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Come funziona la 104 per un genitore?

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(@paolo-remer)
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Assistenza a padre e madre anziani e invalidi: quali sono i benefici previsti dalla legge 104 che consentono ai figli di assentarsi dal lavoro per prendersi cura di loro.

Se tuo padre o tua madre sono anziani e invalidi, ti sarà molto utile sapere come funziona la 104 per un genitore. Ci riferiamo, ovviamente, alla ben nota legge 104, che prevede una serie di agevolazioni e benefici in favore delle persone affette da un handicap che compromette la loro mobilità e rende necessaria l’assistenza di un familiare: nel nostro caso, i figli, che possono assentarsi dal lavoro per prendersi cura dei loro genitori.

Ti anticipiamo che fino al 2022 esisteva la figura del «referente unico»: vale a dire che, tra i vari familiari, una sola persona alla volta poteva essere autorizzata ad assentarsi dal lavoro per prendersi cura del parente disabile. Poi il «Decreto Trasparenza» [1] ha consentito la fruizione dei permessi sul lavoro anche da parte di più soggetti, seguendo determinate regole di turnazione.

Ciò nel nostro caso significa che più figli possono alternarsi nelle assenze dal rispettivo lavoro, quando sono necessarie per assistere il proprio genitore affetto da handicap grave. Il tutto, ovviamente, alle condizioni ed entro i limiti stabiliti dalla legge 104, che ora esamineremo.

Permessi 104 per un genitore: quando spettano

I permessi 104 consistono in 3 giorni lavorativi di assenza dal lavoro per ogni mese; spettano a tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, assunti a tempo pieno o parziale (il cosiddetto part-time, sia orizzontale sia verticale), sono regolarmente retribuiti e coperti da contribuzione previdenziale figurativa. Vengono riconosciuti a chi è affetto da un handicap grave riconosciuto in base alla legge [2], ed ai familiari che lo assistono: tra questi sono ovviamente compresi i figli, se il disabile è un loro genitore, ed anche il caso inverso, ossia quello del genitore lavoratore che deve assentarsi dal lavoro per assistere il figlio disabile.

Ti ricordiamo che ai sensi della legge 104 si considera handicap grave quello che deriva da una «menomazione, singola o plurima, che abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione».

Permessi 104 per un genitore: come ottenerli

Per ottenere i permessi 104 (e tutte le altre agevolazioni spettanti ai lavoratori, come la scelta della sede di impiego, l’esonero dal lavoro notturno e la richiesta di part-time) bisogna innanzitutto munirsi di un’apposita certificazione, rilasciata dal medico di base o da un altro medico curante, e presentare, tramite una domanda telematica all’Inps (anche attraverso Caf o patronati) l’istanza di riconoscimento ufficiale delle condizioni previste dalla legge 104.

La richiesta verrà esaminata – previa visita del disabile, quando necessario – da una commissione medica istituita presso l’Azienda sanitaria territorialmente competente, integrata dalla partecipazione di un medico dell’Inps. Il riconoscimento della disabilità, e l’attribuzione dei conseguenti benefici previsti dalla legge 104, tra cui i permessi lavorativi ed i congedi straordinari, decorre dalla data del verbale con esito positivo della commissione medica.

Il lavoratore dipendente che intende chiedere il permesso previsto dalla legge 104 per assistere un familiare disabile deve essere il coniuge, il convivente di un’unione civile o di fatto legalmente riconosciuta [3], o un parente o affine entro il secondo grado; il rapporto viene esteso al terzo grado di parentela o di affinità quando i genitori, o il coniuge, o la parte dell’unione civile o il convivente di fatto della persona con disabilità grave sono deceduti o hanno compiuto i 65 anni di età, oppure sono essi stessi invalidi.

Una volta completato l’iter che ti abbiamo descritto per il riconoscimento della disabilità e dell’handicap grave del proprio familiare, i permessi mensili possono essere richiesti di volta in volta all’Inps (che interviene nell’iter in quanto paga l’indennità sostitutiva della retribuzione) e comunicati al datore di lavoro, che non deve autorizzarli in quanto, nella sussistenza delle condizioni che legittimano la loro fruizione, è tenuto a concederli.

Permessi 104 per più figli lavoratori

Fino a poco tempo fa i permessi previsti dalla legge 104 ai lavoratori dipendenti per assistere i propri familiari in stato di disabilità grave potevano essere concessi soltanto ad un singolo soggetto, chiamato «referente unico dell’assistenza» [4]. L’unica eccezione prevista riguardava i genitori (anche adottivi) di figli affetti da handicap grave, ma sempre alternativamente l’uno all’altro (ad esempio, in caso di una coppia di coniugi entrambi lavoratori, nel giorno in cui un genitore fruiva dei permessi, l’altro non poteva chiedere il congedo straordinario).

Come abbiamo anticipato all’inizio, il Decreto Trasparenza ha abolito la figura del referente unico, con la conseguenza che ora i permessi previsti dalla legge 104  possono essere richiesti, alternativamente, da più figli lavoratori per assistere il medesimo genitore disabile. L’Inps ha recepito queste novità normative in una circolare [5] e con l’occasione ha ribadito il principio di non cumulabilità tra i permessi mensili ed i congedi che ora esamineremo.

