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Donazione casa sottostimata: cosa si rischia?

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(@mariano-acquaviva)
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Valore della donazione inferiore a quello reale: quali sono le possibili conseguenze? In quali casi eredi e creditori possono impugnare la donazione?

La donazione consente di regalare una cosa senza ricevere nulla in cambio. Perché sia tutto in regola occorre un atto pubblico, cioè un documento formato e sottoscritto da un notaio alla presenza di almeno due testimoni. Si tratta di un atto che ha un costo, solitamente proporzionato al valore della cosa donata. È in questo preciso contesto che si pone il seguente quesito: cosa si rischia in caso di donazione di una casa sottostimata?

Accade spesso, infatti, che per pagare meno imposte le parti si mettano d’accordo per attribuire all’immobile un valore inferiore a quello reale. A cosa si può andare incontro in casi del genere? È possibile annullare la donazione di un bene sottostimato? Vediamo cosa dice la legge.

Come si fa una donazione?

Come ricordato, la donazione è valida se fatta per atto pubblico, in presenza di due testimoni.

È possibile derogare a questa forma solenne solo nel caso di donazioni aventi ad oggetto beni mobili di scarso valore: in queste ipotesi, è sufficiente la semplice consegna affinché l’atto possa dirsi perfezionato.

È il classico caso dei regali che si fanno in particolari occasioni, come ad esempio a una festa di compleanno o a un anniversario.

La donazione è caratterizzata dallo spirito di liberalità: il donante non ottiene assolutamente nulla in cambio.

Trattandosi di un contratto a tutti gli effetti, la donazione si perfeziona con l’accettazione del donatario, cioè di colui che beneficia dell’atto.

Tale accettazione può manifestarsi con la sottoscrizione della donazione oppure notificando al donante la propria volontà formale di voler beneficiare del regalo.

Quali sono i rischi di una donazione?

Chi riceve un bene in donazione deve sapere che il suo acquisto potrebbe essere messo a repentaglio da alcune circostanze.

Per la precisione, una donazione potrebbe essere aggredita:

  • dai creditori del donante, i quali vedono impoverito il patrimonio del proprio debitore;
  • dagli eredi del donante, i quali a causa della donazione ricevono un asse ereditario più povero.

Per la precisione:

  • con l’azione revocatoria, i creditori possono chiedere al giudice che siano dichiarati inefficaci nei loro confronti gli atti di disposizione del patrimonio con i quali il debitore rechi pregiudizio alle sue ragioni. L’azione va proposta entro cinque anni dall’atto;
  • con l’azione di riduzione, gli eredi chiedono il ripristino della quota di eredità loro spettante per legge. Con questa azione giudiziaria, gli eredi aggrediscono tutti quei beni che, fuoriuscendo dal patrimonio del defunto, hanno intaccato le loro quote. L’azione va proposta entro dieci anni dalla morte del donante.

Valore della donazione inferiore a quello reale: cosa si rischia?

Come anticipato in apertura, la donazione ha un costo, legato essenzialmente alle spese notarili (la parcella del notaio, insomma) e alle imposte.

Entrambe dipendono dal valore della donazione, cioè del bene che è stato conferito gratuitamente al donatario.

L’imposta ipotecaria è pari al 2% del valore dell’immobile, mentre l’imposta catastale corrisponde all’1%.

È per tale ragione che, molto spesso, le parti si mettono d’accordo per attribuire al bene donato un valore inferiore a quello reale. Ciò accade soprattutto con i beni immobili, come case e terreni.

Quali sono i rischi di una donazione sottostimata? C’è la possibilità che l’atto venga annullato, ad esempio dagli eredi o dai creditori?

Ebbene, la donazione di un bene il cui valore è volutamente ridimensionato non mette a rischio la validità dell’atto: se tutte le formalità di legge sono rispettate (atto pubblico, presenza di testimoni, accettazione, ecc.), la donazione è valida anche se il valore suo oggetto è stato sottostimato.

Ciononostante, potrebbero esserci delle conseguenze negative.

Innanzitutto, eredi e creditori potrebbero insospettirsi e dimostrare che, in realtà, il valore del bene donato è di gran lunga superiore a quello dichiarato nell’atto.

Se un padre dona a suo figlio una casa dichiarando che la stessa vale solo 40mila euro, gli altri fratelli potrebbero impugnare la donazione dimostrando che l’immobile, valendo in realtà 100mila euro, ha leso la loro quota di legittima.

Inoltre, una falsa dichiarazione del valore del bene donato espone le parti al rischio di sanzioni amministrative da parte dell’Agenzia delle entrate.

Come ricordato, infatti, le imposte che si pagano sulla donazione sono proporzionate al valore dell’atto: se questo viene fittiziamente ridotto, un accertamento dell’Agenzia delle entrate porterebbe al pagamento di quanto è stato inizialmente evaso, oltre ovviamente alla maggiorazione dovuta all’applicazione di sanzioni e interessi.

 
Pubblicato : 13 Settembre 2023 07:30