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Detrazioni fiscali sulle pensioni: come funzionano?

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(@paolo-remer)
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Quali tipi di pensione sono esentasse; quanta Irpef si paga sulle pensioni ordinarie; a quanto ammonta la trattenuta e come fare il conguaglio in sede di dichiarazione dei redditi.

Se sei titolare di un trattamento pensionistico (di vecchiaia, di anzianità, di invalidità o di qualsiasi altro tipo) e magari hai anche altri redditi, come i canoni di appartamenti dati in locazione o le cedole su titoli di Stato ed obbligazionari, ti interesserà sapere come funzionano le detrazioni fiscali sulle pensioni.

Sicuramente sai che l’importo mensile della pensione che percepisci e ti viene accreditata sul conto (o incassi direttamente allo sportello, se è inferiore a mille euro) è già al netto delle trattenute fiscali; puoi consultare tutti i dettagli sul cedolino mensile e verificare a quanto ammonta la ritenuta Irpef che ti viene operata ogni mese (e le relative addizionali, regionale e comunale). Tuttavia queste ritenute non sono a titolo definitivo, per cui in sede di conguaglio potrebbe esserci un debito d’imposta da versare. E ciò avviene quando risultano altri redditi percepiti, da inserire nella dichiarazione annuale, che fanno cambiare gli scaglioni Irpef e le relative aliquote.

In questi casi, cioè quando scatta l’applicazione dell’aliquota Irpef più elevata per effetto del cumulo della pensione con altri redditi, i pensionati possono chiedere di “personalizzare” le detrazioni di imposta, per evitare di dover versare, come saldo Irpef, un grosso importo tutto insieme. Così il pagamento delle imposte dovute sarà più diluito. La domanda va presentata all’Inps, anche avvalendosi di un Caf o di un patronato, e la procedura si svolge interamente online.

Come sono tassate le pensioni?

Con la recente riforma Irpef, dal 2022 è entrata in vigore la nuova tassazione delle pensioni, che riguarda tutti gli emolumenti corrisposti dall’Inps o da altri Enti previdenziali (come le Casse professionali) in via periodica e continuativa. Sono cambiate molte cose rispetto al 2021 ed alle annualità precedenti e molti pensionati non sono ancora a conoscenza dei nuovi meccanismi di calcolo e di esenzioni d’imposta che ora ti illustriamo.

Quali sono le pensioni esentasse?

Ci sono, innanzitutto, delle pensioni completamente esenti da tassazione, e sono quelle nelle quali predomina la componente assistenziale anziché quella previdenziale, basata sui contributi versati nell’arco della vita lavorativa: si tratta delle pensioni privilegiate, delle pensioni di invalidità civile, dell’indennità di accompagnamento, dell’assegno sociale, che serve a garantire il minimo vitale, e delle indennità e rendite erogate dall’Inail per infortuni sul lavoro o malattie professionali (in questi casi è la funzione risarcitoria dell’emolumento che esclude la tassazione).

Quanto si paga di Irpef sulla pensione?

Tutte le altre pensioni costituiscono reddito imponibile per il beneficiario, e, pertanto, sono soggette alle ordinarie aliquote Irpef vigenti in base ai rispettivi scaglioni di reddito: sono le “fette” in cui è suddivisa a fini fiscali la somma annua incassata, e che considerano l’intero ammontare dei vari tipi di reddito (di lavoro, di capitale, d’impresa, ecc.) percepiti durante l’annualità d’imposta considerata.

Precisamente, dall’anno 2022 le aliquote Irpef sono state rimodulate e la tassazione è la seguente:

  • reddito complessivo annuo sino a 15.000 euro: imposta del 23%;
  • reddito complessivo annuo da 15.001 a 28.000 euro: imposta del 25%;
  • reddito complessivo annuo da 28.001 a 50.000 euro: imposta del 35%;
  • da 50.000 euro in su: l’imposta lorda del 43%.

Detrazioni Irpef per redditi di pensione

Le percentuali che ti abbiamo descritto sono ancora l’imposta lorda, non il netto Irpef da pagare. Ci sono infatti da considerare tutte le deduzioni e detrazioni operanti nel caso concreto, come quelle per i carichi di famiglia e le esenzioni per i redditi estremamente bassi. In particolare, se nel reddito complessivo annuo del contribuente rientrano redditi di pensione, è prevista una detrazione Irpef dall’imposta lorda [1], per un importo pari a:

  • 1.955 euro, per i redditi fino a 8.500 euro (la cosiddetta no tax area), con un ammontare minimo di 713 euro;
  • 700 euro (aumentata del prodotto fra 1.255 euro e l’importo corrispondente al rapporto fra 28.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 19.500 euro), per i redditi compresi tra 8.500 euro e 28.000 euro;
  • 700 euro, per i redditi da 28.000 euro a 50.000 euro. Qui la detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 50.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 22.000 euro;
  • oltre i 50mila euro di reddito non spetta alcuna detrazione per i redditi di pensione.

Inoltre, per i redditi complessivi compresi tra 25mila e 29mila euro annui, la detrazione è aumentata di 50 euro (si tratta di un correttivo, in quanto questa fascia fino al 2021 era compresa in un diverso scaglione).

Tutti questi calcoli vengono svolti automaticamente dal sostituto d’imposta che eroga la pensione (l’Inps, nella maggior parte dei casi) ed opera le trattenute tenendo conto delle detrazioni in base alle fasce che ti abbiamo indicato. Alla fine dell’anno d’imposta la detrazione effettivamente spettante viene ricalcolata, sempre a cura del sostituto d’imposta, in base all’ammontare del trattamento pensionistico effettivamente erogato durante l’anno, e l’ammontare viene riportato nella certificazione unica rilasciata al pensionato.

Come personalizzare le detrazioni fiscali sulle pensioni

Le detrazioni operate sui redditi di pensione servono per stabilire l’Irpef da pagare a seguito della presentazione della dichiarazione dei redditi (che non è necessario fare per chi percepisce solo la pensione e non ha altri introiti tassabili), e cioè quando emergerà, in base al coacervo di tutti i redditi imponibili – diminuiti delle deduzioni e delle percentuali di detrazioni spettanti: ad esempio, quelle sulle spese mediche e farmaceutiche – la presenza di un saldo Irpef a debito o a credito.

Per evitare brutte sorprese in questa fase di liquidazione finale dell’Irpef (potrebbe emergere un consistente debito d’imposta, specialmente se il pensionato ha avuto diversi altri redditi e per importi consistenti), l’Inps ha previsto, con una recente circolare [1], la possibilità per i pensionati di chiedere il «non riconoscimento, totale o parziale, delle detrazioni d’imposta». In sostanza, con questo metodo il sostituto d’imposta applicherà, nelle trattenute periodiche, l’aliquota Irpef più elevata indicata dal pensionato stesso e prevista dagli scaglioni annui di reddito complessivo che egli presume di incassare, in modo da “ammortizzare” preventivamente l’insorgere di un’imposta a debito al momento del saldo finale.

La richiesta può essere presentata dal pensionato stesso, o tramite un Caf o un Ente di patronato, compilando la dichiarazione online sul sito dell’Inps nel servizio “Detrazioni fiscali – Domanda e gestione”, con validità anche per l’anno di imposta successivo.

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Pubblicato : 24 Ottobre 2022 16:00