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Come funziona la donazione di soldi?

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(@paolo-remer)
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Metodi, strategie e consigli per trasferire denaro tra familiari: quali cautele e accorgimenti sono necessari per prevenire problemi ereditari e con i creditori.

Il denaro si scambia e passa di mano con estrema facilità, sia che venga consegnato in contanti, sia che venga trasferito mediante gli strumenti elettronici e tracciabili, come i bonifici bancari o le operazioni con carte di credito o di debito. Ma la donazione è un atto “solenne”, che in molti casi richiede la forma dell’atto pubblico e l’intervento del notaio. Come si conciliano queste due opposte caratteristiche, e in particolare, come funziona la donazione di soldi?

Esistono vari modi per compiere una donazione di denaro senza dover stipulare un contratto e recarsi dal notaio: la legge consente di eseguire queste operazioni senza particolari formalità, specialmente quando il valore non è ingente e se l’operazione avviene tra familiari stretti, come coniugi, genitori e figli, nonni e nipoti, o fratelli e sorelle; ma vi sono dei limiti da rispettare per non incorrere in sanzioni, nullità, contestazioni degli eredi o dei creditori del donante, e accertamenti fiscali.

Donazione di soldi: quando serve l’atto notarile

Le donazioni di denaro devono essere fatte con atto pubblico notarile (alla presenza di due testimoni) in tutti i casi in cui non sono di «modico valore» [1].

Non esiste un limite assoluto per stabilire se la donazione è di modico valore. La modicità viene valutata in rapporto alle condizioni economiche del donante: quindi la stessa cifra – poniamo, di 20mila euro – potrà essere modica per un professionista di successo o per un imprenditore affermato, ma non per un modesto operaio o impiegato che regalando quella cifra azzera il suo conto in banca.

Donazione di soldi: quando basta il bonifico 

Siccome la donazione di beni mobili – e il denaro rientra tra questi – si perfeziona con la consegna delle cose, il bonifico bancario (come anche l’assegno, o la ricarica di una carta prepagata), è ammesso in alternativa all’atto notarile, per le donazioni di modico valore.

L’accettazione del donatario – che è necessaria, in quanto la donazione è un contratto, non un atto unilaterale – si desume dalla ricezione della somma senza osservazioni e restituzione. Nella causale dell’operazione è opportuno specificare che si tratta di donazione. Questo semplice accorgimento metterà al riparo da accertamenti fiscali (altrimenti l’Agenzia delle Entrate potrebbe insospettirsi e chiedere conto della provenienza delle somme elargite).

Donazione in contanti: limiti legali

Se la donazione viene fatta in contanti, non bisogna eccedere il limite, previsto dalla legge, che dal 1° gennaio 2023 è di 4.999,99 euro: quindi per importi da 5.000 euro in su bisogna utilizzare i canali tracciabili, come i bonifici bancari, gli assegni, i vaglia postali o le ricariche su carte prepagate, anche quando la donazione è compiuta in favore di familiari stretti, come figli, nipoti o fratelli.

Donazione indiretta: quali opportunità?

Volendo, anziché donare direttamente il denaro al beneficiario, si può anche fare una donazione indiretta della somma, che viene consegnata ad un terzo soggetto – come il venditore di un immobile, di un’autovettura o di un altro bene costoso – con l’intesa che quei soldi serviranno a perfezionare la compravendita, e il bene sarà intestato direttamente all’acquirente.

Un padre, anziché dare 100mila euro al figlio per fargli comprare casa, paga direttamente il costruttore venditore.

Una zia ricca regala la macchina nuova alla nipote neolaureata. Non le dà i soldi, ma stacca un assegno intestato al concessionario.

Questa formula si chiama donazione indiretta perché non si dona la casa o la macchina, ma si elargisce la provvista economica necessaria per fagli acquistare al beneficiario della donazione. Il risultato, però, è equivalente a quello della donazione tipica, ma con il vantaggio che – se si tratta di un bene immobile o di beni mobili registrati, come auto, moto e barche – si evitano i costi del doppio passaggio di proprietà: negli esempi fatti, se il genitore e la zia avessero donato i soldi, avrebbero dovuto intestare a se stessi i beni acquistati, e poi trasferirli al figlio e alla nipote.

Donazione di soldi: si pagano tasse?

Le donazioni di soldi, proprio come quelle che riguardano le altre tipologie di beni, sono soggette all’imposta sulle donazioni, che prevede un’elevata soglia di esenzione – detta franchigia – quando avviene tra parenti stretti. Tra coniugi e ascendenti o discendenti in linea retta (genitori e figli, nonni e nipoti) la donazione è esentasse fino a 1 milione di euro; oltre tale importo si paga il 4% sull’eccedenza. La franchigia si calcola per ogni beneficiario, non riguardo al donante. Facciamo un esempio.

Un genitore dona, facendo due bonifici nello stesso giorno, 800mila euro al figlio maggiore e 800mila euro alla figlia minore. Ciascuna donazione rientra nella franchigia, quindi l’operazione sarà completamente esentasse.

Se la donazione avviene tra fratelli e sorelle, la franchigia di esenzione scende a soli 100.000 euro, e l’aliquota sale al 6%. La donazione fatta a familiari meno stretti (parenti entro il 4° grado ed affini o collaterali entro il 3° grado) sconta sempre l’aliquota del 6% ma senza franchigia, quindi viene tassato l’intero importo donato. Per i parenti più lontani e per gli estranei al nucleo familiare l’aliquota sale all’8%, sempre senza franchigia.

Se il beneficiario della donazione è una persona gravemente disabile, la franchigia di esenzione sulla donazione è pari ad 1,5 milioni di euro, a prescindere dal rapporto di parentela, quindi entro tale soglia sono esentasse anche le donazioni compiute verso estranei.

Donazione di soldi: le possibili contestazioni

La donazione di denaro, o di altre tipologie di beni, potrebbe essere contestata dagli eredi legittimari (coniuge, figli e genitori) se lede la quota dei beni loro spettante per legge; in tal caso hanno 10 anni di tempo per impugnarla, a partire dalla data della sua morte, con l’azione di riduzione prevista dal Codice civile.

Anche i creditori del donante (pubblici e privati: quindi fornitori, banche, società finanziarie, Fisco) possono agire in revocatoria entro 5 anni per far dichiarare inefficace la donazione che li ha privati delle loro garanzie patrimoniali: si pensi a chi si spoglia di tutti i suoi beni, intestandoli ad altri, per risultare nullatenente.

Per approfondire questi aspetti, leggi come proteggere una donazione dagli eredi e come evitare la revoca della donazione.

 
Pubblicato : 18 Giugno 2023 09:00