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Fattura con Iva errata: cosa fare?

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(@paolo-remer)
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Come correggere gli errori dell’aliquota sulle fatture elettroniche anche quando sono già state trasmesse allo Sdi; quando scattano le sanzioni.

Tra gli errori più comuni che possono capitare compilando le fatture c’è quello dell’errata esposizione dell’aliquota Iva: soprattutto quando si usano software con menu a tendina e maschere precompilate, può succedere facilmente di indicare una percentuale diversa da quella dovuta per il tipo di beni ceduti o di prestazioni fornite. Anche quando si opera manualmente si può sbagliare, ad esempio se si emette una fattura ad Iva zero, ritenendo che l’operazione sia esente da imposta sul valore aggiunto mentre in realtà è imponibile.

In caso di fattura con Iva errata, cosa fare? Le sanzioni sono piuttosto severe, ma niente paura: è possibile correggere gli sbagli anche quando si tratta di fatture elettroniche e già inserite nello Sdi, il sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate, seguendo la procedura che ti illustreremo. L’importante è non far passare troppo tempo, altrimenti le correzioni non sono più possibili, e allora il Fisco pretende inesorabilmente il versamento dell’imposta dovuta.

Aliquota Iva errata: come rimediare?

L’errata indicazione di un’aliquota Iva incide direttamente sull’importo del tributo da versare, al pari di uno sbaglio sull’indicazione dell’imponibile. Per rimediare a questi errori (che nella pratica sono abbastanza frequenti) occorre emettere una nota di variazione, che a seconda dei casi potrà essere in aumento – ad esempio, quando la fattura riporta erroneamente l’aliquota agevolata del 4% o del 10% anziché quella ordinaria del 22% – o in diminuzione, quando si verifica il caso inverso.

Con la nota di variazione in aumento si può integrare l’Iva applicata con l’aliquota corretta, mentre la nota di variazione in diminuzione rende possibile stornare l’importo dell’Iva che era stata calcolata in eccesso.

Correzione fattura con Iva errata: quali campi?

Per far combaciare i dati, la nota di variazione deve riportare le stesse informazioni identificative della fattura errata su cui si interviene in correzione: quindi rimangono immutati l’anagrafica del cliente (nome o denominazione, indirizzo, codice fiscale o partita Iva), il numero progressivo del documento, la descrizione dei prodotti ceduti o dei servizi forniti e il correlativo importo imponibile.

In altre parole, per correggere una fattura con Iva errata si dovrà intervenire esclusivamente sul campo che riporta il calcolo dell’aliquota erroneamente applicata nel documento che si vuole variare: partendo dalle varie voci disponibili (0%, 4%, 10% o 22%) si dovrà modificare quella indicata in maniera sbagliata, sostituendola con il valore corretto. A questo punto il sistema genererà automaticamente la moltiplicazione tra l’importo imponibile fatturato e l’aliquota Iva esatta, fornendo il risultato, in Euro, dell’imposta sul valore aggiunto applicabile alla cessione o alla prestazione (se si opera a mano – ipotesi ormai molto rara – bisogna fare da sé questo indispensabile calcolo).

Storno fattura errata: come si fa

Mentre con la tradizionale fattura cartacea il nuovo documento opera in sostituzione del precedente apportando le rettifiche in aumento o in diminuzione che abbiamo indicato, quando si opera con la fatturazione elettronica, bisogna seguire i dettami dello Sdi, che valgono anche quando si usa un software commerciale in quanto tutti i dati confluiscono negli archivi dell’Agenzia delle Entrate che provvede a validarli.

Nel dettaglio, lo storno della fattura errata sullo Sdi deve riportare il codice identificativo TD04 se si tratta di nota di credito e il codice TD05 se si tratta di nota di debito. A seguito della correzione, la fattura elettronica sarà recapitata all’indirizzo telematico del destinatario e verrà anche automaticamente resa disponibile sul portale dell’Agenzia delle Entrate, nell’area “Fatture e corrispettivi”. È comunque opportuno informare direttamente il cliente della variazione operata.

Se la fattura elettronica non era stata ancora trasmessa allo Sdi, oppure era stata scartata, la correzione dell’aliquota Iva può essere operata direttamente sul documento principale, in quanto esso non è ancora inviato (o è stato restituito senza essere acquisito) e dunque è modificabile in tutti i suoi campi.

Fattura con Iva errata: sanzioni

Le sanzioni applicabili per i casi di fatture con Iva errata scattano nel momento in cui l’Agenzia delle Entrate esegue, anche in via automatizzata, i controlli sulle dichiarazioni Iva presentate o svolge ispezioni e verifiche presso la sede del contribuente.

Se l’errore di calcolo dell’Iva ha pregiudicato la corretta liquidazione dell’imposta dovuta, la sanzione amministrativa pecuniaria applicabile va dal 90% al 180% dell’Iva non fatturata, che si considera evasa; se la fattura viene corretta prima della scadenza del termine di presentazione annuale della dichiarazione, la sanzione è ridotta a 25,80 euro, in quanto l’errore non ha pregiudicato la liquidazione dell’imposta. Quando, invece, l’errore di fatturazione ha comportato l’applicazione dell’Iva in misura superiore a quella effettivamente dovuta, il cessionario o committente ha diritto a portare in detrazione l’importo erroneamente versato in più dal cedente o dal prestatore, ma la legge pone una clausola di salvaguardia: «la restituzione è esclusa qualora il versamento sia avvenuto in un contesto di frode fiscale» [1].

La Corte di Cassazione ha precisato, in una recente ordinanza [2], che le rettifiche operate in correzione di una fattura emessa con aliquota Iva errata «hanno rilevanza unicamente ai fini della non sussistenza di una pretesa dell’Amministrazione finanziaria di pagamento dell’Iva in considerazione della eventuale successiva regolarizzazione della propria posizione e dell’adempimento degli obblighi di pagamento; il che, tuttavia, non può comportare il venire meno della sanzione». Secondo questa severa impostazione, il contribuente che aveva emesso fatture senza Iva, ritenendo erroneamente che le operazioni non fossero imponibili, non sfugge alle sanzioni neanche se successivamente opera le dovute correzioni: esse sono considerate tardive quando la liquidazione dell’imposta, compiuta in base alle prime fatture errate, era già avvenuta.

Approfondimenti

Per ulteriori informazioni leggi anche gli articoli “Errori nella compilazione della fattura” e “Come correggere una fattura elettronica sbagliata“.

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Pubblicato : 10 Novembre 2022 10:30