forum

Come evitare il fer...
 
Notifiche
Cancella tutti

Come evitare il fermo auto con la reimmatricolazione?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
79 Visualizzazioni
(@angelo-greco)
Post: 3141
Illustrious Member Registered
Topic starter
 

Secondo la Cassazione è lecito circolare in Italia con una targa straniera a seguito di reimmatricolazione all’estero.

Non sono in pochi gli automobilisti che sanno come evitare il fermo auto con la reimmatricolazione. Si tratta di un sistema alternativo al pagamento del debito o alla sua rateizzazione, soluzioni queste che consentirebbero di tornare a guidare regolarmente senza dover ricorrere a sotterfugi. E difatti, anche con la dilazione di pagamento è possibile sospendere il fermo auto con il versamento della prima rata: il fermo viene poi definitivamente cancellato con l’estinzione totale del debito.

Ma, come dicevamo, esiste un escamotage. Ed è di tanto che parleremo qui di seguito alla luce peraltro di una recente e innovativa sentenza della Cassazione che, di fatto, sdogana questo comportamento.

Come funziona il fermo auto

Come noto, secondo la legge italiana, chi subisce il fermo amministrativo non può più circolare. Il fermo viene di norma iscritto in caso di mancato pagamento di imposte e multe stradali, a seguito della notifica della cartella esattoriale.

Chiunque circola con un veicolo sottoposto al fermo amministrativo, salva l’applicazione delle sanzioni penali per la violazione degli obblighi posti in capo al custode, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 770 a 3.086 euro. Inoltre dovrebbe essere disposta la confisca del veicolo (cui tuttavia non si procede quasi mai).

Il fermo non ha data di scadenza: permane fin quando il debito non viene saldato. Come si diceva in apertura, tuttavia, l’ottenimento di una rateazione consente di sospendere il fermo al pagamento della prima raga per poi cancellarlo dopo l’ultima.

Con il fermo, l’auto non può essere radiata, a meno che non si tratti di relitto ormai incapace di circolare e pericoloso.

È possibile vendere l’auto ma il fermo permane anche per il nuovo acquirente.

Non è invece ammesso smontare il veicolo e utilizzare i pezzi su un altro: scopo del fermo è infatti preservare il valore del mezzo per un eventuale pignoramento, cui il fermo stesso dovrebbe essere strumentale. Tuttavia, di fatto, una volta iscritto il fermo, l’Esattore non procede quasi mai con il pignoramento.

Come evitare il fermo amministrativo con la reimmatricolazione dell’auto all’estero

Per eludere il divieto di circolazione del fermo amministrativo, molti automobilisti procedono alla reimmatricolazione dell’auto all’estero, dotandola così di una targa straniera. Difatti, poiché il fermo è associato alla targa, la polizia non è in grado di accorgersi dell’esistenza del divieto di circolazione e non può a multare il trasgressore.

Registrando il veicolo in un altro Paese, si ottiene infatti una nuova targa estera che permette di circolare liberamente in Italia, nonostante il fermo sulla targa originale italiana.

Per reimmatricolare un veicolo all’estero, è necessario seguire le procedure del Paese scelto per la registrazione, che richiede l’iscrizione nel Registro dei Veicoli Esteri (REVE). Senonché, per una falla nel sistema, tale iscrizione avviene senza che nessuno controlli se il numero di telaio era stato già associato a una targa italiana.

Si è posto però il problema della legittimità di questa pratica visto che l’articolo 100 del codice della strada vieta di dotare i veicoli con una targa non propria. La questione è stata oggetto di una recente pronuncia della Cassazione. Questa sentenza, di fatto, finisce per spiegare come evitare il fermo auto con la reimmatricolazione.

Si può circolare con una targa straniera in Italia

Negli ultimi anni, la pratica di reimmatricolare veicoli all’estero per bypassare il fermo amministrativo imposto dalle autorità italiane è diventata sempre più comune.

Secondo la Corte (sentenza n. 4811/2024 emessa il 23 febbraio), se un veicolo registrato in Italia viene reimmatricolato in un altro Stato estero e circola nel nostro Paese con una targa straniera, non si applicano le multe per l’uso di targhe non corrispondenti al veicolo, come stabilito dall’articolo 100 del Codice della Strada.

Questa decisione, da un lato, mette in luce le difficoltà generate dalle differenze tra le leggi europee, che permettono di immatricolare un veicolo in un Paese pur mantenendo la targa di un altro, e le leggi italiane che invece richiedono, prima di procedere in tal senso, la radiazione dell’auto dal Pra italiano. Ma dall’altro lato finisce per legittimare il comportamento che abbiamo appena descritto.

 

 
Pubblicato : 7 Marzo 2024 07:00