Congedo 104 per assistere un genitore: requisiti e condizioni

Se i permessi mensili di cui abbiamo parlato non bastano, esiste un’altra possibilità: il congedo straordinario è un periodo di assenza dal lavoro retribuito – per un periodo massimo di 2 anni nell’intera vita lavorativa – concesso ai lavoratori dipendenti che assistano familiari con disabilità grave, riconosciuta ai sensi della legge 104.

È richiesto, inoltre, il requisito della convivenza tra il lavoratore ed il familiare da assistere che si trova in uno stato di disabilità grave; la convivenza può essere instaurata anche dopo la presentazione della domanda di congedo straordinario, ma deve sussistere per tutto il periodo di fruizione del congedo stesso [6].

Nella sussistenza di tali condizioni, il congedo 104 spetta a tutti i figli che sono lavoratori dipendenti, pubblici e privati, assunti a tempo pieno o parziale (il cosiddetto part-time, sia orizzontale sia verticale). I periodi di assenza dal lavoro per congedo straordinario ai sensi della legge 104, sono regolarmente retribuiti e sono coperti da contribuzione previdenziale figurativa.

Per ottenere il riconoscimento del congedo straordinario legge 104, come anche dei 3 giorni di permesso mensili, e di tutte le altre agevolazioni spettanti ai lavoratori (come la scelta della sede di impiego, l’esonero dal lavoro notturno e la richiesta di part-time) occorre munirsi della certificazione, rilasciata dal medico di base, o da un altro medico curante, attestante lo stato di handicap grave del genitore (o di un altro familiare) da assistere, e presentare una domanda telematica all’Inps – direttamente oppure attraverso un intermediario, come un Ente di patronato – per ottenere il riconoscimento ufficiale dei benefici previsti dalla legge 104, come ti abbiamo spiegato nel paragrafo precedente.

Congedo 104: a quali figli spetta?

Il lavoratore dipendente che intende chiedere il permesso previsto dalla legge 104 per assistere un familiare disabile deve essere il coniuge, il convivente di un’unione civile o di fatto legalmente riconosciuta, o un parente o affine entro il secondo grado; il rapporto viene esteso al terzo grado di parentela o di affinità quando i genitori, o il coniuge, o la parte dell’unione civile o il convivente di fatto della persona con disabilità grave sono deceduti o hanno compiuto i 65 anni di età, oppure sono essi stessi invalidi.

Il congedo straordinario per legge 104 spetta ai lavoratori dipendenti secondo il seguente ordine di priorità:

  • coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente o il convivente di fatto della persona disabile in situazione di gravità;
  • padre o madre, anche adottivi o affidatari, della persona disabile in situazione di gravità in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente o della parte dell’unione civile convivente o del convivente di fatto;
  • figlio convivente della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente o il convivente di fatto ed entrambi i genitori del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
  • fratello o sorella convivente della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente, o il convivente di fatto, entrambi i genitori e i figli conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
  • parente o affine entro il terzo grado convivente della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente, o il convivente di fatto, entrambi i genitori, i figli conviventi e i fratelli/sorelle conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.

Come si può notare, il figlio ha diritto al congedo 104 se il genitore disabile che deve assistere non ha un coniuge o un convivente di fatto (o quando tali persone sono esse stesse gravemente invalide): è il caso tipico dei genitori anziani. La situazione di convivenza con il familiare disabile deve sussistere entro l’inizio del periodo di congedo (quindi non è un requisito da possedere al momento di presentazione della domanda) e va conservata per tutta la durata di fruizione.

Una volta ottenuto il riconoscimento della disabilità e dell’handicap grave del proprio familiare, i permessi mensili e le altre agevolazioni spettanti ai lavoratori dipendenti ai sensi della legge 104 – tra cui il periodo di congedo straordinario – possono essere richiesti di volta in volta all’Inps (che interviene nell’iter in quanto paga l’indennità sostitutiva della retribuzione) e al datore di lavoro, che è tenuto a concederli.

Congedo straordinario: spetta a più di un figlio?

Il congedo straordinario e i permessi mensili per assistere familiari disabili non possono essere riconosciuti contemporaneamente a più di un lavoratore per l’assistenza alla stessa persona. È fatta eccezione per i genitori (anche adottivi), di figli disabili in situazione di gravità: ad essi viene riconosciuta la possibilità di fruire di entrambe le tipologie di benefici per lo stesso genitore anche alternativamente, fermo restando che nel giorno in cui uno fruisce dei permessi, l’altro non può utilizzare il congedo straordinario. Infatti i due tipi di assenza dal lavoro non possono cumularsi nelle medesime giornate.

Attenzione: nel congedo straordinario 104, il limite massimo di 2 anni nell’arco della vita lavorativa è complessivo e si riferisce ai vari familiari della medesima persona da assistere. Pertanto, un figlio che ha più di un familiare disabile grave – ad esempio, entrambi i genitori – può beneficiare del congedo straordinario per ciascuno di essi, ma non potrà superare i 2 anni in totale: non è previsto il “raddoppio”.

 
Pubblicato : 24 Aprile 2023 07:30