forum

Diritti successori ...
 
Notifiche
Cancella tutti

Diritti successori del coniuge superstite: guida completa

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
56 Visualizzazioni
(@adele-margherita-falcetta)
Post: 168
Honorable Member Registered
Topic starter
 

Panoramica chiara e approfondita su quello che spetta per successione alla moglie o al marito di una persona defunta, con uno sguardo ad altre forme di unione previste dalla legge.

Quando ci si trova ad affrontare la perdita di un coniuge, oltre al dolore e al disorientamento, si deve gestire anche la questione della successione. Quest’ultima è regolamentata da precise norme che stabiliscono come si debbano distribuire i beni del defunto.

Questo articolo vuole essere una guida completa ai diritti successori del coniuge superstite. Essa è stata pensata per offrire un quadro chiaro e dettagliato delle norme che delineano i diritti dei vedovi, ponendo particolare attenzione alle diverse situazioni familiari e ai possibili scenari successori.

Quali sono i diritti successori del coniuge superstite?

I diritti successori del coniuge superstite sono delineati con precisione dal codice civile, specialmente nell’art. 565 e seguenti. Questi diritti dipendono dalla struttura della famiglia del defunto al momento della sua morte.Precisamente:

se il defunto lascia solo il coniuge, senza figli o ascendenti (genitori o nonni), il coniuge superstite eredita l’intero patrimonio;

in presenza di figli, la situazione cambia: il coniuge riceve una quota dell’eredità pari alla metà, con la restante frazione suddivisa equamente tra i figli (art. 581 cod. civ.). La presenza di questi ultimi esclude la successione da parte di altri parenti;

se invece ci sono genitori o altri ascendenti, o fratelli e sorelle del defunto, o sia gli uni che gli altri, al coniuge spetta una quota pari a due terzi dell’eredità, lasciando il terzo rimanente ad ascendenti e fratelli (art. 582 cod. civ.).

Un aspetto fondamentale da considerare è il diritto di abitazione sulla casa di residenza e sull’arredamento che la compone (art. 540, comma 2 cod. civ.). Indipendentemente dalla quota di eredità, il coniuge superstite mantiene il diritto di abitare nella casa familiare e di utilizzare i beni mobili che ne fanno parte. Questo diritto assume un’importanza particolare poiché garantisce una certa stabilità e continuità nella vita del coniuge superstite dopo la perdita del partner.

Il regime patrimoniale dei coniugi ha effetti sulla successione?

Il regime patrimoniale scelto dai coniugi durante il matrimonio ha un impatto significativo sulle successioni.

Esistono principalmente due regimi patrimoniali: la comunione dei beni e la separazione dei beni, ciascuno dei quali influenza diversamente la gestione e la distribuzione dell’eredità.

Nel regime di comunione dei beni (art. 177 cod. civ.), la maggior parte dei beni acquisiti dai coniugi durante il matrimonio appartiene a entrambi, divisi equamente. Al momento del decesso di uno dei coniugi, solo la metà dei beni nella comunione entra nella massa ereditaria. Questo significa che il coniuge superstite conserva la sua metà di proprietà acquisita durante il matrimonio, e ha diritto a partecipare alla successione solo per l’altra metà dei beni comuni, oltre ai beni personali del defunto. La comunione dei beni tende quindi a garantire una maggiore sicurezza economica al coniuge superstite.

Nel regime di separazione dei beni (art. 215 cod. civ.), invece, ogni coniuge mantiene la piena proprietà dei beni che ha acquisito, sia prima che durante il matrimonio. In caso di decesso di uno dei coniugi, l’intero patrimonio personale del defunto entra nella successione. Il coniuge superstite non ha diritti automatici sui beni personali del defunto, salvo quanto previsto dalla legge in termini di legittima e salvo disposizioni testamentarie. Questo regime offre una maggiore indipendenza economica durante il matrimonio ma può portare a una maggiore incertezza nella successione, specialmente se non è presente un testamento.

Il coniuge superstite ha diritto alla legittima?

Il concetto di legittima è fondamentale nel diritto delle successioni, e il coniuge superstite ha  diritto a questa quota di protezione ereditaria. La legittima è quella parte dell’eredità che la legge riserva ad alcune categorie di eredi, detti legittimari, tra cui figura il coniuge superstite, (oltre a figli e ascendenti) e che non può essere sottratta nemmeno da disposizioni testamentarie. Questo significa che, anche se il defunto ha redatto un testamento, una quota dell’eredità è comunque garantita al coniuge.

