tasse drasticamente ridotte, i lavoratori dipendenti sono soggetti a un onere fiscale proporzionalmente maggiore.

L’analisi mostra che l’aliquota effettiva del lavoratore autonomo è del 4,5%. Allo stesso livello di reddito, un lavoratore dipendente pagherebbe quasi il 40% delle tasse. Questa grande differenza crea un enorme incentivo per gli autonomi a mantenere i loro ricavi dichiarati entro i limiti di 85mila euro.

La percezione pubblica

Sorprende che questa situazione non desti particolari polemiche. La pressione fiscale in Italia sembra distribuita in modo iniquo, gravando di più su lavoratori dipendenti e pensionati con redditi medi ed elevati.

L’unica risposta del Governo – che dice di voler combattere l’evasione – qual è stata? Aumentare la platea dei beneficiari del regime forfettario.

 
Pubblicato : 28 Settembre 2023 05:36