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È legale usare targhe estere su auto italiane?

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(@angelo-greco)
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Come evitare il fermo amministrativo sulle auto reimmatricolato all’estero.

La recente sentenza della Cassazione n. 4811/2024 del 23 febbraio ha sancito è legaleusare targhe estere su auto italiane. Si tratta di una pronuncia che desterà certamente non poche discussioni perché, di fatto, sdogana una pratica usata da molti automobilisti italiani per “ripulire” il veicolo dal fermo amministrativo. In che modo?

Immagina di avere una macchina con targa italiana, ma poi decidi di registrare questa macchina in un altro paese dell’Unione Europea, ottenendo così una nuova targa straniera per la stessa macchina. Secondo le regole italiane (art. 100 Codice della Strada), se circoli in Italia con una macchina che ha una targa non italiana ricevi una multa perché la targa non corrisponde all’origine del veicolo. Tuttavia, la recente decisione della Corte di Cassazione ha cambiato questa situazione.

La Corte ha stabilito che non ti verrà data elevata multa per tale motivo, se la tua auto cioè, originariamente immatricolata in Italia, ora ha una targa di un altro paese dell’UE.

La decisione riflette le differenze tra le leggi europee e quelle italiane. Le queste ultime permettono di immatricolare un veicolo in un paese dell’UE anche se ha una targa di un altro Paese. Invece, le leggi italiane richiedono che tu cancelli la registrazione italiana (cioè la radiazione dal PRA) prima di registrare il veicolo altrove.

Questa sentenza ha un impatto significativo, specialmente per chi lavora nel settore dell’autotrasporto. Praticamente, rende più facile per le persone “ripulire” le loro auto da problemi come fermi amministrativi applicati alle auto in caso di cartelle esattoriali non pagate o multe. Per esempio, se la tua auto è soggetta a un fermo amministrativo in Italia e la registri in un altro paese dell’UE, puoi continuare a guidarla in Italia con la nuova targa estera senza preoccuparti di multe per la “targa non propria”.

sollevato interrogativi significativi in materia di circolazione con targa estera di veicoli originariamente immatricolati in Italia.

Questo articolo analizza la sentenza della Cassazione e le sue implicazioni pratiche.

Cosa dice l’articolo 100 del codice della strada?

Gli autoveicoli devono essere muniti, anteriormente e posteriormente, di una targa contenente i dati di immatricolazione.

La targa deve essere facilmente leggibile e non deve essere coperta o modificata.

Chiunque circola con un veicolo munito di targa non propria o contraffatta è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 2.046 a 8.186 euro.

Si può circolare con una targa estera in Italia senza aver radiato l’auto?

Nella pronuncia in commento, la Cassazione ha stabilito che non si applicano le sanzioni previste dall’articolo 100 del Codice della Strada per i veicoli che circolano con targa non italiana. La Corte ha chiarito che se un veicolo è regolarmente reimmatricolato all’estero, la targa estera non può considerarsi “non propria”, anche se il veicolo non è stato radiato dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA) italiano.

Quali sono le conseguenze di questa decisione?

Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche perché, di fatto, consente di continuare a circolare con un’auto soggetta a un fermo amministrativo in Italia reimmatricolandola all’estero senza incorrere in sanzioni per l’uso di una targa “non propria”.

Come si gestiscono le reimmatricolazioni all’estero?

La pratica di reimmatricolare veicoli all’estero per evitare sanzioni o fermi amministrativi in Italia non è nuova. I veicoli con targa estera possono circolare liberamente in Italia, eludendo i controlli legati alla targa italiana. Tuttavia, la sentenza della Cassazione evidenzia una “falla” nel sistema, poiché l’iscrizione nel Registro dei Veicoli Esteri (REVE) avviene senza verificare se il numero di telaio fosse precedentemente associato a una targa italiana.

In teoria, l’iscrizione al REVE non è ammessa nel nostro Paese: secondo infatti la nostra legge, è possibile avere targa estera solo dopo la radiazione dal Pra. Ma non si può ottenere la radiazione di un veicolo su cui pende un fermo amministrativo. Ma c’è una falla: l’iscrizione al REVE avviene senza che nessuno controlli se il numero di telaio era stato già associato a una targa italiana. E ora la sentenza 4811 consente di circolare con targa estera senza radiazione dal Pra senza essere puniti per circolazione con targa non propria.

Dunque, il titolare di un veicolo registrato in Italia viene reimmatricolato in un altro Paese e circola con una targa straniera non incorre in sanzioni amministrative.

Quali sono le implicazioni per i proprietari di veicoli?

Per i proprietari di veicoli che optano per la reimmatricolazione all’estero, la sentenza offre una certa protezione legale dalla sanzione prevista per la circolazione con targa “non propria”. Tuttavia, questa pratica solleva questioni etiche e legali, poiché può essere utilizzata per eludere obbligazioni fiscali o sanzioni in Italia.

 
Pubblicato : 7 Marzo 2024 09:15