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Cosa succede dopo una denuncia per aggressione verbale?

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(@mariano-acquaviva)
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Quali reati si possono commettere nel caso di offese e ingiurie? Maltrattamenti, minacce e diffamazione: come sporgere querela?

Si può commettere un reato anche limitandosi a usare le parole. È il caso, ad esempio, dell’articolo di giornale che diffama un politico oppure delle minacce nei confronti del vicino di casa. Insomma: per essere incriminati non occorre necessariamente usare la violenza fisica. Con questo articolo ci occuperemo di una specifica questione: cosa succede dopo una denuncia per aggressione verbale?

Per rispondere a questa domanda bisogna innanzitutto distinguere le aggressioni verbali che hanno rilievo penale da quelle, invece, che hanno conseguenze solamente civili oppure che sono addirittura legali. Ad esempio, una critica particolarmente aspra nei confronti dell’operato di un’altra persona (ad esempio di un professionista o di un artista) non è illegale perché rientra nel diritto di ciascuno di poter manifestare il proprio pensiero. Se l’argomento t’interessa e vuoi saperne di più, prosegui nella lettura: vedremo insieme cosa succede dopo una denuncia per aggressione verbale.

Aggressione verbale: quando è reato?

Come anticipato, la prima cosa da fare è capire quando un’aggressione verbale è reato; e infatti, denunciare un fatto che non costituisce alcun crimine sarebbe inutile, in quanto il pubblico ministero sarebbe costretto a disporre immediatamente l’archiviazione del caso.

Un’aggressione verbale è reato quando configura gli estremi dei seguenti reati:

  • diffamazione, che consiste nell’offendere la reputazione altrui davanti ad almeno altre due persone, in assenza della vittima [1]. Si pensi ai post offensivi su Facebook, ai pettegolezzi particolarmente maligni nelle chat di gruppo, alle email inviate al datore di lavoro per mettere in cattiva luce un dipendente, ecc.;
  • minaccia, consistente nella prospettazione di un male ingiusto [2]. Si tratta della classica intimidazione fatta per mettere paura alla vittima (“Ti ammazzo”, “Te la faccio pagare”, ecc.);
  • maltrattamenti, ma solo quando le aggressioni verbali sono gravi, ripetute e dirette nei confronti di un convivente [3]. È il caso del marito che urla continuamente nei confronti della moglie al fine di umiliarla.

Al ricorrere di almeno una di queste ipotesi è possibile sporgere denuncia per aggressione verbale.

Aggressione verbale: quando non è reato?

Non è reato ingiuriare una persona: dal 2016, infatti, l’ingiuria non costituisce più delitto. Pertanto, l’aggressione verbale che consiste nell’offendere, anche pesantemente, una persona che è presente, non è più un illecito penale ma solo civile.

Insomma: non si può sporgere denuncia per il classico “vaffa” ma, al massimo, si può agire in sede civile per chiedere il risarcimento dei danni.

Non è reato criticare una persona, se la censura è espressione della propria esperienza. Ad esempio, la Cassazione ha stabilito che non è diffamazione dare dell’incompetente al medico con i superiori di quest’ultimo [4].

Per la Suprema Corte, quindi, non c’è reato di diffamazione ma diritto di critica quando le espressioni, pur essendo ingiuriose, sono motivate e inserite in un preciso contesto, e non hanno lo scopo di screditare gratuitamente la vittima.

Per maggiori approfondimenti, si legga l’articolo dal titolo Diritto di critica: quando offendere non è reato?

In tutti questi casi, una denuncia per aggressione verbale verrebbe archiviata dal pubblico ministero, non sussistendo alcun reato.

Aggressione verbale: come fare denuncia?

Chi subisce un’aggressione verbale che costituisce anche reato può sporgere denuncia, in forma scritta oppure orale, recandosi presso il più vicino presidio delle forze dell’ordine (carabinieri, polizia, ecc.).

Poiché l’aggressione verbale può assumere diverse forme, bisogna distinguere tra reati procedibili d’ufficio e reati procedibili a querela di parte.

La differenza è importante perché, mentre per i reati procedibili a querela la denuncia può essere sporta solo dalla vittima entro tre mesi dal fatto, i reati procedibili d’ufficio sono denunciabili da chiunque, anche da persona diversa dalla vittima, e senza limiti di tempo.

Per la precisione, l’aggressione verbale:

  • è procedibile a querela quando integra i reati di diffamazione e di minaccia;
  • è procedibile d’ufficio quando integra i reati di maltrattamenti e di minaccia aggravata. La minaccia è aggravata quando è fatta durante una manifestazione che si svolge in un luogo pubblico o aperto al pubblico; con le armi; da più persone riunite; da una sola persona, non riconoscibile in volto perché mascherata (ad esempio, con un passamontagna); con uno scritto anonimo; in modo simbolico (ad esempio, il proiettile recapitato in una busta).

Aggressione verbale: cosa succede dopo la denuncia?

Una volta sporta denuncia per aggressione verbale, le forze dell’ordine cominceranno le indagini preliminari, cioè quella fase del procedimento penale in cui le autorità effettuano tutte le investigazioni necessarie a confermare oppure a smentire la notizia di reato segnalata.

Durante la fase delle indagini preliminari la polizia sentirà la vittima e tutte le altre persone che potranno riferire qualcosa di utile.

Ad esempio, se nella denuncia per minacce sono stati indicati i nomi di soggetti che hanno assistito al crimine, allora la polizia li convocherà per sentire la loro versione dei fatti.

Al termine delle indagini, se il pubblico ministero ritiene provato il reato, allora chiederà il rinvio a giudizio, aprendo così le porte al processo penale vero e proprio; al contrario, se il pm ritiene infondata la denuncia, allora procederà alla sua archiviazione, contro la quale la vittima potrà fare opposizione.

Aggressione verbale: quali sono le conseguenze per il denunciato?

Una persona denunciata per aggressione verbale potrebbe rimanere all’oscuro di tutto fino alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, cioè dell’atto con cui il pm comunica formalmente di aver terminato le investigazioni e di essere intenzionato a chiedere il rinvio a giudizio.

Ciò accade perché la persona denunciata non deve necessariamente essere avvertita delle indagini che si stanno svolgendo a suo carico. Questo significa che l’indagato per aggressioni verbali potrebbe essere del tutto ignaro del fatto di essere stato denunciato.

Una volta ricevuto l’avviso formale, il denunciato può nominare un difensore di fiducia, prendere visione degli atti d’indagine, depositare memorie difensive e chiedere di essere sottoposto a interrogatorio dal pm.

La semplice denuncia non comporta preclusioni per il denunciato; in altre parole, chi è indagato per aggressioni verbali non può essere considerato un “pregiudicato”, in quanto la sua fedina penale resta pulita fintantoché non interverrà una condanna definitiva.

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Pubblicato : 29 Ottobre 2022 10:00