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È legale copiare un compito in classe?

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(@mariano-acquaviva)
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Cosa rischia lo studente che copia la verifica del suo compagno di banco? Farsi scrivere la tesi da qualcun altro è reato? Quando c’è plagio?

L’incubo di ogni studente, insieme all’interrogazione, è sicuramente il compito in classe, cioè la prova scritta con cui gli insegnanti valutano l’apprendimento degli alunni circa una determinata materia. Da che mondo è mondo, c’è sempre chi, meno preparato degli altri, spera di cavarsela sbirciando ciò che gli altri hanno scritto. È proprio in questo contesto che si pone il seguente quesito: è legale copiare un compito in classe?

La domanda è più che legittima. La legge italiana, infatti, punisce il plagio, cioè il “furto” dell’opera altrui. Questa normativa si applica anche in ambito accademico: è cosa nota, infatti, che copiare una tesi di laurea è reato. Tanto vale anche per i compiti in classe che i professori somministrano ai propri alunni a scuola? Vediamo cosa prevede la legge.

È reato copiare un compito in classe?

La legge [1] dice che «Chiunque in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche Amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l’abilitazione all’insegnamento od all’esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri, è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno».

La norma appena citata punisce il plagio commesso per il conseguimento non solo della laurea ma anche di ogni titolo scolastico, diploma incluso.

Ciò significa che copiare un compito in classe costituisce reato? A parere di chi scrive, no.

La legge, infatti, sembra punire il plagio con riferimento soltanto alla prova finale che consente, formalmente, il conseguimento del titolo o dell’abilitazione.

In buona sostanza, il reato non scatta nell’ipotesi in cui il plagio avvenga durante il percorso che conduce al conseguimento del titolo (diploma o laurea che sia), verificandosi al contrario nell’ipotesi in cui la “copiatura” sia avvenuta con riferimento alla prova finale.

Ciò significa che copiare un compito in classe non è reato, mentre lo è copiare la tesi, anche quella che si presenta all’esame di Stato per il conseguimento del diploma di maturità.

Peraltro, anche volendo ipotizzare che copiare un compito fosse reato, bisognerebbe tenere in considerazione che la responsabilità penale scatta solamente al compimento del 14° anno: prima di tale età, chi ha commesso un reato non è penalmente perseguibile.

È illegale copiare un compito in classe?

Copiare un compito in classe non costituisce reato; ciò però non significa necessariamente che la condotta sia legale, potendosi configurare anche un altro tipo di illecito, ad esempio civile o amministrativo.

Nel silenzio della legge, deve ritenersi che copiare un compito in classe non costituisca alcun tipo di illecito, al di fuori delle sanzioni previste dal regolamento di istituto.

Il regolamento d’istituto rappresenta il testo normativo di riferimento di ogni scuola, al cui interno possono essere previste anche le sanzioni da applicare agli studenti che copiano i compiti in classe o commettono altre infrazioni espressamente stabilite.

Insomma: copiare un compito in classe può avere conseguenze disciplinari per l’alunno (richiamo verbale, ammonizione, sospensione, ecc.) ma la condotta non può essere punita in forza di una norma di legge, né civile né penale.

Ovviamente, il compito in classe copiato potrà essere valutato negativamente dall’insegnante.

Copiare la tesi è reato?

Al contrario, come ampiamente anticipato, copiare la tesi, anche quella che consente di conseguire il diploma di maturità, è un reato punito con la reclusione.

Ma non solo: secondo la legge, commette reato anche colui che presenta una tesi non propria perché gli è stata scritta da un’altra persona.

In altre parole, il reato scatta sia nel caso in cui lo studente abbia copiato la tesi di un altro, sia nell’ipotesi in cui la tesi, pur non copiata, gli sia stata scritta da un’altra persona.

Si tratta della “tesi per commissione”, cioè dell’elaborato redatto appositamente su incarico di colui che intende poi spacciare il lavoro per proprio.

In quest’ultima ipotesi, peraltro, a rispondere penalmente sarà non solo lo studente che ha plagiato la tesi ma anche colui che si è prestato a realizzarla, magari dietro compenso.

 
Pubblicato : 21 Marzo 2024 17:15