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Come pagare i debiti del defunto: una guida pratica per gli eredi

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(@paolo-remer)
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Regole di attribuzione dei debiti ereditari e di ripartizione tra i vari eredi; quando è possibile contestarli e quali si estinguono con la morte del debitore originario. 

Quando muore una persona, i suoi eredi scoprono che ha lasciato, oltre a un po’ di soldi in banca, qualche bene immobile e alcuni oggetti di valore, anche una serie di debiti da pagare. Può trattarsi di quote condominiali, rate di mutuo o di finanziamento, bollette scadute, creditori da saldare in base a contratti e fatture, e anche di imposte dovute e già liquidate ma non ancora versate.

Se ci si trova in queste situazioni, ci si domanda: come pagare i debiti del defunto? Ti forniamo una guida pratica per gli eredi, spiegandoti quali debiti non si trasferiscono e si estinguono con la morte del de cuius, quali, invece, passano agli eredi, chi li deve pagare, quando e per quanto si diventa responsabili, come si dividono fra i vari eredi, e cosa succede se qualcuno non vuole, o non può, pagare la parte di sua spettanza.

Il testamento può addossare i debiti agli eredi?

Iniziamo con un profilo pratico che riguarda da vicino molte persone: chi fa testamento potrebbe decidere le proporzioni di pagamento dei debiti da parte dei vari eredi, stabilendo le percentuali di ripartizione e, al limite, addossando l’intera somma ad un unico erede. Ad esempio, un padre con tre figli potrebbe indicare nel suo testamento uno solo di loro come responsabile dei debiti pendenti dopo la sua morte, oppure stabilire che il figlio minore, e non ancora economicamente indipendente, rimanga escluso dalla ripartizione.

Tuttavia queste disposizioni hanno solo una valenza interna, cioè riguardano solo i rapporti degli eredi fra loro, ma non hanno alcuna efficacia esterna, nei confronti dei creditori, perché altrimenti sarebbe troppo facile imputare il pagamento dei debiti ad un erede nullatenente. Quindi i creditori possono “scavalcare” le disposizioni testamentarie di questo genere e agire sui vari coeredi per recuperare le somme dovute, fermo restando che poi chi ha pagato potrà farsi rimborsare dagli altri in proporzione alle quote di eredità.

Tasse non pagate dal defunto: rispondono gli eredi?

Gli eredi rispondono delle imposte e tasse non versate dal defunto, ma non delle eventuali sanzioni, che si estinguono con la sua morte. Rimane, quindi, dovuto il tributo principale, più gli interessi dovuti per il ritardato versamento rispetto alle scadenze. Anche le sanzioni diverse da quelle tributarie, come quelle amministrative o per violazione delle norme di circolazione stradale, non si trasmettono agli eredi.

Le notifiche degli avvisi di accertamento, di liquidazione d’imposta e delle cartelle esattoriali vengono fatte, prima dell’accettazione dell’eredità, in forma impersonale a tutti gli eredi del defunto, presso il suo ultimo indirizzo; dopo un anno dalla morte, invece, devono essere indirizzate ai singoli eredi, nelle rispettive residenze. Per maggiori dettagli, leggi “Cartella esattoriale notificata a persona deceduta“.

Chi è tenuto al pagamento dei debiti ereditari?

Sono tenuti al pagamento dei debiti ereditari soltanto gli eredi, cioè coloro che succedono al defunto nella titolarità di una quota ideale del patrimonio (o dell’intero, se c’è un unico erede universale) e non anche i legatari, cioè coloro che hanno ricevuto dal defunto, per testamento, uno o più beni specifici. Quindi gli eredi assumono i debiti, i legatari no.

Gli eredi che accettano l’eredità in modo puro e semplice diventano responsabili dei debiti del defunto, anche oltre il valore della quota ricevuta, e quindi sono tenuti al pagamento anche con il loro patrimonio personale. Per evitare questa conseguenza, possono rinunciare all’eredità con un atto formale – e in tal modo non diventano titolari né dei beni né dei debiti del defunto – oppure accettare l’eredità con beneficio d’inventario: in questo modo sarà possibile contenere la responsabilità per i debiti solo entro i limiti di valore dei beni ereditari.

Quando si diventa responsabili per i debiti ereditari?

La responsabilità per il pagamento dei debiti ereditari sorge in capo agli eredi dal momento di accettazione dell’eredità, che può avvenire non solo in forma esplicita, mediante un apposito atto, ma anche in modo tacito, per comportamenti concludenti, quando si inizia a disporre dei beni come se si fosse divenuti proprietari: ad esempio, prelevando somme dal conto corrente del defunto, oppure vendendo o affittando una casa che rientra nel patrimonio ereditario.

Chi compie uno di questi atti di disposizione del patrimonio che rientra nella successione ereditaria è considerato erede anche se non ha accettato espressamente, e dunque i creditori possono rivolgersi a lui per ottenere il pagamento del dovuto.

Gli eredi non sono, però, tenuti al pagamento dei debiti personalissimi del defunto, come – oltre alle multe e sanzioni di cui abbiamo già parlato – gli assegni di mantenimento; per il quadro completo, leggi quali debiti non si trasferiscono agli eredi.

Chi ha pagato un debito ereditario può farsi rimborsare dai coeredi?

Per le imposte sui redditi (Irpef, Ires e Irap) e per l’imposta di successione vige il principio della solidarietà passiva tra gli eredi, che significa responsabilità di ciascuno per l’intero importo, salvo rivalsa di chi ha pagato nei confronti degli altri eredi per farsi restituire la rispettiva quota. Quindi l’Agenzia Entrate Riscossione può rivolgersi ad un singolo erede per ottenere il pagamento dei debiti fiscali del defunto, anche pignorando i suoi beni, se non versa spontaneamente quanto richiesto.

Per tutti gli altri debiti, invece, di natura civile e privata – come quelli derivanti da un mutuo, da un contratto di fornitura o dalla qualità di condòmino – o anche pubblica e fiscale – dall’imposta di registro ai tributi locali (Imu, Tari, bollo auto, ecc.) – si applica la regola legale [1] della ripartizione fra gli eredi in proporzione alle loro quote.  Ad esempio, se ci sono tre eredi, e il debito complessivo del defunto ammonta a 150mila euro, ciascuno dovrà pagare 50mila euro.

L’articolo 754 del Codice civile precisa che «gli eredi sono tenuti verso i creditori al pagamento dei debiti e pesi ereditari personalmente in proporzione della loro quota ereditaria», ma subito dopo stabilisce il diritto alla rivalsa in favore di colui che ha pagato, per ottenere dagli altri il rimborso della parte di loro spettanza. Quindi, se uno degli eredi non paga la sua quota di debito, gli altri eredi possono agire contro di lui per ottenere il rimborso della parte che hanno anticipato per suo conto e pagato in più rispetto alla loro quota ereditaria.

Approfondimenti

Per ulteriori informazioni, leggi anche “Come evitare di rispondere dei debiti del defunto: consigli per gli eredi” e “Il diritto dell’erede a disconoscere i debiti del defunto“.

 
Pubblicato : 26 Aprile 2023 06:45