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Cos’è il reato di malversazione a danno dello Stato?

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(@mariano-acquaviva)
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Com’è punito chi approfitta delle erogazioni statali spendendo i soldi per finalità diverse rispetto a quelle stabilite?

In linea di massima, con le proprie cose si è liberi di fare quello che si vuole. Ciò vale anche per il denaro: chi, dopo duro lavoro, si è guadagnato lo stipendio, può decidere di spenderlo come più gli piace. Quanto appena detto non è però sempre valido; ci sono volte in cui i beni che ci vengono affidati devono essere conservati oppure impiegati per determinati scopi. È in questo contesto che si inserisce il reato di malversazione a danno dello Stato.

Tutti sanno che il Governo elargisce contributi economici non solo alle persone prive di lavoro oppure affette da gravi patologie, ma anche a quanti hanno bisogno di denaro per intraprendere un’attività lavorativa. Si pensi, ad esempio, ai prestiti che vengono concessi per mettere su un’impresa. In ipotesi del genere, i soldi ricevuti non possono essere utilizzati per altri scopi, pena il reato. Prosegui nella lettura se ti interessa quanto detto sinora e se vuoi sapere cos’è il reato di malversazione a danno dello Stato.

Cosa si intende per malversazione?

Per “malversazione” si intende la condotta di chi usa una cosa per scopi diversi rispetto a quelli previsti.

Quanto appena detto si apprezza con specifico riferimento al contratto di mutuo. Se il cliente che ha ottenuto il prestito per l’acquisto della casa impiega quei soldi per comprare una Ferrari, commette una malversazione, nel senso che usa impropriamente una cosa (i soldi, appunto) ricevuta per fare altro.

Questa condotta, però, non costituisce reato, a meno che la “vittima” non sia lo Stato. Vediamo allora quando scatta il reato di malversazione.

Reato di malversazione a danno dello Stato: cos’è?

Il reato di malversazione scatta quando ci si approfitta delle erogazioni statali spendendo i soldi in modo diverso rispetto alle finalità pattuite.

Per la precisione, la legge [1] punisce chi, avendo ottenuto dallo Stato, da altro ente pubblico o anche dall’Unione Europea, contributi, sovvenzioni, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, destinati alla realizzazione di uno specifico scopo, non li destina alle finalità previste. La pena prevista è la reclusione da sei mesi a quattro anni.

Come detto, la malversazione è reato solamente se commessa ai danni dello Stato o di altro ente pubblico, come ad esempio il Comune, la Provincia o la Regione. È reato anche se realizzata ai danni dell’Unione europea.

Secondo la Cassazione [2], scatta il reato di malversazione anche a carico di chi, avendo ricevuto da un istituto di credito un finanziamento assistito da garanzia pubblica, impieghi le somme per finalità diverse da quelle cui detto finanziamento è destinato per legge.

Quando scatta la malversazione punibile penalmente?

Secondo la legge, chiunque può commettere malversazione, purché non faccia già parte della pubblica amministrazione. Ad esempio, il funzionario regionale che si impossessa dei soldi pubblici commetterebbe un altro reato (il peculato).

Vittime del reato possono essere solamente lo Stato, gli altri enti pubblici o l’Unione europea. La malversazione commessa a danno dei privati non costituisce delitto.

Sul punto la giurisprudenza è pacifica: la persona offesa dal reato di malversazione è esclusivamente il soggetto pubblico, in quanto il delitto è posto a tutela della corretta gestione e utilizzazione delle risorse pubbliche destinate all’incentivazione economica.

In pratica, la malversazione consiste nella violazione del mutuo di scopo concesso da un soggetto pubblico. Per mutuo di scopo si intende quel particolare tipo di prestito in forza del quale una parte si obbliga a fornire all’altra una somma di denaro che serve per una finalità determinata nel contratto; la parte mutuataria si obbliga non solo a restituirla, ma anche ad eseguire l’attività stabilità.

Ad esempio, chi riceve dallo Stato un finanziamento per aprire un’attività commerciale ma poi utilizza quel denaro per ripagare i debiti, commette il reato di malversazione.

Secondo la Corte di Cassazione [3], la malversazione può essere commessa sia attraverso una destinazione dei fondi pubblici ottenuti a fini privati o, comunque, diversi da quelli da quelli perseguiti dall’ente erogante, sia attraverso una mera omissione.

È il caso di chi intasca i finanziamenti pubblici senza investirli ma semplicemente tenendoli per sé, magari anche solo per pagare le spese quotidiane.

Sempre la Suprema Corte ha altresì affermato che, qualora l’erogazione del contributo avvenga in più fasi (“tranche”), il reato si realizza già con la prima omissione o deviazione dei fondi rispetto alla finalità di interesse pubblico [4].

Infatti, in genere le erogazioni statali avvengono con cadenza periodica: è quindi sufficiente che già la prima rata sia utilizzata in modo diverso da quanto pattuito per integrare il reato di malversazione.

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Pubblicato : 19 Febbraio 2023 15:45