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Convocazione assemblea non firmata dall’amministratore: è valida?

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(@angelo-greco)
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Una convocazione assembleare è valida anche se firmata da un collaboratore dell’amministratore, come stabilito dalla Corte di Cassazione.

Anche se è d’uso nominare, prima di ogni assemblea condominiale, un presidente e un segretario, nessuna norma di legge prevede l’esistenza di tali figure. Di certo vi dovrà comunque essere chi rediga il verbale e, in tal caso, esso andrà poi firmato da tutti i partecipanti per evitare successive contestazioni. In ogni caso il regolamento di condominio può imporre la nomina di un presciente e/o di un segretario. 

Facciamo però un passo indietro e riferiamoci ora all’avviso di convocazione che, come noto, redige e spedisce l’amministratore e deve pervenire a ciascun condomino con almeno cinque giorni di anticipo dalla data della prima convocazione. Ebbene, di recente ci si è posti un interessante quesito: è valida la convocazione per l’assemblea non firmata dall’amministratore?

La domanda è estremamente attuale e pertinente. Ti sarai infatti accorto di aver, almeno una volta, ricevuto una convocazione per un’assemblea di condominio non firmata dall’amministratore (magari solo da un suo collaboratore). Perché avviene questo? Coi sistemi di posta privata a cui è possibile inviare il semplice file tramite internet, che poi provvedono a stampare, imbustare e spedire, è normale che la comunicazione non riporti la firma del mittente se non la semplice indicazione del nome e cognome scritta “al computer”. Ed è ciò che succede il più delle volte in ambito condominiale: gli amministratori si valgono spesso di tali sistemi per accelerare i tempi, specie quando i condomini a cui inviare l’avviso sono molti. Ed ecco che sorge la domanda: la firma in originale dell’amministrare è davvero necessaria per la validità dell’avviso? Ecco cosa ha detto la Cassazione con la sentenza n. 335 del 10 gennaio 2017.

Chi può firmare la convocazione per un’assemblea di condominio?

Secondo la sentenza della Corte di Cassazione, la convocazione per un’assemblea di condominio può essere firmata non solo dall’amministratore, ma anche da un suo collaboratore. Nel caso specifico analizzato dalla Cassazione, la firma era dell’accomandante della società gestrice del condominio.

Una convocazione all’assemblea non firmata personalmente dall’amministratore è valida?

La Corte di Cassazione ha stabilito che una convocazione all’assemblea di condominio è valida anche se non è firmata personalmente dall’amministratore. Questo significa che le decisioni prese durante l’assemblea sono legalmente vincolanti, nonostante la firma dell’accomandante.

Quali sono le conseguenze se la convocazione all’assemblea non è firmata dall’amministratore?

Non ci sono conseguenze negative se la convocazione all’assemblea non è firmata dall’amministratore. La convocazione rimane valida e le decisioni prese durante l’assemblea sono legalmente vincolanti. E ciò perché comunque non vi può essere incertezza sul mittente se questo viene indicato nell’intestazione della busta o sulla carta intestata. 

Insomma, la convocazione è valida se il mittente è facilmente individuabile dal contesto della lettera anche se non ha firmato il foglio. 

 

 
Pubblicato : 31 Maggio 2023 18:00