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È legale scattare foto nei musei?

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(@mariano-acquaviva)
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Si possono fotografare le opere d’arte conservate nei musei? A quali condizioni è possibile divulgare la scatto o la ripresa?

Fotografie, cartoline, videoriprese: tutto può essere utile per avere memoria di un’esperienza particolarmente piacevole. Chiunque abbia fatto il turista anche una sola volta nella vita sa quanto può essere importante “catturare” un istante che può rimanere per sempre. Oggi, in realtà, la facilità con cui è possibile scattare fotografie ed eseguire riprese fa sì che le immagini, invece che essere custodite gelosamente come ricordi, vengono ostentate a più non posso sui social. Con questo articolo ci occuperemo di un particolare tema: vedremo cioè se è legale scattare foto nei musei.

Immortalare dipinti, sculture e altre opere d’arte è una tentazione quasi irresistibile, alla quale però non si può cedere visto che spesso i musei proibiscono una tale pratica. La giustificazione a tale divieto sarebbe data dalla necessità di preservare le opere (soprattutto i dipinti) dalla luce dei flash, i quali potrebbero danneggiare la consistenza dell’oggetto d’arte. Ma cosa dice la legge a riguardo? È legale scattare foto nei musei? Cosa succede se si trasgredisce a questo divieto? È possibile poi divulgare la fotografia? Scopriamolo insieme.

Foto nei musei: cosa dice la legge?

Fino a qualche anno fa in Italia c’era una legge [1] che imponeva di pagare un compenso per la concessione d’uso, le riprese con apparecchi fotografici o altri strumenti idonei a qualsiasi tipo di riproduzione, che riguardassero le opere conservate ed esposte nei musei.

Le cose sono cambiate nel 2014, quando una nuova legge ha espressamente consentito la possibilità di fotografare e riprendere gli oggetti d’arte conservati nei musei, purché ciò sia fatto senza fine di lucro e per scopo esclusivamente personale.

Per essere ancora più precisi, la legge permette di scattare fotografie alle opere (ad esclusione di quelle esposte nelle mostre temporanee) per uso personale e di studio, purché senza l’ausilio di cavalletti o di luci aggiuntive.

Per ulteriori diversi utilizzi (pubblicazioni o usi derivati anche per scopo commerciale) va invece richiesta apposita autorizzazione e corrisposto, ove previsto, il pagamento di un canone.

Ad esempio, se qualcuno volesse utilizzare le foto per realizzare un corto oppure per una rappresentazione multimediale, bisognerebbe rivolgersi al museo e inoltrare richiesta di autorizzazione alla riproduzione dell’opera. In pratica, deve essere concessa apposita licenza.

È perfino consentita la divulgazione del materiale così ottenuto, ma solo a certe condizioni. Di tanto parleremo a breve.

Si possono scattare foto nei musei?

È legale scattare foto nei musei; come visto, è l’ordinamento giuridico stesso a consentirlo. Questo significa che, se un turista o un visitatore fa una foto a un quadro famoso esposto in una galleria di un museo, non si potrà sporgere alcuna denuncia contro di lui, in quanto la condotta è perfettamente lecita.

I musei tuttavia, al ricorrere di fondate ragioni, possono imporre particolari restrizioni: è il caso, ad esempio, del dipinto talmente antico che non può davvero essere esposto ai flash delle macchine fotografiche, pena il suo definitivo deterioramento.

Restrizioni potrebbero poi essere imposte per salvaguardare la tranquillità del museo e impedire che una miriade di fotografi possano rovinare l’esperienza della visita a turisti meno desiderosi di “saccheggiare” le opere d’arte con il proprio smartphone.

Ad esempio, il museo potrebbe consentire di effettuare foto e riprese rispettando il proprio turno, senza concentrarsi tutti contemporaneamente sullo stesso oggetto.

Foto nei musei: si possono divulgare?

Abbiamo detto che è possibile scattare foto nei musei ma che queste immagini devono rimanere private, nel senso che non devono essere diffuse in pubblico, ad esempio condivise sui social oppure stampate e date ad altri.

A questo divieto c’è però un’eccezione: la legge infatti dice espressamente che è consentita la divulgazione con qualsiasi mezzo delle immagini di beni culturali, legittimamente acquisite, in modo da non poter essere ulteriormente riprodotte a scopo di lucro.

In pratica, è possibile scattare una foto di un’opera d’arte e poi condividerla sul proprio gruppo social impostando la modalità che ne impedisca la ri-condivisione, oppure si può degradare la qualità dell’immagine in modo tale che nessuno possa poi usarla a propria volta per fini di lucro.

Ad esempio, chi fotografa la Gioconda e poi mette in rete lo scatto in formato ridotto e a bassa qualità, impedisce ad altri di poter usare quella foto per farne una stampa o per imprimere l’immagine su una maglietta.

Insomma: la divulgazione è possibile se ne è impedita la successiva riproduzione per scopi di lucro.

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Pubblicato : 15 Ottobre 2022 19:00