Quando ed entro quali termini si può emettere la fattura in un momento successivo e non contestuale al compimento dell’operazione: casi, regole e adempimenti.

Le prestazioni soggette ad Iva possono essere a carattere ricorrente e periodico, ad esempio quando si consegna a regolari scadenze un determinato quantitativo di merce o prodotti al medesimo cliente. E allora si può derogare – entro certi limiti – alla regola base secondo cui la fattura deve essere emessa al momento di effettuazione dell’operazione, che per la cessione dei beni coincide con il momento della loro consegna o spedizione, e nelle prestazioni di servizi si compie all’atto del pagamento del corrispettivo.

Vediamo, tecnicamente e a livello pratico, come si fa una fattura riepilogativa, che si distingue da quella immediata innanzitutto perché non deve essere emessa contestualmente o, al massimo, entro le 24 ore dall’operazione. Ma la fattura riepilogativa si distingue nettamente dalla fattura differita, e si applica essenzialmente per semplificare operazioni di limitato importo.

Fattura differita: cos’è

La fattura differita è una fattura che viene emessa successivamente al momento della cessione dei beni o alla prestazione dei servizi. Il venditore può emetterla e registrarla al massimo entro il 15 del mese successivo a quello in cui è avvenuta la prestazione, con l’indicazione del mese di riferimento dell’operazione.

La fattura differita ha le stesse caratteristiche della fattura immediata, e si distingue da essa solo per la data di emissione, che è successiva a quella di effettuazione dell’operazione.

Fattura differita: condizioni

La fattura può essere differita solo se la cessione di beni o la prestazione di servizi è indicata in un documento di trasporto (Ddt) delle merci o prodotti, o, per le prestazioni di servizi, in un altro documento idoneo a dimostrare l’operazione avvenuta.

L’idonea documentazione può essere rappresentata, oltre che dal documento che attesta l’incasso per l’avvenuto pagamento del corrispettivo, anche dal contratto, da una nota di consegna dei lavori, da una lettera di incarico o dalla relazione professionale (come la fattura pro forma, o avviso di parcella). Per essere idonei, questi documenti devono riportare gli elementi per identificare chiaramente la prestazione, ossia la descrizione della prestazione eseguita, la data in cui viene effettuata e le parti contraenti.

Fattura differita: quali vantaggi

Con la fattura differita si emette un unico documento fiscale riepilogativo di una serie di operazioni avvenute nello stesso mese solare nei confronti di uno specifico cliente. È evidente il vantaggio in termini di semplificazione degli adempimenti.

Come si emette una fattura differita

La fattura differita ha il medesimo contenuto di quella ordinaria, sia nella forma cartacea che in quella di fattura elettronica inviata all’Agenzia delle Entrate tramite il sistema di interscambio (Sdi). Il codice identificativo da indicare per le fatture differite relative alle prestazioni di servizi, idoneamente documentate e per le quali sia avvenuto il pagamento del corrispettivo, è TD24.

L’unica particolarità è che nel campo “data” del file in formato xml della fattura elettronica si deve inserire, per le cessioni di beni, la data dell’ultimo documento di trasporto (Ddt) o, per le prestazioni di servizi, quella del documento idoneo ad attestare la prestazione. In alternativa, si può inserire la data dell’ultimo giorno del mese, oppure la data di trasmissione allo Sdi della fattura, se avviene nello stesso giorno della sua emissione [1].

Fattura differita: termine di invio

Il termine di invio della fattura differita compilata in forma elettronica ed inserita nello Sdi scade il giorno 15 del mese successivo a quello dell’effettuazione delle operazioni imponibili Iva fatturate. Anche per la fattura cartacea differita i termini sono gli stessi: l’emissione e registrazione deve avvenire entro il giorno 15 del mese successivo a quello delle cessioni di beni o prestazioni di servizi riepilogate nel documento.