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Cosa spetta con la legge 104 comma 3?

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(@mariano-acquaviva)
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Cosa prevede la legge 104 a favore delle persone portatrici di handicap? Quali sono le agevolazioni in campo lavorativo e fiscale?

Non c’è bisogno di essere avvocati per sapere che cos’è la legge 104: si tratta di quel provvedimento legislativo con cui lo Stato tutela le persone affette da handicap, in modo da poter favorire la loro inclusione sociale. Ciò significa, come vedremo, che la legge 104 non prevede prestazioni economiche (come avviene, ad esempio, con l’indennità di accompagnamento) bensì agevolazioni nel settore lavorativo e per l’acquisto di determinati beni. Con questo articolo vedremo in particolare cosa spetta con la legge 104 comma 3.

Il riconoscimento dello status di portatore di handicap è previsto dall’articolo 3 della legge 104, il quale stabilisce che è persona handicappata colei che, a causa della propria patologia, ha difficoltà di inserimento sociale e lavorativo, rischiando così l’emarginazione.

Il comma 3 dell’articolo 3 prevede invece il cosiddetto “handicap grave”, cioè la situazione di svantaggio maggiore derivante a causa della particolare importanza della patologia o della menomazione. Proprio su quest’ultimo aspetto ci soffermeremo maggiormente: vedremo cioè cosa spetta con la legge 104 comma 3.

Cosa prevede la legge 104?

Come anticipato in apertura, la legge 104 si occupa della tutela delle persone affette da handicap. La protezione di questi soggetti passa per una serie di benefici e agevolazioni riferiti non solo ai soggetti colpiti da disabilità ma anche ai familiari che se ne prendono cura.

Basti pensare, solo per fare un esempio, ai famosi “permessi 104” che i dipendenti possono prendere da lavoro per trascorrere del tempo accanto ai familiari portatori di handicap.

La legge 104, quindi, non elargisce alcun sussidio economico ma prevede una vasta serie di agevolazioni volte a favorire l’inserimento sociale e lavorativo della persona con handicap.

Chi è la persona con handicap?

Secondo il comma 1 dell’art. 3 della legge 104, l’handicap è riconosciuto alla persona che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di   apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa, tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.

Si pensi a chi non ha perso l’uso delle gambe, ai cechi, ai sordomuti, alle persone affette da un grave morbo oppure che hanno perso un arto: in tutte queste ipotesi scatta il diritto al riconoscimento dello status di portatore di handicap in quanto il soggetto si trova oggettivamente in una situazione di svantaggio e di potenziale emarginazione in ambito sia lavorativo che sociale.

Cosa prevede la legge 104 comma 3?

Il comma 3 dell’art. 3 della legge 104 prevede il cosiddetto “handicap grave”, cioè la situazione di svantaggio talmente marcato da rendere il soggetto meritevole di maggiori agevolazioni (come vedremo nel prossimo paragrafo).

Per la precisione, la legge 104 comma 3 stabilisce che quando la minorazione ha ridotto l’autonomia personale del soggetto, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sua sfera individuale o in quella di relazione, “la situazione assume connotazione di gravità”.

Insomma: le persone affette da gravissime patologie o menomazioni fisiche possono avere il riconoscimento, ai sensi del comma 3 dell’art. 3 della legge 104, dell’handicap grave, con le conseguenze che vedremo tra un istante.

Legge 104 comma 3: cosa spetta?

Il portatore di handicap grave ai sensi della legge 104, articolo 3 comma 3, ha diritto a una serie di benefici e agevolazioni:

  • permesso retribuito di due ore al giorno o, in alternativa, di tre giorni al mese, da fruire in modalità continuativa o frazionata. Da notare che i permessi lavorativi possono essere fruiti anche dal familiare (il cosiddetto caregiver) che si occupa del portatore di handicap;
  • congedo straordinario retribuito di due anni, anche non consecutivi, sempreché la persona con handicap non sia ricoverata a tempo pieno;
  • diritto di scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e diritto a non essere traferito in altra sede senza il suo consenso.
  • diritto di essere esonerati dai turni di lavoro notturno, al fine di garantire assistenza al parente affetto da disabilità;
  • diritto all’applicazione dell’aliquota Iva agevolata del 4% sull’acquisto di sussidi tecnici e informatici. Queste spese possono inoltre essere portate in detrazione Irpef con la dichiarazione dei redditi, con un rimborso d’imposta pari al 19% della spesa sostenuta (fino a 2.840 euro). L’agevolazione può essere richiesta anche dai familiari che hanno fiscalmente a carico il soggetto disabile;
  • agevolazioni per l’acquisto di veicoli, consistenti nella detrazione Irpef del 19% sul costo del mezzo (fino a 18.075,99 euro), applicazione dell’iva al 4% sull’acquisto, esenzione dal pagamento del bollo, esonero dell’imposta di trascrizione per i passaggi di proprietà;
  • detrazione della spesa di assistenza per i familiari con una persona disabile a carico (assistenza infermieristica, ecc.);
  • detrazione spese sanitarie relative all’acquisto di mezzi per la deambulazione, spese mediche specialistiche, ecc.;
  • detrazioni spese per l’abbattimento di barriere architettoniche (costruzione di rampe, installazione di ascensori, montascale, ecc.).

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Pubblicato : 29 Gennaio 2023 09:00