Scopri i dettagli sul termine per incassare un assegno circolare, le conseguenze del mancato incasso e come richiedere il rimborso della provvista.

Gli assegni circolari sono uno strumento di pagamento sicuro e diffuso in Italia: vengono emessi dalla banca previo deposito, da parte del cliente, delle somme necessarie a coprirli. Sicché un assegno circolare non può mai risultare scoperto né può essere protestato, risultando così uno strumento sicuro di pagamento al pari del bonifico. Ma entro quanto tempo si può incassare un assegno circolare? La legge infatti prevede un termine massimo che deve essere rispettato. In questo articolo vedremo cosa succede se l’assegno non viene incassato entro il tempo stabilito; ti spiegheremo inoltre tutto quello che devi sapere sui tempi di incasso degli assegni circolari e come gestire eventuali situazioni di mancato incasso.

Qual è il termine per incassare un assegno circolare?

Gli assegni circolari devono essere incassati entro un termine di tre anni dalla data della loro emissione. Questo termine è previsto dall’articolo 84, comma 2, del Rd 21 dicembre 1933, n. 1736.

Cosa succede se non incasso l’assegno circolare entro il termine di tre anni?

Se il beneficiario non riesce ad incassare l’assegno circolare entro il termine di tre anni, perde il diritto di incassarlo. Tuttavia, la persona che ha richiesto l’emissione dell’assegno circolare ha ancora diritto al rimborso della provvista da parte della banca che ha emesso l’assegno medesimo.

Come posso richiedere il rimborso della provvista se non ho incassato l’assegno circolare?

Il richiedente dell’assegno circolare può chiedere alla banca la restituzione della somma versata per l’emissione dell’assegno circolare entro 10 anni dalla scadenza del termine triennale previsto per il beneficiario.

Cosa succede se non chiedo il rimborso della provvista entro il termine di 10 anni?

Se entro 10 anni dalla scadenza del termine triennale per l’incasso dell’assegno circolare, il richiedente non ha chiesto il rimborso della provvista, l’assegno circolare non riscosso verrà versato al Fondo per indennizzare i risparmiatori, come previsto dall’articolo 1, comma 345-ter, della legge 266/2005 (Finanziaria 2006).

Poniamo il caso di Tizio, che ha ricevuto un assegno circolare il 1° gennaio 2022. Tizio avrà tempo fino al 1° gennaio 2025 per incassare l’assegno. Se Tizio non riesce a incassarlo entro quella data, il diritto al rimborso della provvista passerà a Caio, che aveva richiesto l’emissione dell’assegno circolare. Caio avrà tempo fino al 1° gennaio 2035 per richiedere il rimborso. Se Caio non effettua la richiesta entro il termine, l’importo dell’assegno circolare verrà versato al Fondo per indennizzare i risparmiatori.

Come posso evitare di perdere il diritto all’incasso dell’assegno circolare?

Per evitare di perdere il diritto all’incasso dell’assegno circolare, è importante prestare attenzione alla data di emissione e assicurarsi di incassarlo entro il termine di tre anni. Inoltre, è utile conservare una copia dell’assegno e dei documenti relativi per facilitare eventuali procedure di rimborso della provvista.

Quali sono le alternative agli assegni circolari?

Se ritieni che il termine di tre anni per incassare un assegno circolare possa essere un problema, potresti valutare alternative come bonifici bancari. Questi metodi di pagamento non prevedono scadenze per l’incasso e offrono comunque un alto livello di sicurezza.

Invece l’assegno bancario non è uno strumento sicuro: esso infatti non garantisce che sul conto a cui l’assegno è collegato vi sia la copertura necessaria al pagamento. Ben potrebbe essere quindi che l’assegno torni al creditore con un insoluto. In tal caso si avvierà la procedura di protesto e il creditore potrà agire con un pignoramento nei confronti del debitore.