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È reato corrompere la Guardia di finanza?

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(@mariano-acquaviva)
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Cosa rischia il cittadino che paga un pubblico ufficiale? Differenze tra corruzione, concussione e induzione indebita.

La legge punisce tutte le condotte che possono ledere il prestigio e l’autorevolezza della pubblica amministrazione. Ad esempio, un poliziotto che si macchia di una ingiustificata violenza commette reato non solo perché fa del male a qualcuno ma anche perché, con la sua azione, infanga l’immagine stessa dello Stato. È in questo contesto che si inserisce il seguente quesito: è reato corrompere la Guardia di finanza?

La risposta a questa domanda parrebbe scontata. In realtà, occorre ben analizzare le circostanze in cui il fatto avviene: se la somma di denaro è data per ottenere un vantaggio, allora le manette scatteranno anche per il corruttore; al contrario, se il pagamento è praticamente imposto dalla condotta minacciosa del pubblico ufficiale, allora le cose sono totalmente diverse. Tali differenze sono state recentemente messe in evidenza da una sentenza della Corte di Cassazione. Vediamo di cosa si tratta.

È reato corrompere un pubblico ufficiale?

La legge punisce la corruzione dei pubblici ufficiali, prevedendo il carcere sia per il corruttore che per il corrotto.

In altre parole, secondo il Codice penale, commette reato sia il cittadino che paga il funzionario pubblico per ottenere favoritismi, sia l’ufficiale che accetta il denaro oppure altro tipo di utilità che gli viene offerta.

Quanti tipi di corruzione esistono?

La legge prevede due tipi di corruzione:

  • corruzione propria, che si ha quando il pubblico ufficiale accetta denaro o altre utilità per compiere un atto contrario ai propri doveri. La pena è la reclusione da sei a dieci anni [1]. Ad esempio, risponde di corruzione propria il finanziere che accetta denaro per chiudere un occhio sulle irregolarità contabili del corruttore;
  • corruzione impropria, che scatta quando il pubblico ufficiale accetta denaro o altre utilità per compiere un atto conforme ai propri doveri. La pena è l reclusione da tre a otto anni [2]. È il caso dell’imprenditore che offre del denaro a un finanziere per dirgli di fare bene il suo lavoro quando andrà ad effettuare i controlli sull’azienda rivale.

Che cos’è la concussione?

Se un cittadino viene costretto a pagare una certa somma di denaro a un pubblico ufficiale, allora scatta in capo a quest’ultimo il grave reato di concussione.

La concussione è l’estorsione posta in essere dal funzionario pubblico mediante abuso della propria carica [3].

Commette concussione l’ispettore della Guardia di finanza che, nel corso di una verifica fiscale, costringe il titolare della ditta a versargli una somma di denaro quale compenso per un suo intervento presso persone influenti al fine di scongiurare le possibili gravi conseguenze connesse ad un’indagine della Procura [4].

Concussione e corruzione: qual è la differenza?

A prima vista la concussione potrebbe confondersi con la corruzione. La differenza tra questi due reati sta nella posizione del privato:

  • nel caso di concussione, il cittadino subisce l’iniziativa estorsiva del pubblico ufficiale. In pratica, o paga oppure subirà le ingiuste conseguenze prospettate;
  • nella corruzione, invece, cittadino e pubblico ufficiale sono sullo stesso piano, stipulando un accordo che avvantaggia entrambi. È il caso del proprietario di un immobile che, per ottenere velocemente un permesso di costruire, paga il funzionario addetto all’ufficio tecnico del Comune.

La concussione presuppone quindi la prevaricazione del pubblico ufficiale sul privato; al contrario, la corruzione si bada su un rapporto paritario tra cittadino corruttore e funzionario corrotto.

La differenza tra questi due crimini è evidente anche sul profilo sanzionatorio: mentre nella concussione a essere punito è solo il pubblico ufficiale, nella corruzione a essere puniti sono tutti i soggetti coinvolti, cioè sia il corrotto che il corruttore.

Che cos’è l’induzione indebita?

A metà strada tra corruzione e concussione si pone l’induzione indebita, che è il reato che commette il pubblico ufficiale che spinge il cittadino a farsi dare o promettere del denaro, senza però ricorrere alla violenza o alla minaccia [5].

L’induzione indebita è una specie di “blanda concussione”, caratterizzata dall’assenza di una vera e propria condotta estorsiva: si tratta di un suggerimento, di una sorta di ammiccamento con cui il funzionario fa capire al cittadino che gli conviene assecondare le sue richieste.

È il caso del dipendente comunale che fa capire al cittadino che, se non gli darà una certa somma di denaro, la pratica per il rilascio del permesso di costruire non andrà a buon fine.

Altra importante caratteristica dell’induzione indebita è che, esattamente come avviene per la corruzione, anche il privato che accetta di pagare commette reato, con conseguente pena della reclusione fino a tre anni.

In pratica, rispetto alla concussione, l’induzione indebita è caratterizzata da una pressione morale con più tenue valore condizionante della libertà di autodeterminazione del destinatario il quale, disponendo di più ampi margini decisionali, finisce col prestare acquiescenza alla richiesta della prestazione non dovuta, perché motivata dalla prospettiva di conseguire un tornaconto personale, che giustifica la previsione di una sanzione a suo carico.

Insomma: la legge punisce anche il cittadino che cede alle “lusinghe” del funzionario corrotto.

Cosa si rischia se si corrompe la Guardia di finanza?

Siamo ora in grado di rispondere alla domanda posta nel titolo del presente articolo: è reato corrompere la Guardia di finanza? Dipende dalle circostanze:

  • se il cittadino paga per avere un vantaggio (ad esempio, per evitare sanzioni a seguito di accertamenti, ecc.), allora commettono reato sia il corrotto che il corruttore;
  • se il cittadino paga perché costretto dalla prepotenza del finanziere (“Se non mi paghi ti faccio mandare in galera”), si tratterà di concussione e, a risponderne, sarà solo il pubblico ufficiale;
  • se il cittadino paga su invito del finanziere, il quale gli fa capire che sarebbe meglio “ungere le ruote” della pubblica amministrazione, scatta a carico di entrambi il reato di induzione indebita.

Secondo la sentenza della Corte di Cassazione citata in apertura, non commette necessariamente reato l’imprenditore che paga, in sede di ispezione, l’agente della Guardia di finanza per evitare l’accertamento [6].

Per capire di che reato si tratta (corruzione, concussione o induzione indebita), infatti, bisogna attentamente valutare la condotta del pubblico ufficiale, fondamentale per comprendere se il cittadino è stato costretto a pagare (concussione), è stato indotto (induzione indebita) oppure se si è trattata di una sua iniziativa (corruzione): solo nel primo caso il privato non rischierebbe nulla, avendo subito una vera e propria estorsione dal finanziere, mentre nelle altre ipotesi si sarebbe comunque macchiato di un crimine.

 
Pubblicato : 17 Marzo 2023 09:15