Dare del “drogato” a qualcuno è reato?
Cosa si rischia a offendere qualcuno? Qual è la differenza tra diffamazione e ingiuria? Si può diffamare una persona pur dicendo la verità?
La legge tutela non solo i beni materiali (il patrimonio, l’incolumità fisica, ecc.) ma anche quelli immateriali, come l’onore e la reputazione, sanzionando severamente coloro che offendono tali interessi. Ad esempio, insultare una persona costituisce l’illecito di ingiuria, per il quale si può fare ricorso al giudice civile per chiedere il risarcimento dei danni. Screditare qualcuno costituisce invece il reato di diffamazione.
Con questo articolo vedremo se dare del “drogato” a qualcuno costituisce un illecito penale, cioè una condotta talmente grave da dover essere sanzionata con la reclusione. La questione pone in realtà anche un altro problema, e cioè se sia possibile diffamare una persona dicendo ad altri la verità.
Mettiamo il caso che un uomo assista all’arresto di due persone che stavano consumando sostanze stupefacenti: se riferisse l’accaduto ai suoi amici oppure ai vicini sul pianerottolo, raccontando dell’arresto di due drogati, commetterebbe reato di diffamazione?
Offendere qualcuno è reato?
In linea di massima, offendere qualcuno non costituisce reato ma solo un illecito civile. A partire dal 2016, infatti, l’ingiuria è stata abrogata, con la conseguenza che la persona insultata può solamente chiedere il risarcimento dei danni al giudice civile.
Le cose cambiano nell’ipotesi in cui le offese vengano riferiti a terzi e non al diretto interessato: in questo caso, essendoci una lesione della reputazione, può scattare il reato di diffamazione. Approfondiamo la questione.
Quando c’è diffamazione?
Secondo la legge, c’è diffamazione quando si offende la reputazione di una persona. Per reputazione deve intendersi la considerazione e la stima che il soggetto gode all’interno del proprio contesto sociale e lavorativo.
Affinché si possa parlare di diffamazione occorre che gli insulti e le parole poco lusinghiere siano riferite ad almeno altre due persone, in assenza della vittima.
In altri termini, mentre l’ingiuria (depenalizzata) presuppone che la persona offesa sia presente e ascolti direttamente ciò che le viene detto, la diffamazione presuppone l’esatto contrario, e cioè che il bersaglio degli insulti sia assente, o almeno non sia in grado di percepire le offese (ad esempio, perché distante dal gruppo di individui che lo sta denigrando).
C’è diffamazione se si dice la verità?
Una persona potrebbe essere screditata anche dicendo la verità; ciò però non significa che debba esserci diffamazione anche in questo caso: se così fosse, i giornalisti e tutti coloro che raccontano fatti spiacevoli riguardanti altri soggetti (politici, ecc.) commetterebbero reato.
Secondo la giurisprudenza, la notizia potenzialmente lesiva dell’altrui reputazione, se è veritiera, espressa con continenza (cioè in modo oggettivo e pacato) e di interesse pubblico, non costituisce diffamazione.
Così testualmente una sentenza della Cassazione: “… i principi sanciti dalla giurisprudenza per escludere il reato di diffamazione, e cioè la verità dei fatti riferiti, la continenza delle espressioni utilizzate e l’interesse pubblico alla diffusione della notizia” [1].
Ad esempio, il giornalista che pubblica la notizia dell’arresto per corruzione di un noto politico non fa altro che esercitare il proprio diritto di cronaca, tutelato dalla Costituzione come particolare manifestazione del proprio pensiero.
Al contrario, scatta il reato di diffamazione se la verità è utilizzata come arma per colpire un bersaglio. Ad esempio, la giurisprudenza ha ritenuto che dare del nano a qualcuno è reato se, pur essendo vera la condizione di nanismo, l’intenzione è chiaramente offensiva.
Dare del “drogato” è reato?
Da quanto appena detto deriva che dare del “drogato” a qualcuno costituisce reato anche se è la verità, quando l’intenzione è di offendere, utilizzando espressioni o toni che rendono manifesta la volontà denigratoria.
La differenza tra diffamazione e diritto di cronaca sta quindi nei modi con cui la notizia viene divulgata:
- se ci si limita a riportare, in maniera asettica e senza “ricami”, il mero avvenimento, allora la condotta sarà lecita;
- al contrario, se il fatto viene raccontato a mo’ di pettegolezzo, magari enfatizzando alcuni aspetti con l’evidente intenzione di screditare la reputazione della persona oggetto della narrazione, scatta il reato di diffamazione.
Ma c’è di più: secondo la Corte di Cassazione [3], dare del “drogato” a qualcuno è offensivo anche per i suoi genitori, in quanto l’affermazione è lesiva dell’autorevolezza del ruolo genitoriale, nonché dell’onore e del decoro dell’intera famiglia.
Dare del drogato a qualcuno, quindi, rischia di far scattare il reato di diffamazione sia nei confronti del diretto interessato che della sua famiglia, con la conseguenza che anche i parenti potrebbero sporgere querela e chiedere conseguentemente il risarcimento dei danni.
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