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Hai diritto a un avvocato se guidi in stato di ebbrezza?

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Prima dell’alcoltest è necessario avvisare il conducente della facoltà di nominare un difensore ma la polizia non ha l’obbligo di attenderne l’arrivo. 

Una volta fermato e sospettato di guida in stato di ebbrezza, il conducente che venga invitato dalla polizia a sottoporsi all’alcoltest ha diritto a nominare un avvocato di fiducia affinché partecipi all’esame. L’invito gli deve essere fatto esplicitamente dagli stessi agenti che ne devono poi darne atto nel verbale. In assenza di tale comunicazione la sanzione è illegittima. Il principio è stato più volte chiarito e attuato dalla Cassazione che lo ha declinato in tutte le sue diverse forme. Il principio generale è appunto il seguente: hai diritto a un avvocato se guidi in stato di ebbrezza. Ma è necessario conoscere alcuni limiti di tale facoltà che non può mai pregiudicare il buon esito del test. 

L’invito a nominare un avvocato

L’alcoltest costituisce un atto di polizia giudiziaria urgente ed indifferibile al quale l’avvocato del conducente ha facoltà di assistere senza però avere il diritto di essere previamente avvisato. In tal caso la polizia giudiziaria ha un vero e proprio obbligo di avvertire la persona sottoposta alle indagini della facoltà di farsi assistere dal difensore di fiducia ma non è tenuta né a prendere notizia dell’eventuale nomina né a nominare un difensore di ufficio. 

Secondo la Cassazione la polizia può dar prova di aver fornito l’avviso al conducente dandone menzione nel verbale. Si tratta infatti di un atto pubblico che fa piena prova. Questo significa che la polizia potrebbe anche evitare di fornire l’invito verbalmente se lo riporta per iscritto. 

Tale avviso non necessita di formule particolari predisposte dalla legge: l’importante è che esso sia idoneo al raggiungimento dello scopo, ovvero quello di avvisare colui che non possiede conoscenze tecnico-processuali del fatto che, tra i propri diritti, vi è la facoltà di nominare un difensore che lo assista durante l’atto. 

La violazione di tali norme comporta la nullità della sanzione. 

Quando non va dato l’avviso di nominare l’avvocato

Secondo la Cassazione [1], l’obbligo di avvisare il conducente della facoltà di nominare l’avvocato vale solo in caso di alcoltest. Non scatta invece in caso di accertamenti non invasivi o prove attraverso apparecchi portatili. Così la polizia potrebbe accertare lo stato di ebbrezza del conducente anche tramite la verifica degli elementi sintomatici come l’alito vinoso, gli occhi rossi, la difficoltà a parlare o a camminare in modo dritto. In questi casi dunque non c’è bisogno di fornire l’avviso.

Tempo di attesa dell’avvocato

Una volta dato l’avviso della facoltà di farsi assistere da un avvocato, la polizia non deve attendere l’arrivo del difensore e quindi non deve rispettare un intervallo di tempo minimo, da tale avviso, prima di procedere al test. Si sa infatti che l’alcoltest è un atto urgente, il cui esito potrebbe essere pregiudicato proprio dal tempo decorso dall’assunzione dell’alcol. Ragion per cui farà bene l’automobilista a nominare un avvocato non troppo distante dal luogo in cui si svolge il controllo.

Come detto sopra, il difensore non ha diritto di essere previamente avvisato dello svolgimento dell’accertamento, essendo la polizia giudiziaria tenuta ad avvertire esclusivamente l’indagato o l’indagabile della facoltà di farsi assistere da un difensore. 

Che succede se la polizia non dà l’avviso di nominare l’avvocato?

Come detto, è nulla la sanzione per guida in stato di ebbrezza se non preceduta dall’avviso di nominare un avvocato. Tuttavia, è necessario che tale nullità sia eccepita dall’automobilista «prima del compimento del test oppure, se ciò non è possibile, immediatamente dopo», a pena di decadenza. Ciò significa che la nullità non può più essere contestata in un momento successivo.

Inoltre, se per avventura l’indagato comunicasse ai pubblici ufficiali operanti la sua intenzione di avvisare il difensore dell’atto urgente che si sta per compiere, nessuna nullità deriverebbe da un mancato previo avviso di tale facoltà da parte della polizia giudiziaria. Il che significa che se gli agenti dimenticano di fornire l’invito, sarà bene che l’automobilista non nomini spontaneamente il proprio avvocato, diversamente perdendo la possibilità di contestare la nullità del procedimento. 

Rifiuto a sottoporsi all’alcoltest

Il rifiuto del conducente a sottoporsi all’alcoltest implica l’applicazione delle sanzioni più gravi per la guida in stato di ebbrezza (quelle cioè quando il tasso alcolemico è superiore a 1,5 gr/l: arresto da sei mesi a un anno, multa che va da 1.500 a 6.000 euro e sanzione accessoria della sospensione della patente per un periodo che va da uno a due anni). 

Secondo la Cassazione [2], se il conducente rifiuta immediatamente l’alcoltest non c’è alcun obbligo di dargli l’avviso della facoltà di farsi assistere da un avvocato. Esiste anche un precedente contrario [3]:  l’avvertimento della facoltà di farsi assistere da un difensore deve essere rivolto al conducente del veicolo sempre nel momento in cui viene avviata la procedura di accertamento strumentale all’alcolemia con la richiesta di sottoporsi al relativo test, non potendo in quel momento gli organi di polizia sapere se l’interessato si sottoporrà alla prova o rifiuterà di farlo.

Si desume che, se ancor prima dell’avvio della procedura il conducente ha manifestato il proprio diniego al test, non c’è alcun obbligo di fornirgli l’avviso.

Approfondimenti video

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Pubblicato : 20 Ottobre 2022 14:00