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Cos’è l’affidamento super esclusivo e cosa comporta

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(@raffaella-mari)
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Tutti i casi in cui il giudice dispone l’affidamento dei figli minori a un solo genitore e l’obbligo di mantenimento. 

Avrai probabilmente sentito parlare di affidamento super esclusivo e ti sarai chiesto cosa sia e cosa comporti. Si tratta di una previsione del nostro diritto di famiglia che si applica in caso di disgregazione del nucleo familiare. 

In particolare, quando una coppia si separa, sia essa sposata o semplicemente convivente, in assenza di diverso accordo tra le parti il giudice decide a chi vadano affidato i figli minorenni. Attenzione: «affidamento» non significa «collocazione»: non è cioè il luogo ove i figli andranno a vivere. L’affidamento è il potere che spetterà ai genitori di decidere le questioni più importanti per la crescita, educazione, salute e istruzione dei figli. E la regola vuole che l’affidamento sia «condiviso», ossia spessi a entrambi i genitori, sia a quello che vive coi figli (il genitore collocatario) che all’altro (il genitore non collocatario). Solo in casi eccezionali – quando cioè un padre o una madre è inadatto al ruolo di genitore – il giudice dispone l’«affidamento esclusivo», ossia l’affidamento in capo a un solo genitore, estromettendo l’altro da ogni decisione inerente la prole. 

Ancora più eccezionale è il caso di affidamento super esclusivo. Vediamo dunque cos’è e cosa comporta.

Cos’è l’affidamento super esclusivo? 

L’affidamento superesclusivo (detto anche rafforzato) è il riconoscimento a un genitore di poter assumere anche le decisioni di maggiore interesse per la prole minore in tema di salute, educazione, istruzione, residenza abituale senza la previa consultazione con l’altro genitore. Si tratta di una sottospecie dell’affidamento esclusivo, caratterizzato da maggiore rigidità e rigore.

Con tale forma di affidamento il giudice estromette completamente un genitore dall’esercizio della responsabilità genitoriale, ferma restando la sua titolarità.

Nonostante l’affidamento super-esclusivo, il non affidatario rimane titolare della responsabilità genitoriale che si manifesta come diritto-dovere di vigilare sull’istruzione, educazione e condizioni di vita del figlio, con facoltà di proporre ricorso al giudice «quando ritenga che siano state assunte decisioni pregiudizievoli al loro interesse». 

L’affidamento super esclusivo è dunque una forma di affidamento minorile che viene stabilita in casi particolari e rari, quando vi è il pericolo per il minore di subire violenza o maltrattamenti da parte di uno dei genitori o di una terza persona a cui il minore è stato affidato.

In questo tipo di affidamento, il minore viene affidato ad uno solo dei genitori, che diventa l’unico responsabile della sua custodia, senza che l’altro genitore abbia alcun diritto di visita o di comunicazione con il minore stesso. Ciò non toglie che quest’ultimo non debba continuare a mantenere il figlio: il mantenimento è infatti un obbligo che prescinde dall’affidamento e consegue al semplice fatto di aver generato il bambino. In pratica, quindi, anche con l’affidamento esclusivo o super esclusivo il genitore non affidatario deve versare all’ex l’assegno di mantenimento per i figli.

Quando viene stabilito l’affidamento super esclusivo?

L’affidamento super esclusivo viene solitamente stabilito solo in situazioni di particolare gravità, come nel caso in cui vi siano state condanne per reati di violenza o maltrattamenti in famiglia, oppure nel caso in cui il genitore non affidatario sia considerato un pericolo per la salute o la sicurezza del minore.

La dottrina e la giurisprudenza, in mancanza di previsione normativa, hanno elaborato una serie di casi in cui l’affidamento del minore risulterebbe pregiudizievole. In particolare si ritiene che si possa ricorrere a tale scelta: 

  • in caso di violenza sui figli; 
  • in caso di violenza sul coniuge anche in presenza del figlio o, comunque, di un atteggiamento denigratorio tenuto da uno dei genitori nei confronti dell’altro; 
  • se vi sono forti carenze di un genitore sul piano affettivo (violazione degli obblighi di assistenza, irreperibilità del genitore, uso di alcol, di sostanze stupefacenti ecc.); 
  • in caso di elevata conflittualità tra i coniugi, tale da pregiudicare il benessere e la salute psico-fisica dei figli.

Quanto ai provvedimenti adottati dal giudice, nel caso di affidamento super esclusivo si registrano i seguenti casi: 

  • in presenza di un padre che interrompe totalmente i rapporti col figlio: in tal caso spetteranno alla madre tutti i poteri decisionali nell’interesse e a tutela del minore, restando al padre il solo potere-dovere di vigilanza;
  • a fronte di un padre che non contribuisce a mantenere il figlio minore e si disinteressa completamente del suo benessere e dei suoi bisogni: in tal caso il giudice riconosce alla madre l’esercizio esclusivo della responsabilità genitoriale e il potere di adottare, anche senza l’accordo dell’altro, le decisioni di maggior interesse per il figlio;
  • in presenza di gravi comportamenti aggressivi, violenti e minacciosi del padre: in tal caso il giudice può riconoscere al padre la possibilità di vedere e incontrare il figlio con cadenza bimensile in uno spazio neutro e con la supervisione di operatori specializzati.

Chi decide l’affidamento super esclusivo?

La decisione di stabilire un affidamento super esclusivo viene presa dal giudice, che valuta attentamente la situazione del minore e le circostanze che hanno portato alla richiesta di questo tipo di affidamento. Il giudice può inoltre stabilire delle condizioni specifiche per l’affidamento, come ad esempio la presenza di un assistente sociale che monitori la situazione del minore e la relazione con il genitore affidatario.

Padre assente e affidamento super esclusivo 

Il genitore che non mostra interesse per i propri figli violando sistematicamente gli obblighi di cura e di sostegno, in particolare esercitando in modo discontinuo il diritto di visita e non adempiendo al mantenimento, è escluso dall’affidamento. Il fatto di non versare il mantenimento per i figli incide in senso negativo sulla vita dei figli stessi, non solo in senso materiale, ma anche sotto il profilo morale, in quanto sintomatico dell’indisponibilità del genitore inadempiente a soddisfare le esigenze di vita dei figli.

Quando scatta l’affidamento esclusivo 

L’affidamento esclusivo può essere richiesto al giudice da ciascuno dei genitori in qualunque momento, allegando la contrarietà all’interesse del figlio dell’affidamento condiviso con l’altro genitore; se accoglie la domanda il giudice lo dispone con provvedimento motivato. È, quindi, un’opzione residuale, condizionata al ricorrere di circostanze particolari, in cui l’affido condiviso sia pregiudizievole all’interesse del figlio.

 
Pubblicato : 6 Marzo 2023 20:00