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Cosa rischia il proprietario di un cane che morde?

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(@paolo-florio)
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Risarcimento danni di morso da cane e denuncia al proprietario: come difendersi. La guida completa su cosa dice la legge.

Il possesso di un cane può portare ad un grande affetto e a tante gioie, ma anche a responsabilità che non possono essere ignorate. In particolare, uno dei problemi più comuni è quello dei morsi di cane, che possono causare danni fisici e psicologici alle persone coinvolte. Proprio per questo motivo, la legge prevede sia un reato per chi provoca lesioni con il proprio animale o quello degli altri che siano stati affidati alla propria cura, sia una responsabilità civile per il risarcimento dei danni causati dal cane.

In questo articolo, ci occuperemo di comprendere cosa rischia il proprietario di un cane che morde, approfondiremo le conseguenze legali che bisogna affrontare sia da un punto di vista penale che civile. In particolare, analizzeremo il reato di lesioni, con le relative sanzioni previste dal Codice penale italiano, ma anche la responsabilità risarcitoria che il proprietario del cane deve sostenere, comprendendo le spese mediche, le riparazioni di eventuali danni materiali e i danni morali subiti dalla vittima.

Insomma, l’articolo fornirà informazioni utili e pratiche per tutti coloro che amano i propri animali domestici e vogliono evitare problemi legali legati alla loro gestione.

Responsabilità di chi porta a passeggio il cane

Chiariamo subito che, in caso di morso o aggressione di cane, ne risponde chi lo aveva con sé, sia che fosse il padrone che un convivente di questi o il dog sitter o ancora il vicino di casa. La legge infatti attribuisce la responsabilità civile e penale in capo a chi detiene l’animale nel momento del danno.

In particolare, l’articolo 2052 del Codice civile afferma che il proprietario di un animale, o chi se ne serve, è responsabile del danno cagionato dall’animale, sia che il danno sia cagionato dalla propria colpa o da quella delle persone di cui si serve, ovvero dalla colpa dell’animale. In altre parole, il custode di un animale (che può essere il proprietario o chi se ne serve) è sempre responsabile per i danni causati dall’animale, indipendentemente dalla sua colpa o da quella degli altri.

Tale responsabilità è definita come oggettiva, cioè non dipende dalla colpa del custode, ma sorge automaticamente in virtù del solo fatto di avere la custodia dell’animale. Questo significa che, se il cane aggredisce una persona o un altro animale, il proprietario o comunque chi lo sta portando a spasso è responsabile dei danni causati, anche se non ha commesso alcuna negligenza o imprudenza nella custodia del cane.

L’articolo 2052 si applica a tutti gli animali, non solo ai cani, e mira a proteggere la sicurezza degli individui e la proprietà dalle conseguenze degli atti degli animali. È importante notare che l’articolo 2052 non si applica solo ai danni fisici, ma anche ai danni morali e materiali causati dal comportamento dell’animale.

In sintesi, l’articolo 2052 del Codice civile italiano stabilisce la responsabilità oggettiva del custode di un animale per i danni causati dall’animale stesso, indipendentemente dalla sua colpa o da quella degli altri.

Responsabilità cani in condominio 

Il possesso di animali domestici, in particolare cani, è un argomento spesso oggetto di dibattito nei condomini. Tuttavia, l’articolo 1138 del Codice civile sancisce che le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici a meno che il regolamento stesso non sia stato approvato all’unanimità, ossia da tutti i condomini. 

Responsabilità penale e civile del proprietario del cane

Se il cane aggredisce una persona o un altro animale, il proprietario potrebbe essere ritenuto sia penalmente sia civilmente responsabile per l’omessa custodia, educazione o tenuta del cane, che ha cagionato lesioni a terzi in caso di attacchi, aggressioni e morsi.

La responsabilità penale consiste in una incriminazione per il reato di lesioni la cui pena è commisurata all’entità delle lesioni e alla prognosi del danneggiato. Leggi sul punto Cosa rischia chi ferisce una persona.

La responsabilità civile, che può anche accompagnarsi a quella penale, determina l’obbligo di risarcire i danni fisici e morali alla vittima.

È importante sottolineare che la pericolosità di un cane non dipende solo dalla sua razza, ma anche dalla sua educazione e gestione da parte del proprietario. Per questo motivo, molti Comuni e Regioni hanno introdotto leggi specifiche per regolamentare il possesso e la gestione dei cani, con l’obiettivo di ridurre il rischio di aggressioni e lesioni a persone e altri animali.

In definitiva, il possesso di un cane comporta una grande responsabilità per il proprietario, che deve garantire la sua corretta educazione, custodia e tenuta, non solo per rispettare le leggi in vigore, ma soprattutto per tutelare la sicurezza delle persone e degli altri animali.

In un precedente [1], la Cassazione ha condannato il proprietario di un pastore tedesco per aver commesso il reato di lesioni previsto dall’articolo 590 del Codice Penale e per aver causato ferite a una persona e al suo animale domestico. Il cane si era avventato su un cagnolino e sulla sua proprietaria, causando ferite che avevano richiesto cinque giorni di cure. In primo grado, il tribunale aveva giudicato il proprietario colpevole in quanto non aveva saputo richiamare il cane e aveva imposto una somma di denaro a titolo di risarcimento del danno. La Corte di Cassazione ha ritenuto che la sentenza fosse motivata e congrua, poiché il proprietario del cane non aveva adottato le necessarie misure di sicurezza per impedire l’aggressione, violando l’articolo 672 del Codice penale. 

La Cassazione ha quindi confermato la condanna del proprietario e l’obbligo di risarcimento del danno causato. La sentenza sottolinea l’importanza di adottare misure di cautela nella custodia dei cani, specialmente quelli di razza pericolosa, al fine di prevenire incidenti e lesioni a persone e altri animali.

Cane che uccide altro cane

In passato, la Cassazione ha condannato la proprietaria di una cane per le lesioni cagionate alla proprietaria di un altro cane che, a seguito dell’aggressione, è morto. La Cassazione ha confermato la sentenza anche laddove riconosceva alla parte offesa il danno biologico, quantificato in 900 euro, sulla base della consulenza medico legale delle lesioni della proprietaria, in cui è ricompreso il danno cagionato dalla perdita del suo cane bassotto. La Suprema Corte ha riconosciuto il disvalore del fatto, costituito dalle lesioni cagionate alla parte offesa e dalla procurata morte di un altro animale, fatto che descrive le modalità dell’azione, rilevante per la determinazione della pena, ai sensi dell’articolo 133 del Codice penale.

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Pubblicato : 21 Febbraio 2023 13:00