La dimensione della quota di legittima spettante al coniuge superstite dipende dalla composizione della famiglia al momento del decesso. Infatti:

  • se il defunto lascia solo il coniuge, senza figli o genitori, la legittima per il vedovo o la vedova a metà del patrimonio ereditario (art. 540 cod. civ.);
  • in presenza di un figlio, la legittima è pari a un terzo; se vi sono più figli essa è di un quarto. La presenza dei figli esclude la successione degli ascendenti (art. 542 cod. civ.);
  • se ci sono genitori o altri ascendenti ma non figli, la legittima del coniuge è della metà dell’eredità (art. 544 cod. civ.).

Questo diritto alla legittima è un principio fondamentale del diritto successorio, concepito per proteggere il coniuge superstite, assicurando che non venga completamente escluso dall’eredità del defunto. Se quest’ultimo, mediante disposizioni testamentarie o donazioni fatte in vita, ha sottratto beni all’eredità intaccando la quota di legittima, il coniuge superstite può agire contro i beneficiari con un’azione detta di riduzione (art. 554 e 555 cod. civ.)

Quali sono i diritti successori del coniuge separato o divorziato?

La situazione del coniuge separato o divorziato differisce notevolmente da quella del coniuge unito in matrimonio.

Un coniuge divorziato non ha diritto a ereditare dal patrimonio del suo ex coniuge, poiché il divorzio determina la completa cessazione del vincolo matrimoniale e di tutti i diritti ad esso correlati, inclusi quelli successori.

Al contrario, il coniuge legalmente separato conserva alcuni diritti successori, ma questi sono limitati. Secondo l’art. 548 cod. civ. un coniuge separato con addebito non ha diritto all’eredità, a meno che non sia beneficiario di un testamento. Viceversa, un coniuge separato senza addebito mantiene il diritto di ereditare.

Se un coniuge separato con addebito si trova in una situazione economica difficile che compromette la sua capacità di sostentarsi, può chiedere al giudice di disporre un assegno alimentare a carico dell’altro coniuge. In questa circostanza, se quest’ultimo dovesse morire, il coniuge con addebito conserva il diritto a ricevere il suddetto assegno a carico degli eredi.

Per quanto riguarda la pensione di reversibilità destinata al coniuge superstite, colui o colei che ha ricevuto l’addebito nella separazione può accedervi solo se un giudice ha precedentemente stabilito il suo diritto a ricevere un assegno alimentare dal defunto.

Indipendentemente dalla presenza o assenza di addebito nella separazione, un coniuge separato non ha diritto a ottenere il trattamento di fine rapporto (TFR) spettante al coniuge defunto.

Quali sono i diritti successori nelle unioni civili e nelle coppie di fatto?

I diritti successori nelle unioni civili (cioè quelle tra persone dello stesso sesso), regolamentate dalla legge n. 76/2016, si avvicinano notevolmente a quelli riconosciuti ai coniugi sposati. I partner in un’unione civile hanno diritto a ereditare l’uno dall’altro in caso di decesso di uno dei partner, proprio come accade nel matrimonio. Questo significa che, in assenza di un testamento, il partner superstite è considerato un erede legittimo e la sua quota di eredità viene determinata seguendo le stesse regole previste per i coniugi sposati.

Inoltre, il partner superstite mantiene il diritto ad abitare la casa di residenza con il relativo arredamento, garantendo così una certa continuità nella vita quotidiana post-mortem del partner. Questi diritti riflettono il riconoscimento dell’unione civile come forma di convivenza paritaria al matrimonio, almeno sotto l’aspetto successorio.

Invece le coppie di fatto (composte da persone di sesso diverso che convivono) non godono degli stessi diritti successori automatici. In assenza di un testamento, il componente superstite di una coppia di fatto non è legalmente riconosciuto come erede del patrimonio del partner defunto. Questo significa che, se quest’ultimo non ha lasciato un testamento che esplicitamente assegna una parte dell’eredità al convivente, il patrimonio verrà distribuito tra gli eredi legittimi (come figli, genitori o altri parenti prossimi).

 
Pubblicato : 28 Gennaio 2024 17:30