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Donazione: quando è un anticipo di eredità?

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(@angelo-greco)
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La donazione che una persona fa ad un’altra, se questa è sua moglie o suo figlio, costituisce un anticipo di eredità. Scopriamo insieme come funziona la collazione e le sue regole, con esempi pratici.

Hai mai ricevuto una donazione da un genitore o dal tuo coniuge e ti sei chiesto come questo potrebbe influenzare la tua eredità futura? Questo è un argomento di grande importanza, spesso sottovalutato, che può avere un impatto significativo sulla divisione del patrimonio ereditario. Nel contesto legale italiano, un istituto molto importante da conoscere – la cosiddetta «collazione» – prevede infatti che, salvo casi eccezionali, la donazione è un anticipo dell’eredità

Il termine “collazione” potrà sembrare un po’ astratto e strano, ma con l’aiuto di alcuni esempi pratici renderemo il tutto più chiaro. In sostanza, la collazione è un meccanismo che permette di equilibrare le quote ereditarie tra gli eredi legittimari, tenendo conto delle donazioni ricevute dal defunto quando era in vita.

Chi sono gli eredi legittimari e a cosa hanno diritto?

Prima di introdurre il concetto di collazione e come una donazione possa influenzare sulla quota di eredità spettante a una persona, dobbiamo chiarire chi sono i cosiddetti eredi legittimari. I legittimari sono soggetti che non possono mai essere diseredati: ad essi la legge infatti riserva una quota minima del patrimonio del defunto (la cosiddetta “legittima”).

I legittimari sono:

  • il coniuge (purché non divorziato o, se separato, non abbia subito l’addebito);
  • i figli;
  • i genitori (solo in assenza di figli).

Ad essi, dunque, e non agli altri eredi (come fratelli, zii, nipoti, ecc.) spetta sempre una fetta di eredità, la cosiddetta legittima.

Come si calcola la legittima?

Per calcolare la legittima non si prende in considerazione solo ciò che il defunto ha lasciato nel proprio testamento ma anche le donazioni che ha fatto, al soggetto in questione, quando questi ancora era in vita.

Quindi, prima di lamentare la violazione della propria quota di legittima, i figli o il coniuge devono considerare quanto già hanno ottenuto dal defunto a titolo di donazione oltre che con il testamento.

Cos’è la collazione e quando si applica?

La collazione, come definita dall’articolo 737 del Codice Civile, è un meccanismo che obbliga gli eredi legittimari (figli, coniuge superstite o partner di un’unione civile) che hanno accettato l’eredità a riportare nell’asse ereditario – solo “fittiziamente” (ossia ai fini del calcolo del valore) – quanto hanno già ricevuto dal defunto tramite donazione. Questo vale sia per le donazioni dirette (si pensi al padre che intesti la casa al figlio), sia per quelle indirette (ad esempio, il padre che compri la casa al figlio pagando il venditore).

Qual è l’obiettivo della collazione?

Il fine della collazione è garantire un equo riparto dell’eredità tra gli eredi legittimari, prendendo in considerazione non solo i beni che il defunto ha lasciato alla sua morte (cosiddetto relictum), ma anche quelli donati in vita (cosiddetto donatum).

In pratica, si tratta di sommare all’eredità il valore delle donazioni fatte dal defunto agli eredi legittimari per calcolare se le loro quote di legittima sono state rispettate.

Come funziona la collazione con un esempio pratico?

Tizio, la cui moglie è già morta, ha quattro figli e un patrimonio di 100.000 euro. Fa testamento e lascia un terzo dell’eredità a un amico. Ai figli spettano per legge i 2/3 del patrimonio, da dividersi in parti uguali. Ogni figlio ha così diritto a ereditare 16.500 euro. Tuttavia si accerta che Tizio aveva effettuato una donazione di 25.000 euro in favore del primogenito, facendogli un bonifico per aiutarlo a comprare casa. In questo caso, il patrimonio da prendere in considerazione ai fini del calcolo delle quote di legittima è 125.000 euro (cioè il lascito ereditario sommato al donato). Pertanto, ogni figlio ha diritto di ricevere 20.833 euro.

Quali sono le eccezioni alla regola della collazione?

La collazione è obbligatoria salvo che il donatario ne sia stato dispensato dal donante, a condizione che sia rispettata la quota di legittima (art. 737 c. 2 c.c.).

Non sono soggette a collazione le donazioni di modico valore fatte in favore del coniuge (art. 738 c.c.) e la donazione nulla. Inoltre, ci sono alcune spese sostenute dal defunto per i suoi discendenti che sono escluse dalla collazione, come le spese di mantenimento ed educazione, quelle per malattia, e le spese ordinarie per abbigliamento o nozze (art. 742 c.c.).

 
Pubblicato : 11 Giugno 2023 06:45