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Il fisco non potrà più fare appello se perde in primo grado

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(@angelo-greco)
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Un altro regalo agli evasori o un modo per evitare di trascinare il contribuente in lunghe e inutili controversie tributarie contro l’Agenzia delle Entrate, utili solo a ingolfare i tribunali?  

Mentre la Commissione Finanze del Senato ha iniziato la discussione sulla legge delega relativa alla riforma fiscale, Fratelli d’Italia (FdI) ha presentato un ordine del giorno che farà discutere parecchio nei prossimi giorni: l’inserimento di una norma che vieti al Fisco di fare appello se perde in primo grado. Un attacco frontale all’Agenzia delle Entrate – secondo il giornale La Repubblica – e un gradito favore ai grandi evasori. I firmatari invece difendono la bontà dell’iniziativa, diretta a evitare che il fisco possa portare avanti, in secondo grado e in Cassazione, tesi che hanno già trovato la bocciatura della magistratura, sottoponendo il contribuente a un lungo e costoso contenzioso. Con l’ulteriore effetto di intasare le aule di tribunale.

Cerchiamo di comprendere, più nel dettaglio, in cosa si sostanzia tale modifica e quali saranno gli effetti che comporterà per gli italiani.

In cosa consiste la proposta di FdI riguardo al contenzioso tributario?

La proposta è molto critica nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, accusata di gestire il contenzioso tributario in modo non sempre efficiente e imparziale. I senatori del partito di Governo (Marco Lisei, Fausto Orsomarso, Guido Castelli, Gianpietro Maffoni, Filippo Melchiorre e Francesca Tubetti.) chiedono quindi di valutare una modifica legislativa volta a limitare il contenzioso al solo primo grado di giudizio, impedendo all’Agenzia di ricorrere in appello e arrivare in Cassazione quando è il contribuente a vincere la causa. Salvo casi eccezionali.

Ciò chiaramente solleva dubbi sulla possibilità di garantire una giustizia equa e completa nel recupero delle somme dovute al Fisco.

Quali sono i dati relativi all’andamento del contenzioso tributario?

Secondo la Relazione annuale sul monitoraggio dello stato del contenzioso tributario del Dipartimento delle Finanze del Mef, nel 2022 l’Agenzia delle Entrate ha ottenuto un indice di vittoria del 76,6% sui ricorsi presentati dai contribuenti. In buona sostanza, il cittadino ha solo un quarto delle possibilità di vincere la causa. Ciò significa che tre pronunce su quattro, passate in giudicato, hanno confermato le pretese dell’Agenzia nei confronti dei contribuenti. Questi dati dimostrano l’importanza dei gradi successivi di giudizio per garantire un recupero efficace delle somme dovute al Fisco.

Qual è il significato politico della proposta di FdI?

Sebbene un ordine del giorno non abbia la forza di un emendamento, la proposta di FdI rappresenta un segnale politico forte nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha mostrato un atteggiamento prudente, mantenendo un buon rapporto con il direttore generale delle Entrate Ernesto Maria Ruffini. Alcuni emendamenti presentati dalla maggioranza, a firma FdI e Forza Italia, includono anche una sanatoria preventiva prima dell’arrivo della cartella esattoriale e la riduzione dei termini di decadenza per i controlli fiscali. Queste misure, se approvate, potrebbero rappresentare già un significativo regalo agli evasori fiscali e sollevare preoccupazioni riguardo all’equità del sistema tributario.

 

 
Pubblicato : 25 Luglio 2023 08:16