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Falsa testimonianza: cosa fare se il reato è prescritto?

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(@mariano-acquaviva)
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È possibile chiedere il risarcimento del danno e la revoca della sentenza ingiusta se il reato di falsa testimonianza è oramai caduto in prescrizione?

La legge punisce il testimone che, chiamato a deporre in udienza, dice il falso oppure nasconde la verità. Chi mente al giudice può quindi essere denunciato: la pena prevista è la reclusione da due a sei anni. Il problema è che, a causa della lentezza della giustizia italiana, molte volte questo reato finisce in prescrizione, con la conseguenza che il teste menzognero riesce a farla franca. È in questo contesto che si inserisce il seguente quesito: cosa fare se il reato di falsa testimonianza è prescritto?

La domanda è importante per quanti, danneggiati da una falsa deposizione, vorrebbero essere risarciti. Mettiamo il caso che solamente dopo molti anni una persona venga a sapere che il teste che gli ha fatto perdere la causa ha spudoratamente mentito. Purtroppo la denuncia penale non servirebbe più a niente perché il delitto si è oramai prescritto (bastano sei anni). Come comportarsi in una situazione del genere? Come chiedere il risarcimento dei danni al testimone menzognero se il reato si è prescritto? Vediamo quale può essere la soluzione al caso concreto.

Quando c’è falsa testimonianza?

Il reato di falsa testimonianza scatta ogni volta che la persona chiamata in giudizio a testimoniare affermi il falso, neghi il vero oppure taccia sulle circostanze che le vengono chieste, pur essendo in grado di rispondere [1].

Secondo la pacifica giurisprudenza, per integrare il reato c’è bisogno della malafede del testimone, cioè della volontà di mentire o di nascondere il vero.

Non è quindi reato dire una cosa falsa in buonafede, pensando cioè che si tratti di una circostanza veritiera.

Ugualmente, non c’è reato se la menzogna è ininfluente ai fini della decisione del giudice: affinché scatti il delitto occorre che le parole del teste siano anche solo potenzialmente in grado di ingannare il giudice e di sviarlo dall’adottare una decisione giusta.

Per ulteriori approfondimenti, si legga l’articolo dal titolo Come smontare una falsa testimonianza?

Dopo quanto tempo si prescrive la falsa testimonianza?

La falsa testimonianza si prescrive in sei anni (aumentati a sette anni e mezzo nel caso di interruzioni processuali) da quando il fatto è stato commesso, cioè da quando è terminata la deposizione.

Ciò significa che, se ci si accorge solo molti anni dopo che il teste ha detto il falso (ad esempio, perché in altro processo emergono fatti del tutto diversi da quelli raccontati), non si potrà più agire in sede penale sporgendo denuncia.

È in questo contesto che si pone l’argomento che stiamo affrontando, e cioè cosa fare se il reato di falsa testimonianza è prescritto.

Falsa testimonianza: c’è risarcimento danni se il reato è prescritto?

Ogni reato che provoca un danno a un’altra persona obbliga il suo responsabile a pagare il risarcimento, tant’è vero che all’interno del processo penale è ammessa la costituzione di parte civile, cioè l’azione civile del danneggiato volta a ottenere il risarcimento.

Si pensi alla vittima truffata che si costituisce parte civile all’interno del procedimento penale intrapreso nei confronti del truffatore.

È possibile chiedere il risarcimento dei danni per falsa testimonianza se il reato si è nel frattempo prescritto? Sì, agendo direttamente in sede civile.

In altre parole, la persona che ritiene di aver subito un danno dalla falsa testimonianza oramai prescritta può agire citando in giudizio il teste menzognero affinché il giudice civile, accertata la condotta illecita, condanni il responsabile a pagare il risarcimento.

In pratica, la prescrizione dell’azione penale non necessariamente comporta l’estinzione dell’azione civile, con la conseguenza che, se si è venuti tardivamente a conoscenza del fatto che il testimone ha mentito in udienza, è possibile comunque citarlo in giudizio per chiedergli i danni.

Risarcimento per falsa testimonianza: quando si prescrive?

Anche l’azione civile per ottenere i danni da falsa testimonianza è soggetta a un termine di prescrizione. Secondo il Codice civile [2], se il fatto è considerato dalla legge come reato e per il reato è stabilita una prescrizione più lunga, questa si applica anche all’azione civile.

Ciò significa che anche in ambito civile la falsa testimonianza si prescrive in sei anni, con il termine che comincia a decorrere da quando il danneggiato abbia avuto certezza del fatto illecito.

Secondo la giurisprudenza [3], la prescrizione del diritto al risarcimento del danno da fatto illecito decorre da quando il danneggiato, con l’uso dell’ordinaria diligenza, sia stato in grado di avere conoscenza dell’illecito, del danno e della derivazione causale dell’uno dall’altro, nonché dell’elemento soggettivo del dolo o della colpa connotante detto illecito.

Pertanto, se il reato di falsa testimonianza è prescritto, non è detto che lo sia anche l’azione civile per ottenere il risarcimento, visto che quest’ultima:

  • può essere esercitata indipendentemente dal processo penale;
  • si prescrive a decorrere da quando la persona danneggiata ha scoperto di essere stata vittima del comportamento illecito altrui.

Facciamo un esempio.

Antonio perde un processo civile intrapreso nel 2012 a causa della testimonianza di Marco, il quale nega di essere a conoscenza di alcune circostanze favorevoli ad Antonio. Nel 2022, in un altro procedimento, Marco, sentito nuovamente come testimone, rivela dei fatti incompatibili con la sua testimonianza del 2012, dimostrando quindi di aver precedentemente mentito. Poiché il reato di falsa testimonianza si è prescritto nel 2018, Antonio potrà citare in giudizio Marco per chiedergli il risarcimento dei danni, atteso che solamente nel 2022 ha potuto scoprire la malafede della vecchia testimonianza.

Si può annullare una sentenza per falsa testimonianza?

L’accertamento, in sede penale o civile, della falsa testimonianza è molto importante anche per un’altra ragione: la legge consente infatti di poter annullare la sentenza oramai passata in giudicato che si sia basata su un documento o una testimonianza falsi.

Si parla in questi casi di revocazione della sentenza definitiva, quando si è giudicato in base a prove riconosciute o comunque dichiarate false dopo la sentenza, oppure che la parte soccombente ignorava essere state riconosciute o dichiarate tali prima della sentenza [4].

L’accertamento della falsa testimonianza può quindi essere impiegato per cancellare l’ingiusta sentenza che si è basata sulle menzogne del teste.

A tal proposito, si legga l’articolo dal titolo Sentenza basata su falsa testimonianza: che fare?

 
Pubblicato : 22 Agosto 2023 11:00