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Ecco quanto guadagnano i supermercati

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(@raffaella-mari)
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Analisi dei ricarichi sui prodotti che troviamo sugli scaffali dei supermercati: l’inflazione si può bloccare riducendo i guadagni della GDO.

Hai mai riflettuto su quanto guadagna un supermercato dalla vendita di un singolo prodotto? L’analisi dei ricarichi sui prodotti può offrire una visione chiara di questo aspetto e comprendere anche come l’attuale inflazione relativa ai prodotti di largo consumo (generi alimentari per primi) sia, in buona parte, il frutto di una speculazione. Scopriamo insieme come funzionano questi margini.

Il calcolo dei ricarichi: un esempio con la pasta

Quando acquisti una confezione di pasta da un chilo, il suo prezzo è influenzato da diversi fattori. Se consideriamo 100 come il prezzo iniziale del prodotto al momento dell’uscita dalla fabbrica, questo arriva a 147 nel carrello dei consumatori. Questo aumento si compone così:

  • ricarico del trasporto: 4-6%
  • IVA: 4%
  • margine della grande distribuzione: 35-40%

In buona sostanza, il guadagno della GDO è di quasi la metà del prezzo di costo. Un margine enorme se si considera che, il più delle volte, questo dipende da prodotti collegati al sostentamento della gente.

Facciamo un esempio pratico. Se la pasta costa 1€ al produttore, con questi ricarichi, il prezzo finale per il consumatore sarà di circa 1,47€.

Variazioni dei ricarichi a seconda dei prodotti

Il ricarico varia a seconda della tipologia di prodotto. Per le scatolette di tonno, il margine si colloca tra il 38-42%, mentre per i formaggi freschi può raggiungere il 40-50%.

Il Patto anti-inflazione e l’impatto sull’industria

Il Patto anti-inflazione, che sarà attivo dal primo ottobre, mira a stabilizzare i prezzi dei prodotti essenziali. Tuttavia, la sua introduzione non è stata semplice, con l’industria alimentare inizialmente contraria. Secondo Federalimentare, infatti, le imprese, infatti, hanno ridotto il loro margine lordo dal 10,3% nel 2019 al 5,7% nel 2022. Dati tutti da verificare.

L’analisi della società Gea e i prodotti freschi

La società di consulenza Gea ha rivelato che il maggior ricarico si verifica sui prodotti freschi come frutta e verdura. «Il ricarico maggiore – spiega Tito Zavanella, senior partner e presidente di Gea – avviene sui prodotti freschi, che infatti hanno bisogno di spazi più costosi da gestire sia nella movimentazione che nello stoccaggio e nella conservazione. Senza contare la shelf-life più corta, che determina maggiori rischi e costi certi di smaltimento, tutti a carico del distributore».

Anche prodotti come biscotti e merendine hanno ricarichi significativi, sebbene inferiori rispetto ai prodotti freschi. Considerando 100 come prezzo base, il prezzo finale arriva a 163.

Esempio pratico: se un biscotto costa 1€ al produttore, il prezzo finale per il consumatore sarà di 1,63€.

La sfida della varietà e i possibili cambiamenti

La vasta gamma di prodotti offerti dai supermercati genera costi elevati. Ridurre la varietà potrebbe abbattere i costi di gestione e, di conseguenza, i prezzi finali.

Esempio pratico: un supermercato che offre 10 tipi diversi di yogurt avrà costi di gestione più elevati rispetto a uno che ne offre solo 5.

 
Pubblicato : 14 Settembre 2023 12:45