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Condominio senza luce o gas: si può chiedere il risarcimento?

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(@mariano-acquaviva)
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Sospensione delle forniture essenziali: in quali casi è responsabile l’amministratore? Quando c’è diritto al risarcimento del danno esistenziale?

L’amministratore di condominio deve occuparsi della gestione dell’edificio. Nell’adempiere ai propri compiti deve occuparsi, tra le altre cose, di riscuotere le quote dai proprietari per poter pagare le forniture necessarie sia alle parti comuni che, talvolta, a quelle private, come accade nell’ipotesi di riscaldamento centralizzato. È in questo contesto che si pone il seguente quesito: si può chiedere il risarcimento se il condominio rimane senza luce o gas?

La domanda solleva una duplice questione, che riguarda tanto la responsabilità dell’amministratore quanto quella della società fornitrice. Se, infatti, il servizio viene interrotto a causa del mancato pagamento delle bollette, la colpa potrebbe essere attribuita all’amministratore qualora questi, avendo raccolto le quote, non ha poi provveduto a saldare le fatture. Ma procediamo con ordine e vediamo se è davvero possibile essere risarciti per essere rimasti al buio o al freddo.

Luce e gas in condominio: chi paga le bollette?

Le bollette condominiali di luce e gas devono essere pagate dall’amministratore, utilizzando ovviamente i soldi dei condòmini.

L’amministratore deve innanzitutto raccogliere le quote presso ciascun proprietario. Ciò solitamente avviene inviando un bollettino, un mav o semplicemente indicando l’iban del conto corrente condominiale.

Successivamente, l’amministratore, avvalendosi del denaro così ottenuto, provvede a pagare le bollette.

A volte capita che, a causa del ritardo dei condòmini, sia l’amministratore ad anticipare il pagamento, al fine di evitare il distacco delle utenze.

In ipotesi del genere, l’amministratore matura un credito nei confronti del condominio pari alla somma anticipata per pagare le utenze.

Per ulteriori approfondimenti su questo specifico tema si legga l’articolo dal titolo In che modo si pagano le spese condominiali?

Condominio senza luce o gas: quando è responsabile l’amministratore?

Se il condominio rimane senza luce o gas potrebbe configurarsi una responsabilità in capo all’amministratore.

Ciò accade quando il distacco dell’utenza o la sospensione della fornitura è dovuto al mancato pagamento delle bollette, nonostante l’amministratore avesse i soldi a disposizione per farlo.

In pratica, se il condominio rimane senza luce o gas perché l’amministratore ha dimenticato di pagare, sarà possibile agire contro quest’ultimo per chiedere l’eventuale risarcimento del danno.

Si pensi al gestore del bar sito al pianterreno del condominio. Se l’assenza di corrente elettrica ha comportato lo scongelamento di alcuni prodotti che non sono più vendibili (gelati, ecc.), potrà chiedere il risarcimento dei danni all’amministratore responsabile del disservizio.

L’amministratore potrebbe essere responsabile del condominio senza luce o gas anche nell’ipotesi in cui abbia dimenticato di svolgere alcuni adempimenti amministrativi (come, ad esempio, la consegna del contratto firmato, la comunicazione dei dati condominiali, la voltura, ecc.) i quali hanno ugualmente comportato la sospensione dell’erogazione del servizio.

In queste ipotesi, oltre a chiedere il risarcimento dei danni i condòmini potranno ovviamente ottenere anche la revoca dell’amministratore inadempiente.

Condominio senza luce o gas: quando è responsabile il fornitore?

Potrebbe accadere che la sospensione del servizio di luce e gas dipenda da un inadempimento della società fornitrice (la quale ad esempio non ha correttamente registrato un pagamento correttamente effettuato dal condominio) oppure semplicemente da un disservizio tecnico.

In un’ipotesi del genere, se luce e gas vanno via per un significativo periodo di tempo, l’amministratore, per conto del condominio, potrà attivarsi non solo per ottenere il ripristino della fornitura ma addirittura per chiedere il risarcimento dei danni.

Secondo la giurisprudenza [1], l’illegittima sospensione di una fornitura essenziale (come, ad esempio, quella del gas o della luce) conferisce il diritto a ottenere non solo il risarcimento derivante dall’inadempimento contrattuale ma anche quello, di natura non patrimoniale, consistente nel disagio e nello stress arrecato agli utenti.

La prova del danno esistenziale va comunque provato, ad esempio dimostrando di essere stati costretti a trasferirsi altrove per il tempo occorrente al ripristino della fornitura.

La giurisprudenza peraltro specifica che, in ipotesi di improvvisa e illegittima sospensione delle forniture essenziali, è possibile il ricorso d’urgenza al tribunale al fine di chiedere un provvedimento con cui si ordini alla società di riattivare il servizio indebitamente interrotto.

 
Pubblicato : 28 Ottobre 2023 11:15