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Come togliere un fermo amministrativo auto?

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(@paolo-remer)
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Quali sono i modi per eliminare, annullare o sospendere il provvedimento dell’Agente di riscossione che impedisce di circolare con il veicolo.

Sarà la crisi economica dilagante, o la naturale propensione degli italiani a non pagare le tasse e le multe neanche quando l’Agente di riscossione bussa alla porta con cartelle esattoriali, ingiunzioni fiscali e intimazioni di pagamento; fatto sta che i fermi amministrativi sono in crescita esponenziale, anche perché sono uno strumento molto efficace per riscuotere i crediti, applicando ai veicoli del contribuente inadempiente le “ganasce fiscali”, che gli impediscono di circolare.

Chi si trova in questa situazione ha bisogno di sapere come togliere un fermo amministrativo auto, in maniera da “liberare” in fretta il proprio mezzo e riprendere ad utilizzarlo: come vedremo, questo è possibile anche senza aver pagato interamente i debiti per i quali il fermo era stato applicato.

Fermo amministrativo: su quali veicoli e per quali debiti?

Il fermo amministrativo può colpire qualsiasi veicolo intestato al debitore, e non necessariamente quello dal quale era sorto il debito: ad esempio, chi ha ricevuto una multa per eccesso di velocità con una determinata automobile e non l’ha pagata potrebbe subire il blocco di un’altra autovettura, motocicletta o anche autocarro, di sua proprietà. L’essenziale è che il debito sia stato iscritto a ruolo e si sia trasformato in un atto di riscossione, come una cartella di pagamento o un’ingiunzione fiscale: tra gli strumenti di recupero coattivo del credito, l’esattore dispone di un ampio ventaglio di scelte, come i pignoramenti immobiliari o mobiliari (di oggetti, denaro ed anche crediti, come gli stipendi e le pensioni) ed, appunto, il fermo amministrativo, che fra tutti è il più semplice e rapido da applicare.

Tieni presente che non esiste un debito minimo per poter applicare il fermo amministrativo: una vecchia direttiva di Equitalia (ora diventata Agenzia Entrate Riscossione) stabiliva un limite minimo di 800 euro, ma si trattava solo di un atto interno, che non è stato riprodotto nelle successive circolari, e la giurisprudenza ammette l’iscrizione del fermo «indipendentemente dall’ammontare del credito iscritto a ruolo», quindi anche per poche centinaia di euro, salvi i casi di manifesta sproporzione [1].

Fermo amministrativo: cosa comporta

Il provvedimento che dispone il fermo amministrativo viene trascritto nel Pra (Pubblico registro automobilistico) con un’apposita annotazione, in maniera che tutti sappiano, semplicemente consultando il sito online dell’Aci o facendo una visura, che a quel veicolo è inibito circolare: così le forze dell’ordine potranno effettuare i controlli su strada, ma anche i potenziali acquirenti del veicolo usato ne verranno a conoscenza (nessuno vorrebbe comprare un’autovettura o una moto su cui grava un fermo amministrativo). Inoltre il veicolo oggetto del fermo amministrativo è di fatto “congelato”, perché, oltre a non poter circolare, non può essere neanche radiato o demolito o esportato all’estero.

Chi circola con un veicolo sottoposto a fermo amministrativo è punito con una pesante sanzione pecuniaria, che va da 1.988 a 7.953 euro, cui si aggiunge la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi e il sequestro del veicolo [2]. Infine, se il debitore non salda il debito per il quale il fermo era stato applicato, l’Agente di riscossione potrà pignorare il veicolo e venderlo all’asta, per soddisfarsi sul ricavato.

Come eliminare un fermo amministrativo?

Si può eliminare un fermo amministrativo sull’auto o su un qualsiasi altro veicolo in questi modi:

  • saldando interamente il debito e chiedendo all’Agente di riscossione la cancellazione del provvedimento: è un atto dovuto, e viene compiuto in automatico non appena il concessionario verifica che l’importo dovuto, e sulla cui base era stato iscritto il fermo, è stato regolarmente versato;
  • proponendo ricorso al giudice competente (per imposte e tasse è la Corte di Giustizia Tributaria di 1° grado, l’ex Commissione tributaria; per multe stradali o sanzioni amministrative il Giudice di Pace) contro l’iscrizione del fermo per mancato preavviso entro il termine di 30 giorni, che è imposto dalla legge [3], o per altri motivi di illegittimità (ad esempio, debito prescritto o già pagato, mancata notifica della cartella esattoriale, ecc.);
  • rateizzando il debito con Agenzia Entrate Riscossione: l’accoglimento del piano di dilazione, fino a 72 rate mensili, è automatico, con la semplice presentazione della domanda, per importi fino a 120mila euro (oltre bisogna dimostrare lo stato di difficoltà economica): il pagamento della prima rata sospende il fermo, e così si potrà riprendere a circolare con il veicolo (ma attenzione: se non si pagano 5 rate, si decade dalla rateazione e il fermo viene riattivato); il fermo sarà cancellato al momento dell’estinzione del debito, e dunque con il pagamento dell’ultima rata;
  • rottamando la cartella da cui era sorto il debito: con la definizione agevolata attualmente in corso è possibile presentare l’istanza di adesione entro il 31 marzo 2023, e il fermo verrà eliminato con il pagamento della prima rata, da compiersi entro il 31 luglio 2023;
  • dimostrando che il veicolo è strumentale all’attività di impresa o della professione esercitata, e dunque è indispensabile per svolgerla: l’istanza va presentata all’Agenzia Entrate Riscossione allegando la documentazione necessaria (ad esempio, l’iscrizione nel registro dei beni ammortizzabili). Sono esclusi da questa possibilità i lavoratori dipendenti;
  • se il veicolo è utilizzato per il trasporto di un disabile, la giurisprudenza prevalente ritiene che il fermo non può essere applicato, in quanto ostacolerebbe la libertà di movimento del portatore di handicap. Per eliminare il fermo in questi casi bisogna fare istanza di annullamento all’Agenzia Entrate Riscossione allegando la certificazione della Commissione medica che attesta lo stato di handicap grave ai sensi della legge 104 e la fattura di acquisto dell’auto che attesta le agevolazioni fiscali, o il contrassegno invalidi (CUDE) rilasciato dal Comune di residenza.
 
Pubblicato : 9 Aprile 2023 06:45