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Cos’è la presunzione di pari responsabilità?

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(@mariano-acquaviva)
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Cos’è il principio dell’onere della prova? Come funziona la presunzione di concorso in pari grado di colpa a carico dei conducenti coinvolti in un sinistro?

Chi intende agire in giudizio per far valere un proprio diritto deve fornire prova dell’esistenza dello stesso, ad esempio mediante documenti o testimoni. Si tratta del principio dell’onere della prova, in base al quale incombe su chi intende azionare una pretesa dimostrare la legittimità della stessa. Chi non riesce a fare ciò è destinato a soccombere. È in questo contesto che si pone la presunzione di pari responsabilità.

Come diremo, si tratta di un principio che si applica solamente nell’ipotesi in cui i soggetti coinvolti in un sinistro stradale non abbiano saputo dimostrare la responsabilità dell’altro. Ma procediamo con ordine.

Che cos’è il principio dell’onere della prova?

Secondo la legge [1], chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento.

Carlo cita in giudizio Marco per ottenere la restituzione di un prestito che gli ha fatto tempo addietro. A sostegno della propria pretesa produce in giudizio una scrittura privata in cui Marco si riconosce debitore.

Giovanni, giocando a pallone, rompe il vetro della finestra di Matteo. Questi gli chiede il risarcimento portando in giudizio diversi testimoni che hanno assistito al fatto.

Di contro, spetta a chi eccepisce che il diritto si è modificato o estinto provare i fatti su cui l’eccezione si fonda.

Marco, citato in giudizio per la restituzione di un prestito, dimostra di aver estinto il debito esibendo la quietanza di pagamento rilasciatagli dal creditore.

Giovanni, citato in giudizio per pagare un risarcimento, riesce a dimostrare tramite la registrazione di una telecamera di videosorveglianza che il danno è stato prodotto da un’altra persona.

Cos’è il principio della presunzione di pari responsabilità?

Il principio dell’onere della prova vale per ogni causa civile, anche quando si tratta di risarcimento danni derivante da sinistro stradale.

In questo particolare ambito, però, la legge [2] contempla la cosiddetta presunzione di pari responsabilità; si tratta di un principio secondo il quale, se nessuno dei conducenti coinvolti nell’incidente riesce a dimostrare la colpevolezza dell’altro, il giudice deve attribuire loro equamente la responsabilità.

Carlo, procedendo a velocità superiore ai limiti di legge, si scontra contro l’auto di Giacomo, il quale a propria volta non aveva rispettato l’obbligo di dare precedenza all’incrocio. Se nessuno dei due riesce a chiarire la dinamica del sinistro e ad attribuire la colpa all’altro, il giudice deve presumere che essa appartenga al 50% a ciascuno di essi.

Insomma, secondo la presunzione di pari responsabilità deve ritenersi che, fino a prova contraria, ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno.

Come funziona la presunzione di pari responsabilità?

La presunzione di pari responsabilità negli incidenti stradali è un principio avente carattere sussidiario, nel senso che si applica solamente se le parti coinvolte nel sinistro non siano riuscite a dimostrare il contrario, e cioè che la colpa dell’incidente sia ascrivibile solamente a uno di essi.

In realtà, per vincere la presunzione di pari responsabilità non occorre necessariamente provare che la colpa sia attribuibile interamente (cioè, al 100%) a uno dei conducenti: è sufficiente dimostrare che la dinamica del sinistro sia incompatibile con l’uguale suddivisione della responsabilità.

La presunzione di pari responsabilità non si applica se il perito nominato dal giudice per ricostruire la dinamica del sinistro accerta che il 70% della colpa è a carico di un conducente e la restante parte a carico dell’altro.

In effetti, la presunzione di pari responsabilità non è altro che un concorso di colpa al 50%, che può essere vinto dimostrando in concreto che la responsabilità è attribuibile in misura diversa (al 100%, all’80%, al 60%, ecc.).

La giurisprudenza [3] ha precisato che la presunzione di concorso in pari grado di colpa a carico dei conducenti coinvolti in uno scontro ha carattere sussidiario e opera perciò soltanto quando non sia possibile accertare in concreto le cause e il grado delle colpe incidenti nella produzione dell’evento dannoso.

L’accertamento in concreto della colpa di uno dei conducenti non comporta di per sé il superamento della presunzione di colpa concorrente dell’altro, occorrendo che quest’ultimo fornisca la prova liberatoria, ovvero la dimostrazione di essersi uniformato alle norme sulla circolazione e a quelle della comune prudenza, e di essere stato messo in condizioni di non poter fare alcunché per evitare il sinistro [4].

Insomma: non occorre semplicemente dimostrare che l’altro conducente ha torto in quanto ha violato le regole del Codice della strada, ma anche che la propria condotta sia stata ineccepibile.

 
Pubblicato : 11 Novembre 2023 18:00