forum

Consigli per un div...
 
Notifiche
Cancella tutti

Consigli per un divorzio amichevole con i figli

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
54 Visualizzazioni
(@elda-panniello)
Post: 48
Estimable Member Registered
Topic starter
 

La domanda di divorzio consensuale deve contenere tra l’altro l’accordo sulle condizioni relative ai figli.

Il divorzio è la procedura mediante la quale due persone già separate, consensualmente o giudizialmente, possono sciogliere il vincolo matrimoniale o farne cessare gli effetti civili che erano rimasti sospesi durante la separazione. Se la procedura è avviata su accordo di entrambi i coniugi si ha un divorzio consensuale (o congiunto) mentre se è avviata su proposta di uno solo di essi si ha un divorzio giudiziale. È ovvio che nel primo caso si tratta di una procedura amichevole la cui particolarità è legata al fatto che è intrapresa consensualmente da entrambi i coniugi, dopo avere stabilito di comune accordo le condizioni che dovranno disciplinare la fine del proprio vincolo coniugale. In quest’articolo ci occuperemo proprio del divorzio consensuale/amichevole, cercando di dare alcuni consigliqualora siano presenti figli.

Al divorzio consensuale si può addivenire seguendo tre iter diversi ovvero:

  • presentando un ricorso in tribunale, se sono decorsi 6 mesi in caso di separazione consensuale o 12 mesi in caso di separazione giudiziale;
  • mediante negoziazione assistita con la necessaria presenza di un avvocato per ciascun coniuge [1];
  • recandosi in Comune e formalizzando un accordo dinanzi all’ufficiale dello stato civile.

Facciamo quindi il punto della situazione all’uopo fornendo qualche consiglio per un divorzio amichevole con i figli.

Consigli per un divorzio amichevole con figli: quali sono?

La presenza di figli non influisce sulla procedura di divorzio amichevole qualora venga intrapresa consensualmente in tribunale oppure con la negoziazione assistita. Invece, rileva per quanto attiene alla procedura di divorzio consensuale in Comune che non può essere avviata dai coniugi se sono presenti figli minori, disabili o non economicamente sufficienti.

Nei casi di divorzio consensuale in tribunale o mediante negoziazione assistita i coniugi devono necessariamente rivolgersi a un legale. Nella prima ipotesi la coppia può essere assistita da uno stesso avvocato o da due diversi; nella seconda ipotesi invece sono obbligatori due legali, uno per il marito e uno per la moglie. Il nostro consiglio è comunque quello di affidarsi a un avvocato matrimonialista, esperto in diritto di famiglia. Poiché le condizioni relative ai figli sono un elemento essenziale della domanda di divorzio amichevole, l’aiuto del professionista sarà determinate affinché i coniugi possano accordarsi sull’affidamento della prole, se minorenne, sul diritto di visita e sul mantenimento. Il giudice poi prenderà atto di tali accordi, se non sono contrari all’interesse dei figli. Valutate le circostanze potrà ad esempio modificare l’affidamento e il collocamento dei figli minori, disporre l’aumento o la diminuzione dell’assegno, rimodulare il diritto di visita.

Se i figli non sono minorenni o maggiorenni portatori di handicap oppure economicamente non autosufficienti un divorzio amichevole in Comune può essere una buona soluzione per la coppia. Si tratta infatti di una procedura veloce ed economica. In pratica i coniugi devono presentarsi dinanzi all’ufficiale di stato civile, anche senza l’assistenza di avvocati, per formalizzare la loro intenzione di divorziare. Il costo della procedura ammonta soltanto a 16 euro per il bollo. Nell’accordo reso dinanzi all’ufficiale dello stato civile, però, non è possibile includere disposizioni patrimoniali quali ad esempio quelle relative all’uso della casa coniugale o alla cessione di una quota di essa; si può invece stabilire la misura dell’assegno di mantenimento.

Quali sono i diritti dei figli in caso di divorzio?

In caso di divorzio ai figli spettano determinati diritti che si possono così schematizzare:

  1. diritto al mantenimento. Sin dal momento della separazione e anche dopo il divorzio i figli hanno diritto ad essere mantenuti dai genitori, così che vanga garantito loro lo stesso tenore di vita che godevano prima della rottura dell’unione matrimoniale. L’obbligo del mantenimento grava sia sul padre sia sulla madre, ciascuno in proporzione alle proprie capacità economiche. Il genitore con il quale i figli rimangono a vivere dopo il divorzio, deve provvedere alle spese quotidiane, aiutandosi con l’assegno di mantenimento che gli viene corrisposto mensilmente dall’ex coniuge. L’importo dell’assegno può essere determinato di comune accordo dai coniugi o, in caso di contrasto, dal giudice. Una volta divenuti maggiorenni i figli possono chiedere di ricevere la somma direttamente al posto del genitore. L’assegno di mantenimento ai figli è dovuto fino a quando questi non abbiano raggiunto una stabile indipendenza economica, quindi anche dopo la maggiore età. Tuttavia, i giovani, una volta divenuti maggiorenni, devono adoperarsi per rendersi indipendenti, pena l’eventuale perdita del diritto al mantenimento;
  2. diritto alla casa. I figli hanno diritto ad abitare nella casa che il giudice ha assegnato al genitore con cui vivono abitualmente (genitore collocatario), almeno fino a quando non raggiungeranno una propria indipendenza economica. In qualsiasi momento il genitore non collocatario può chiedere una revisione della precedente decisione giudiziale circa l’assegnazione della casa, se l’altro genitore si dimostri inadeguato o in caso di diversa volontà dei figli;
  3. diritto di frequentare il genitore non collocatario. I figli hanno diritto a frequentare il genitore non collocatario con i tempi e le modalità stabilite dal giudice. La legge [2]infatti prevede che i figli debbano mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori. Pertanto, se il genitore non collocatario non si interessa o è assente nei confronti dei figli, potrebbe essere condannato al risarcimento del danno. Se invece l’altro genitore impedisce il diritto di frequentazione, tale condotta integra gli estremi del reato di sottrazione di persone incapaci [3]. In sede civile il genitore al quale è stato negato il diritto di frequentazione può chiedere il risarcimento del danno e, in caso di reiterazione, la modifica delle condizioni di affido;
  4. diritto di vedere i nonni. I figli minori hanno diritto a conservare rapporti significativi con i nonni [4]. Tale diritto non è incondizionato ma è subordinato a una valutazione del giudice avente di mira l’esclusivo interesse dei minori. La sussistenza di tale interesse è configurabile quando il coinvolgimento degli ascendenti (nonni) si sostanzi in una fruttuosa cooperazione con i genitori per l’adempimento dei loro obblighi educativi, in modo tale da contribuire alla realizzazione di un progetto educativo e formativo volto ad assicurare un sano ed equilibrato sviluppo della personalità dei minori [5];
  5. diritto allo studio/al gioco/allo sport/al tempo libero. I figli di genitori divorziati hanno diritto a studiare senza che la situazione familiare influisca in alcun modo sulla loro formazione. Il padre e la madre infatti devono occuparsi della loro istruzione e se i figli dovessero scegliere di frequentare l’università, sono tenuti a sostenerli nella decisione, compatibilmente con le proprie condizioni economiche. Parimenti i genitori devono occuparsi di tutte le altre necessità dei figli come ad esempio quelle legate al gioco, allo sport, al tempo libero, provvedendo alle relative spese (vedi ad esempio a quelle relative all’iscrizione alla palestra, a viaggi studio, alle vacanze, ecc.).
 
Pubblicato : 2 Maggio 2023 17:30