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Cosa significa che una sentenza è passata in giudicato?

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(@angelo-greco)
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Che significa “passaggio in giudicato”, sentenza vincolante e provvisoriamente esecutiva. Che differenza c’è tra questi termini.

Nel mondo dei tribunali e delle leggi, c’è un termine che viene spesso ripetuto: “sentenza passata in giudicato“. Suona complicato, vero? In realtà si tratta di qualcosa di molto semplice e concreto, che ha a che fare con le conseguenze che una decisione del giudice ha sulla vita delle parti coinvolte in un processo. Allora, che qual è il significato di questa famosa espressione? Cosa significa che una sentenza è passata in giudicato?

A volte, si fa un po’ di confusione con altri termini come “sentenza vincolante” o “sentenza esecutiva”, che esprimono concetti diversi. Ma niente paura: qui vogliamo spiegare tutto in modo chiaro e diretto, senza giri di parole. E per capire meglio, useremo anche qualche esempio pratico.

Andiamo a scoprire insieme cosa significa quando una sentenza diventa “irrevocabile” e quali effetti ha su chi è direttamente coinvolto. Seguimi, ti guiderò passo dopo passo.

Cosa significa “sentenza passata in giudicato”?

La sentenza si dice “passata in giudicato” quando non può più essere contestata con gli ordinari mezzi di impugnazione che sono:

  • appello;
  • ricorso per Cassazione.

La decisione del giudice diventa quindi “giudicato” ossia qualcosa di intangibile e non più modificabile.

Quando una sentenza passa in giudicato?

La sentenza passa in giudicato quando:

  • sono stati esperiti tutti i mezzi di impugnazione;
  • oppure quando sono scaduti i termini per fare impugnazione senza che questa fosse intrapresa.

Facciamo un esempio.

Mario fa causa a Luca. Perde in primo grado, così fa appello. Perde anche in appello così ricorre in Cassazione. Anche lì i giudici gli danno torto. Dunque la sentenza della Cassazione “fa giudicato” perché Mario non ha più possibilità di impugnarla dinanzi ad altri giudici.

Facciamo ora un altro esempio, sempre con le stesse parti.

Mario fa causa a Luca e perde in primo grado. Vorrebbe fare appello ma il suo avvocato glielo sconsiglia: non ci sono molti margini di successo. Mario così, seguendo l’invito del suo difensore, lascia scadere i termini per l’impugnazione. A questo punto, Mario non potrà più contestare la pronuncia, né con l’appello, né tantomeno con il ricorso in Cassazione. La sentenza, anche in questo caso, si dice che è passata in giudicato.

Come fare a stabilire se una sentenza è passata in giudicato?

Di norma, quando una sentenza passa in giudicato, è interesse di chi ha vinto la causa portarla in esecuzione per ottenere materialmente ciò che il giudice gli ha riconosciuto. A tal fine egli si fa attestare il passaggio in giudicato dalla cancelleria del giudice che l’ha emessa con un timbro.

Tuttavia, è possibile comprendere se una sentenza è passata in giudicato quando, ad esempio, è stata emessa dall’ultimo giudice (di regola la Cassazione) oppure quando non è più possibile contestarla.

A questo punto è bene chiarire quali sono i termini per impugnare una sentenza: da tale dato infatti è possibile verificare se si è formato il giudicato per scadenza degli stessi termini. Ebbene:

  • una sentenza di primo grado può essere impugnata dinanzi al giudice di appello entro 30 giorni se viene notificata alla parte soccombente (il termine decorre dalla data di ricevimento della notifica); oppure entro 6 mesi se non viene notificata alla parte soccombente (il termine decorre dalla data di deposito della sentenza in cancelleria, ossia dalla sua pubblicazione);
  • una sentenza di secondo grado (ossia di appello) può essere impugnata dinanzi alla Cassazione entro 60 giorni se viene notificata alla parte soccombente (il termine decorre dalla data di ricevimento della notifica); oppure entro 6 mesi se non viene notificata alla parte soccombente (il termine decorre dalla data di deposito della sentenza in cancelleria, ossia dalla sua pubblicazione).

A tal proposito bisogna sapere che:

  • la legge prevede sia un termine breve (rispettivamente 30 e 60 giorni), sia uno lungo (6 mesi) perché non è obbligatorio notificare la sentenza alla parte soccombente. Ma vi si procede proprio per far decorrere prima i termini per l’impugnazione e sperare nel passaggio in giudicato della sentenza;
  • i termini suddetti vengono sospesi tra il 1° agosto e il 31 agosto (per via della sospensione feriale).

Che differenza c’è tra una sentenza passata in giudicato e una sentenza definitiva?

Non c’è alcuna differenza: la sentenza passata in giudicato è una sentenza definitiva. Del resto, proprio questo è il significato di “giudicato”: qualcosa che non si può più modificare.

Peraltro, da ciò discende anche il principio per cui nessuno può riproporre una seconda causa per la medesima questione (divieto di ne bis in idem). Una volta sceso il giudicato, lo stesso fatto non può essere nuovamente portato all’attenzione del giudice.

Che differenza c’è tra una sentenza passata in giudicato e una sentenza esecutiva?

La sentenza si dice “esecutiva” quando, in caso di mancato adempimento della parte soccombente, può essere portata all’ufficiale giudiziario per avviare il pignoramento della parte soccombente.

Sicuramente le sentenze passate in giudicato sono esecutive, ma lo sono anche le sentenze di primo grado. Queste ultime sono provvisoriamente esecutive: sono cioè obbligatorie e possono giustificare un pignoramento anche se ancora pendono i termini per un appello o se lo stesso è già stato proposto.

L’esecutività viene sospesa dal giudice di appello solo se gli viene chiesto dalla parte e se ritiene che, dalla sua attuazione, possa derivare un pericolo grave e irreparabile per la parte tenuta a rispettare la pronuncia.

Quando una sentenza è obbligatoria?

La sentenza è provvisoriamente vincolante già dopo che è stata emessa, anche se ancora pendono i termini per impugnarla. È quindi obbligatoria per le parti. Anche in questo caso però si tratterà di un effetto provvisorio, suscettibile di essere rivisto nel caso in cui il giudice dell’impugnazione modifichi l’esito del processo.

In sintesi

Per sintetizzare, la sentenza passa in giudicato quando diventa definitiva ossia quando sono stati esperiti tutti i mezzi di impugnazione o non è possibile più esperirli per scadenza dei termini.

Ma già dal primo grado la sentenza è sia vincolante che esecutiva: lo è provvisoriamente – per cui le parti si devono attuare alla decisione del giudice – in attesa che passi definitivamente in giudicato. Solo allora la pronuncia sarà incontrovertibile.

 
Pubblicato : 21 Marzo 2024 09:15