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Come segnalare un abuso in rete

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(@paolo-remer)
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A chi rivolgersi per ottenere protezione quando si è vittime di comportamenti illeciti sul web e sui social; come far rimuovere tempestivamente i contenuti lesivi.

Il web è pieno di malintenzionati, cyberbulli, haters, truffatori e criminali di vario genere. Molte persone, dai giovani agli anziani, sono vittime di episodi spiacevoli o addirittura dannosi, che talvolta hanno gravi ripercussioni patrimoniali e morali anche in futuro, fino a rovinare irrimediabilmente la vita di chi è caduto nella trappola.

Diventa molto importante, quindi, sapere come segnalare un abuso in rete: a chi rivolgersi e cosa fare quando si incappa in questi fenomeni che non riguardano soltanto i reati informatici, come le ormai classiche truffe online, che vanno dai “bidoni” negli acquisti allo svuotamento del conto corrente, o le frequenti e subdole violazioni del diritto d’autore sui contenuti protetti e sulle opere dell’ingegno, ma anche, e soprattutto, gli aspetti più profondi della vita intima delle vittime: basti pensare allo stalking reiterato che compromette le abitudini di vita di chi lo subisce e genera ad ansia e preoccupazione, o al revenge porn, con la diffusione non autorizzata di immagini e filmati che ritraggono soggetti in atteggiamenti sessuali compromettenti, o all’insidioso e sempre più diffuso cyberbullismo di cui sono vittime ragazzi e ragazze ed anche bambini, per arrivare alla squallida pedopornografia che si sviluppa proprio in rete e colpisce bimbi anche di tenera età.

Strutture antiabuso pubbliche e private

Per fortuna, vista la diffusione degli abusi commessi in rete, i cui effetti sono amplificati proprio dalla potenza divulgativa del web, le strutture di protezione si sono sviluppate, e attualmente comprendono sia organi pubblici specializzati, come la Polizia postale ed il Garante privacy, sia associazioni private, molto impegnate nel contrasto di questi fenomeni ed anch’esse attrezzate tecnicamente per fornire aiuto e sostegno alle vittime, specialmente quando appartengono alle fasce deboli, come gli anziani, i disabili, le donne sole ed i minori.

Inoltre gli stessi gestori dei siti web e dei social, così come i provider di connettività internet, si sono organizzati per prevenire ed impedire gli abusi in rete, e dispongono sia di algoritmi in grado di rilevare quelli più comuni, sia di strutture di help desk alle quali è possibile rivolgersi per far cessare tali fenomeni e rimuovere con urgenza i contenuti offensivi.

Come segnalare gli abusi al proprio fornitore di servizi web

Oggi quasi tutti i provider di servizi internet (Isp) ed i maggiori gestori di siti web e social network dispongono di un team di sicurezza, una vera e propria task force di operatori in servizio permanente 24 ore su 24, che può aiutare gli utenti a risolvere la maggior parte dei problemi, specialmente quelli di tipo tecnico, come lo spam, i malware e la compromissione della sicurezza delle reti di connessione ad internet in tutte le sue forme.

Nello specifico, partendo dal vertice della catena di distribuzione della connettività:

  • gli Isp offrono ai propri clienti la possibilità di segnalare un abuso direttamente alle proprie strutture, mediante la compilazione di un semplice form online in cui si descrive l’accaduto evidenziando il modo in cui si è manifestato ed il luogo virtuale in cui è stato diffuso (pagina web, sistema di messaggistica e chat, ecc.);
  • i proprietari dei maggiori siti con diffusione internazionale, nazionale o regionale (ma non quelli dei siti prettamente locali o amatoriali e di piccole dimensioni, come i blog) hanno anch’essi un sistema di controllo delle pubblicazioni e di moderazione dei commenti inseriti dagli utenti, ed è possibile rivolgersi loro – generalmente tramite e-mail e spesso anche con un form da compilare su una pagina dedicata – per ottenere la cancellazione dei contenuti offensivi;
  • i gestori dei principali social network, come Facebook, Instagram, LinkedIn, TikTok ed X (ex Twitter), oltre ad avere un algoritmo automatico che filtra, o dovrebbe filtrare, i contenuti potenzialmente pericolosi impedendone la pubblicazione, permettono di inviare segnalazioni personalizzate, alle quali in genere viene fornita risposta in tempi contenuti (mediamente, 24 o 48 ore).

Tuttavia, l’intervento di rimozione non è sempre tempestivo ed efficace, specialmente se il post è stato rilanciato altrove sul web, e allora bisogna ricorrere ad altre e più incisive forme di tutela dagli abusi in rete, che ora ti illustriamo.

Denuncia e segnalazione di abusi in rete alla Polizia postale

I provider di connettività ed i gestori dei siti o dei social sono tenuti ad intervenire sulla base delle segnalazioni degli utenti, ma non anche a sporgere denuncia alle pubbliche autorità per l’accaduto: questa possibilità è riservata alle vittime, in qualità di persone offese dai reati commessi in rete tramite tutti i possibili strumenti informatici, telematici e di comunicazione digitale.

