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Come sapere se sono indagato

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(@angelo-greco)
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Come scoprire se sei sotto indagine penale, se qualcuno ti ha denunciato o querelato.

Se temi di aver commesso un reato o che qualcuno ti abbia segnalato alla polizia o ai carabinieri, ti porrai sicuramente questa domanda: come sapere se sono indagato? Come scoprire se qualcuno mi ha denunciato o querelato?

Sono domande legittime che potrebbe porsi, ad esempio, chi ha fato a botte con un’altra persona, chi ha violato qualche norma del codice penale, chi è stato trovato in possesso di droga o chi semplicemente teme che un proprio nemico, per danneggiarlo, abbia presentato contro di lui un esposto.

In questo breve articolo ti spiegheremo innanzitutto che significa essere indagati, quali sono le conseguenze che derivano da tale condizione, in cosa consistono le cosiddette “indagini preliminari” che la Procura svolge nei confronti di chi ha subito una denuncia o una querela; ma soprattutto vedremo come scoprire se si è indagati ossia qual è il certificato che si può richiedere per sapere se si è sotto indagine penale. Ma procediamo con ordine.

Cosa significa essere indagati?

Essere indagati, in termini semplici, significa che le autorità giudiziarie (come la Procura della Repubblica o la Polizia Giudiziaria) stanno esaminando e raccogliendo informazioni su di te per capire se hai commesso un reato. Questo avviene perché evidentemente qualcuno, a tua insaputa, ha presentato una segnalazione, una denuncia o una querela nei tuoi confronti. A farlo può essere stato un privato cittadino o un’autorità pubblica (ad esempio la polizia, i carabinieri, l’Agenzia delle Entrate, i servizi sociali, ecc.).

Non ti è dato ancora sapere perché sei stato denunciato o querelato, non almeno prima che ti venga consentito l’accesso al fascicolo delle indagini: cosa però che non sempre è possibile fare e per la quale, comunque, hai sempre bisogno di un avvocato. Tuttavia ciò che puoi sapere è se sei sotto indagini e a breve ti spiegheremo come.

Cosa sono le indagini preliminari?

Abbiamo appena visto che “essere indagati” significa che pendono indagini su di te: indagini rivolte a ricercare eventuali prove di colpevolezza nei tuoi riguardi.

A raccogliere le prove è la Procura della Repubblica e, in particolare, il Pubblico Ministero (PM) che è stato incaricato delle indagini sul tuo caso.

Durante le indagini, la polizia giudiziaria raccoglie prove, ascolta testimonianze e analizza i dettagli della vicenda per stabilire se ci sono abbastanza elementi per pensare che tu possa essere responsabile del reato in questione. Se trova sufficienti prove che possano supportare l’accusa nel successivo processo penale, sarai portato a processo. Se invece non si trovano prove sufficienti, il caso verrà archiviato, il che significa che non seguiranno ulteriori azioni legali contro di te.

Di norma, le prove vengono indicate da chi sporge querela o denuncia, ma non è un elemento necessario ai fini dell’avvio delle indagini, potendo essere raccolte anche in un momento successivo.

Chi è sotto indagini viene detto “indagato” per distinguerlo da chi è già sotto processo penale che viene invece chiamato “imputato”. Finché una persona è indagata o processata non può dirsi colpevole (anche se l’opinione pubblica tende a formulare un giudizio negativo senza che vi sia stata ancora una sentenza di condanna irrevocabile).

Dunque le indagini preliminari sono quella fase di raccolta delle prove (o degli indizi) di colpevolezza nei confronti di un soggetto per formulare poi una ragionevole accusa e decidere se processarla o meno. Infatti le indagini preliminari si possono concludere in due modi:

  • con una archiviazione: ciò avviene quando non sono state raccolte prove di colpevolezza o queste vengono ritenute insufficienti. In tal caso le indagini si chiudono senza alcun’altra conseguenza per l’indagato;
  • con una richiesta di rinvio a giudizio e la conseguente comunicazione di conclusione delle indagini preliminari: ciò avviene quando gli elementi di prova raccolti sono stati ritenuti validi per formulare una ragionevole previsione di condanna. In tal caso inizia il vero e proprio processo penale con la pubblica accusa (rappresentata dal PM) e la difesa (incarnata dall’avvocato difensore dell’imputato) che si scontrano dinanzi al giudice (terzo e imparziale).

Che differenza c’è tra denuncia e querela?

Le indagini preliminari iniziano sempre da una segnalazione di reato. La segnalazione può avere due forme:

  • querela;
  • denuncia.

