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Dopo notifica del preavviso di fermo posso intestare l’auto a terzi?

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(@angelo-greco)
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È possibile donare l’auto e intestarla a un’altra persona dopo aver ricevuto il preavviso di fermo amministrativo sull’auto stessa?

Tra le soluzioni più efficaci che ha l’Agente per la Riscossione esattoriale per recuperare le piccole somme dovute a cartelle esattoriali vi è il fermo amministrativo. Tale provvedimento impedisce di utilizzare il veicolo finché il debito non viene pagato. La procedura prevede la previa notifica di un preavviso con 30 giorni di anticipo. Ma cosa succede se, nel frattempo, si fa una donazione del mezzo? Dopo la notifica del preavviso di fermo si può intestare l’auto a un’altra persona?

Cerchiamo di fornire alcune spiegazioni pratiche qui di seguito per vedere a cosa andrebbe incontro il contribuente che, tramite tale mezzo elusivo, cerca di sottrarre il bene alle garanzie dell’Esattore.

Cosa comporta il fermo amministrativo?

Il fermo non è un esproprio o un sequestro: tanto la proprietà dell’auto quanto il suo possesso restano infatti in capo al titolare.

Il fermo è solo un provvedimento amministrativo con cui si vieta di mettere in circolazione il veicolo.

Non si tratta tuttavia di una sanzione ma solo di una cautela, per evitare che il mezzo possa deprezzarsi o danneggiarsi. Il fermo infatti è strumentale a un’altra ed eventuale (ma quasi mai attuata) procedura: quella del pignoramento e della vendita all’asta dell’auto. Tuttavia, il più delle volte, il solo fermo è sufficiente per costringere il debitore a pagare.

Il fermo può essere iscritto su qualsiasi auto del contribuente. Non c’è un limite (anche se, di solito, non viene mai iscritto più di un fermo). In ogni caso, il fermo non pregiudica la possibilità per l’Esattore di avviare contestualmente una procedura di riscossione.

Il fermo deve essere anticipato da un preavviso che va notificato almeno 30 giorni prima dell’iscrizione del fermo stesso. Il preavviso viene inviato tramite raccomandata a.r. o pec.

In assenza di regolare invio del preavviso, il fermo è illegittimo.

A sua volta, il preavviso di fermo può essere inviato non prima di:

  • 60 giorni dalla notifica della cartella;
  • 30 giorni in caso di avviso di accertamento immediatamente esecutivo dell’Agenzia delle Entrate.

Cosa rischia se si circola con il fermo amministrativo?

Chi viene trovato a circolare con un’auto sottoposta a fermo rischia una sanzione amministrativa fino a 7.937 euro.

Nel caso in cui l’auto sia cointestata, l’opinione prevalente è quella che pone il divieto solo in capo al comproprietario debitore e non invece all’altro, che potrà invece continuare a circolare. Esistono tuttavia alcune pronunce che sostengono la tesi secondo cui non si potrebbe iscrivere il fermo sull’auto di proprietà di più soggetti se solo uno di questi è il debitore.

Si può vendere o intestare l’auto prima della notifica del preavviso di fermo amministrativo?

Prima della notifica del preavviso di fermo, l’auto può essere ceduta e quindi venduta o donata liberamente. Tuttavia, per rendere opponibile la cessione al fisco è necessario che il passaggio di proprietà sia trascritto al PRA prima della trascrizione del fermo amministrativo.

Si può intestare o vendere l’auto dopo il preavviso di fermo?

Il preavviso di fermo non comporta ancora alcun vincolo sul veicolo. Pertanto ben potrebbe essere che il contribuente venda o intesti l’auto a terzi prima che il fermo venga iscritto al PRA (ossia dopo 30 giorni dalla notifica del preavviso) ma dopo la notifica del preavviso.

Tuttavia, un atto del genere rappresenta un illecito civile, il che consente all’Esattore di agire con l’azione revocatoria per rendere inefficace la trascrizione del passaggio di proprietà. In alternativa, e senza termini di prescrizione, l’Esattore potrebbe dichiarare nullo il passaggio di proprietà perché si tratterebbe di un atto con effetti simulati.

Non esistono invece norme penali che incriminino tale comportamento. E atteso il divieto di applicazione analogica delle norme del codice penale a fattispecie non espressamente previste, non si può neanche sussumere la fattispecie nel reato previsto dall’art. 388 cod.pen. che punisce che aliena beni soggetti a pignoramento.

Si può intestare o vendere l’auto dopo il fermo

L’eventuale cessione del veicolo dopo l’iscrizione del fermo non è opponibile all’Esattore. Questo significa che, fermo restando la validità del passaggio di proprietà, l’auto non potrà comunque circolare. Dunque il nuovo proprietario riceve la titolarità del veicolo con tutto il fermo.

Se l’acquirente non è stato messo al corrente dal venditore dell’esistenza del fermo potrà agire contro di questi non solo per il reato di truffa ma anche per ottenere la restituzione del prezzo versato oltre al risarcimento dell’eventuale danno.

L’opposizione al fermo amministrativo

Quando un’impresa o un professionista riceve un avviso di fermo su un veicolo, può evitare questa misura dimostrando che il veicolo è strumentale al suo lavoro. Ad esempio, un’impresa edile potrebbe aver bisogno di un escavatore, o un agente di commercio della sua auto per lavorare. Questa dimostrazione deve essere fornita entro 30 giorni dal preavviso. Sebbene non ci sia una scadenza assoluta, presentare la prova dopo questo termine potrebbe non sortire effetti, a meno che l’ente che ha emesso il fermo (Agente della Riscossione) non decida di revocarlo.

In generale, sono considerati essenziali quei veicoli usati regolarmente per il lavoro e che sono elencati nei libri contabili dell’impresa o del professionista.

A volte è necessario guardare oltre i libri contabili. Ad esempio, l’unica auto di un idraulico usata per andare dai clienti dovrebbe essere considerata essenziale per il lavoro, anche se non è elencata nei registri contabili. Al contrario, l’auto di un professionista che lavora principalmente nel suo ufficio o a casa potrebbe non essere considerata essenziale. Anche i tribunali hanno espresso opinioni simili in passato.

È importante notare che i beni considerati essenziali per il lavoro non sono automaticamente al sicuro da altre azioni legali come il pignoramento, che ha regole diverse.

La responsabilità di dimostrare che un bene è essenziale per il lavoro ricade sull’impresa o sul professionista. La prova richiesta dipende dal tipo di valutazione. Potrebbe bastare mostrare i documenti contabili, oppure potrebbe essere necessaria una documentazione più dettagliata che dimostri l’uso effettivo e la necessità del bene per l’attività lavorativa.

 
Pubblicato : 1 Febbraio 2024 16:45