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Errori sui social network: si rischia una querela?

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(@mariano-acquaviva)
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Pubblicare o condividere informazioni sbagliate costituisce reato? Quando c’è diffamazione per aver riportato una notizia inesatta?

La sovraesposizione dovuta all’utilizzo dei social comporta una visibilità che non sempre ha conseguenze positive. Chi decide di condividere o di pubblicare qualcosa sul proprio profilo si espone infatti alle critiche – spesso feroci – degli altri utenti. Ciò accade anche quando si riportano informazioni sbagliate in buona fede. Proprio in tale contesto si pone il seguente quesito: si rischia una querela per gli errori sui social network?

L’interrogativo trae spunto dalla domanda che ha posto un nostro lettore: «Ho pubblicato un video dove ho sbagliato la descrizione di un veicolo, dicendo che ha motori asincroni invece che sincroni, l’errore è stato corretto nella descrizione. Rischio una querela?». Approfondiamo la questione.

Informazioni sbagliate: quando c’è reato?

Riportare in rete informazioni sbagliate non costituisce, di per sé, un crimine.

Al ricorrere di alcune circostanze, però, potrebbero esserci conseguenze legali. Vediamo quali potrebbero essere.

Pubblicazione di notizie false, esagerate o tendenziose

Secondo il codice penale (art. 656), chi pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenziose che possano turbare l’ordine pubblico è punito con l’arresto fino a tre mesi o con un’ammenda fino a 309 euro.

Affinché le fake news costituiscano reato occorre che esse:

  • alterino significativamente la realtà, nel senso che le notizie devono essere completamente distorte;
  • turbino l’ordine pubblico, destando allarme, preoccupazione o agitazione tra la gente.

Trattandosi di una contravvenzione, non è necessario il dolo, cioè la malafede dell’autore.

Procurato allarme presso le autorità

Il reato di procurato allarme (art. 658 del codice penale) punisce con l’arresto o un’ammenda chi, annunciando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso le autorità o enti pubblici.

Mentre la diffusione di notizie false (di cui al precedente paragrafo) si rivolge genericamente al pubblico, il procurato allarme si verifica quando una notizia falsa suscita uno specifico allarme presso le autorità competenti, le quali devono essere potenzialmente sviate da falsi annunci di disastro.

Diffamazione per notizie false

È poi possibile che un’informazione sbagliata possa costare una querela per diffamazione.

Il reato può integrarsi anche nell’ipotesi di informazioni sbagliate ed errori, come dimostra certa giurisprudenza.

Secondo la Corte di Cassazione (18 maggio 2018, n. 12370), definire un soggetto “imputato” anziché “indagato” può costituire grave pregiudizio alla reputazione che fa scattare il reato di diffamazione.

Va tuttavia precisato che il delitto è punibile solo a titolo di dolo; pertanto, perché ci sia condanna occorre dimostrare che il soggetto abbia consapevolmente riportato un’informazione sbagliata con lo scopo di screditare la vittima.

Secondo la giurisprudenza (Cass., 9 giugno 2021, n. 22777), infatti, la mancanza di volontà offensiva o dispregiativa esclude la diffamazione.

Errori sui social: si rischia una querela?

Alla luce di quanto detto sinora possiamo affermare che, anche se pubblicato sui social network, un errore – inteso come informazione inesatta – non costituisce solitamente reato: il penale scatta solo in ipotesi rare ed estreme.

Tanto più se lo sbaglio commesso è squisitamente tecnico, cioè riguarda un settore della conoscenza specifico (giuridico, ingegneristico, matematico, ecc.) ed è il frutto di un’evidente disattenzione oppure di una carenza culturale dell’autore.

In buona sostanza, se non c’è dolo è davvero difficile essere querelati per un errore commesso sui social.

D’altronde, la natura stessa dell’errore – che, per definizione, è frutto di involontarietà – è idonea a escludere ogni tipo di delitto doloso (la diffamazione, in pratica).

Restano in piedi i reati punibili anche a titolo di colpa, come ad esempio il procurato allarme e la pubblicazione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico.

Soprattutto con riferimento a quest’ultimo reato, è possibile in teoria immaginare una persona che, per mero fraintendimento, diffonda una notizia idonea a destare preoccupazione tra un numero indefinito di persone.

Anche in questa ipotesi, però, perché si verifichi il reato occorre che l’errore commesso sia talmente madornale da rappresentare una versione della realtà totalmente distorta, idonea a generare panico tra le persone.

Carlo assiste al passaggio di un convoglio militare. Non comprendendo che si tratta di una mera esercitazione, pubblica su tutti i social la notizia di un’imminente invasione da parte del nemico.

 
Pubblicato : 2 Settembre 2024 06:45