La querela è prevista per i reati meno gravi (ad esempio il furto, la truffa, il disturbo della quiete pubblica, ecc.) chiamati “reati procedibili a querela di parte”. Essa può essere sporta unicamente dalla vittima. Senza la querela il reato non può essere punito e quindi non può neanche procedere con le indagini preliminari. La Procura non può quindi agire di propria spontanea iniziativa anche se è a conoscenza del reato;

La denuncia invece è prevista per i reati più gravi (l’omicidio, la truffa ai danni dello Stato, il peculato, la corruzione, ecc.), quelli cioè chiamati “reati procedibili d’ufficio”. In questi casi, la Procura può agire anche senza una segnalazione. Segnalazione comunque che può essere fornita anche da un privato (che prende appunto il nome di “denuncia”) o anche da polizia e carabinieri.

Come sapere se sono indagato?

Se sospetti di essere sotto indagine, puoi scoprirlo presentando, presso la Procura della Repubblica, un’istanza ai sensi dell’articolo 335 del codice di procedura penale.

L’articolo 335 cod. proc. pen. regolamenta il cosiddetto Registro delle notizie di reato. Qui vengono iscritti i nomi di tutti i soggetti sottoposti a indagine. Quindi facendoti rilasciare un certificato ex art. 335 cpp potrai sapere se sei sotto indagine o meno.

Per procedere di basterà compilare il modello prestampato disponibile presso la Procura della Repubblica o scaricabile sul relativo sito internet.

La richiesta può essere presentata sia dall’indagato che dal suo avvocato (il quale però deve essere munito di procura rilasciata dal cliente).

Anche la vittima del reato può chiedere una certificazione ex art. 335 cpp.

Una volta che avrai presentato la richiesta del certificato, ti verrà indicato dopo quanto tempo potrai passare a ritirarlo. Di norma sono necessari dai due ai cinque giorni lavorativi.

La richiesta può essere presentata di persona o tramite PEC. In alcuni tribunali è consentita anche la mail ordinaria allegando documento di identità.

L’istanza va inoltrata alla Procura della Repubblica competente, che è l’ufficio del Pubblico Ministero nella zona dove si presume sia stato commesso il reato. La Procura, in risposta, informerà se esistono procedimenti penali contro di te.

Cosa dice l’articolo 335 del codice di procedura penale?

L’Articolo 335 del Codice di Procedura Penale italiano si occupa della possibilità per una persona di verificare se è oggetto di un procedimento penale. In termini semplici, questo articolo permette a chiunque sospetti di essere indagato di presentare una richiesta formale per scoprire se esistono indagini penali a proprio carico.

L’Articolo 335 è fondamentale perché garantisce il diritto di sapere se si è coinvolti in una indagine penale.

Questo è particolarmente importante in situazioni dove non ci sono stati segnali evidenti di un’indagine, come perquisizioni o sequestri. Sapere di essere indagato permette di prepararsi adeguatamente, consultando un avvocato e pianificando una difesa.

Quando è consigliabile usare l’articolo 335?

È consigliabile avvalersi dell’Articolo 335 se hai motivi per credere di essere coinvolto in un’indagine penale, ma non hai ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. Questo può accadere in vari contesti, come in seguito a una denuncia di cui sei a conoscenza o se hai ragione di sospettare che la tua attività sia stata oggetto di indagine.

Cosa succede dopo aver presentato l’istanza?

Dopo aver presentato l’istanza, la Procura esaminerà le proprie registrazioni per verificare l’esistenza di procedimenti penali a tuo carico. Ti verrà poi comunicato se ci sono indagini in corso o se sei stato coinvolto in qualche procedimento. Questa informazione è cruciale per la tua difesa legale.

Si può essere indagati senza saperlo?

La Procura della Repubblica non è tenuta a comunicarti l’avvio delle indagini preliminari. Ecco perché può essere essenziale presentare una richiesta di certificato ex art. 335 cpp. Difatti, le indagini sono coperte dal segreto istruttorio.

Verrai messo a conoscenza del procedimento a tuo carico solo con la richiesta di rinvio a giudizio, allorché però già saprai che verrai processato.

Tuttavia si viene informati delle indagini a proprio carico quando la Procura deve svolgere degli atti di indagine per i quali è necessaria l’assistenza dell’avvocato come sequestri, perquisizioni, applicazione di misure cautelari (come la custodia cautelare). Ma se ciò non avviene potresti non sapere mai delle indagini a tuo carico. Proprio per questo ti è consentito di presentare una richiesta del certificato ex art. 335 cpp.

 
Pubblicato : 22 Gennaio 2024 10:45