In alcuni Stati viene riconosciuto giuridicamente un rapporto che coinvolge più persone alla pari. Che cos’è questa relazione di «non monogamia etica».

L’amore non ha confini. C’è modo e modo di interpretare questa frase che diede titolo al primo cortometraggio diretto nel 1998 da Paolo Sorrentino: l’amore non ha confini quando si ama in maniera smisurata, quando ci si innamora di una persona molto lontana, quando si è disposti a tutto pur di viverlo. Ma l’amore non ha confini anche quando ci si innamora non di una ma di più persone, contemporaneamente. Due, tre, cinque: non importa quante, conta solo il fatto che i sentimenti sono esattamente gli stessi verso tutte. È quello che viene chiamato «poliamore», diverso dalla poligamia: quest’ultima prevede più matrimoni mentre nel primo caso si parla solo di relazioni. Logicamente, viene da farsi qualche domanda, ad esempio: dal punto di vista giuridico, ognuno di questi rapporti viene riconosciuto alla pari degli altri? In Italia sarebbe consentito avere più partner con gli stessi diritti? Dov’è legale il poliamore?

Per quanto possa essere un fenomeno più diffuso di quanto si pensi (non tutte le relazioni poliamorose vengono alla luce, per ovvi motivi) quasi da nessuna parte viene accettato giuridicamente il poliamore. Fa eccezione l’Olanda, che permette dele unioni civili tra più persone, la prima nel 2005 fra tre partner.

Oltreoceano ci sono degli episodi isolati, come Somerville City, una città dello Stato americano del Massachusetts, dove più partner consensuali possono stare insieme con tutti i diritti del caso, compreso il beneficio dell’assicurazione sanitaria o diritto di visita in ospedale in caso di malattia di uno di loro.

Lo scorso anno, un tribunale di New York ha per la prima volta messo per iscritto in una sentenza che le coppie poliamorose meritano gli stessi diritti e tutele di quelle tradizionali.

In Italia, il poliamore non è riconosciuto. Tuttavia, il fatto che sia legale solo in pochi luoghi non vuol dire che non venga vissuto molte parti del mondo, anche dove questo tipo di rapporto non ha alcuna valenza giuridica, Italia compresa. C’è un lungo elenco di personaggi anche molto noti, italiani e non, tra giornalisti, attori, cantanti, ecc. che non nascondono di avere più di un partner sentimentalmente «alla pari» con gli altri.

In che cosa consiste il poliamore?

Che ci si possa innamorare di più persone è abbastanza comune. Nei matrimoni sfocia spesso nell’adulterio, cioè la violazione del vincolo di fedeltà coniugale imposto dal Codice civile che comporta l’addebito della separazione.

Nelle convivenze di fatto (come nei fidanzamenti) viene inteso un tradimento della fiducia che, per quanto legalmente in questi rapporti non sia dovuta la fedeltà, è causa di rottura.

Nelle relazioni poliamorose, invece, tutti sono consapevoli di non essere gli unici destinatari dei sentimenti di una persona e di non poterlo nemmeno pretendere. In pratica, tutti i partner coinvolti sono consapevoli di non essere gli unici e vivono più rapporti di tipo affettivo-intimo-erotico e sessuale, in armonia e rispetto reciproco, come forma di «non monogamia etica».

Nel poliamore non esiste alcuna differenza di genere o di orientamento sessuale: chi lo vive vuole condividere liberamente ed in modo consensuale l’amore che prova per più persone.

Non è detto che tutti i partner debbano essere coinvolti tra di loro nella stessa relazione. Tizio può amare Caia e Sempronio ed avere dei rapporti con ciascuno di loro separatamente, mentre Caia e Sempronio, pur sapendo dell’esistenza dell’altro nella vita di Tizio, possono anche non avere reciprocamente una relazione intima. Ma può anche accadere il contrario, cioè che ci sia a tutti gli effetti un «rapporto a tre».

In ogni caso, il poliamore si basa su uno scambio di sentimenti, di affettività e di intimità, anche sessuale. Ma non per questo viene concepito da chi lo vive come un rapporto promiscuo in cui ciascuno cerca esclusivamente la propria libertà sessuale.

Nel poliamore, quindi, tutti sanno di tutti e ci sono delle regole ben precise per mantenere il rapporto entro determinati equilibri in maniera consenziente.