Ecco cosa fare per segnalare e denunciare un abuso in rete alle autorità competenti, rivolgendosi alla Polizia postale e delle comunicazioni, che è è l’organo specializzato della Polizia di Stato per svolgere indagini e ogni altra attività di prevenzione e repressione dei reati informatici e di tutti gli altri crimini commessi attraverso il web.

La denuncia di un abuso in rete indirizzata alla Polizia postale si può presentare o presso l’Ufficio di una qualsiasi forza di Polizia presente sul territorio (come un Commissariato o una stazione dei Carabinieri), che gliela inoltrerà, o all’Autorità giudiziaria (Procura della Repubblica, e il pubblico ministero assegnatario del fascicolo delegherà le indagini alla Polizia postale), o anche, in via preliminare (perché poi la denuncia rituale dovrà essere sottoscritta davanti a un ufficiale di Polizia giudiziaria), tramite un modulo web disponibile sul sito ufficiale https://www.commissariatodips.it/ .

In tutti i casi bisogna fornire gli elementi necessari per ricostruire l’accaduto ed ogni circostanza utile per orientare le indagini, spiegando dettagliatamente cosa è successo e senza omettere nulla di rilevante.

Segnalazione e denuncia di abusi in rete: quale differenza?

C’è una differenza fondamentale tra la denuncia vera e propria e la semplice segnalazione: la prima costituisce una notizia di reato e dunque consente di avviare indagini, mentre la seconda rappresenta soltanto uno spunto investigativo con il quale si portano all’attenzione della Polizia postale determinati comportamenti, fatti ed eventi di natura presumibilmente illegale, che saranno oggetto dei dovuti approfondimenti.

La segnalazione, quindi, non sostituisce affatto la formale denuncia querela – necessaria per instaurare un procedimento penale che potrà portare alla punizione dei colpevoli – né il servizio di pronto intervento delle forze dell’ordine, che si può ottenere, nei casi di urgenza, chiamando il numero di emergenza 112.

Come chiedere l’intervento del Garante privacy

L’Autorità per la protezione dei dati personali, meglio conosciuta con la denominazione breve di Garante privacy, può essere attivata da ogni cittadino che rileva la presenza sul web di contenuti malevoli, offensivi, denigratori, pericolosi o lesivi della riservatezza della sfera privata. In sostanza, il Garante è competente sia per i reati sia per gli illeciti civili che riguardano la privacy, come quando i dati sensibili di una persona vengono divulgati su internet senza il suo preventivo consenso.

In particolare, se ci si è già rivolti al gestore del sito o del social su cui tali contenuti sono stati pubblicati ed esso non ha provveduto prontamente a rimuoverli, entro 24 o 48 ore al massimo dal ricevimento della segnalazione, ci si può rivolgere al Garante privacy compilando un modulo online disponibile sul sito istituzionale dell’Autorità, o inviando una Pec (posta elettronica certificata).

Tale segnalazione, se riguarda una violazione della normativa di protezione dei dati personali, costituisce anche un formale reclamo nei confronti del provider o fornitore che, in qualità di titolare del trattamento dei dati, è indirettamente responsabile dell’illecita diffusione dei contenuti lesivi, non avendoli eliminati tempestivamente nonostante la specifica richiesta dell’interessato.

Il Garante svolgerà un istruttoria sull’accaduto e tra i suoi poteri vi è anche quello di sanzionare in via amministrativa il soggetto responsabile, oltre che quello di disporre d’autorità l’eliminazione dei contenuti pericolosi e lesivi dai siti che li avevano pubblicati, e, se la diffusione è ormai conclamata e non più eliminabile con la sola rimozione dei contenuti illeciti dal sito originario, può anche impartire la cosiddetta deindicizzazione dai motori di ricerca, come Google, affinché non siano più reperibili in rete.

Quando spetta il risarcimento per abusi in rete

Il Garante, invece, non è competente a provvedere sulle richieste risarcitorie: il risarcimento dei danni – che vanno specificamente provati nella loro consistenza ed ammontare – deve essere fatto valere avviando una causa civile presso il giudice competente.

Ad esempio, chi è stato vittima della diffusione illecita dei suoi dati personali e di notizie attinenti la sua vita privata, che come tali dovevano restare riservate, può provare – con testimonianze, perizie mediche o psicologiche e qualsiasi altro mezzo di prova – la sofferenza, il disagio, l’emarginazione, le intromissioni e le difficoltà relazionali che ha subìto a causa di ciò.

Lo stesso criterio vale per tutti i possibili casi di cybercrime che possono verificarsi, la cui gravità viene accentuata proprio dalla diffusione delle informazioni e dalle potenzialità che purtroppo il web offre ai malintenzionati per commettere crimini di ogni genere.

Segnalazioni e denunce di abusi in rete: approfondimenti

Per altre informazioni sugli argomenti trattati, e per conoscere in maniera più approfondita i vari aspetti che gli abusi in rete possono manifestare, leggi questi articoli:

 
Pubblicato : 21 Dicembre 2023 13:45