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Come donare denaro ai propri cari

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(@paolo-remer)
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Donazione di somme di denaro a parenti stretti o ad altri familiari e ad estranei: quali metodi utilizzare per rendere l’elargizione sicura e inoppugnabile.

Quando una persona ha accumulato un piccolo patrimonio, costituito in prevalenza da somme di denaro detenute in contanti o depositate in banca, spesso vorrebbe donare denaro ai propri cari: può decidere di farlo per generosità, affetto, riconoscenza, per far fronte a qualche necessità concreta e urgente, o semplicemente per lasciare subito loro qualcosa, senza dover fare testamento e aspettare la propria morte.

Talvolta in questa cerchia di persone non rientrano soltanto i familiari stretti, come i figli e i nipoti, che di solito sono i naturali destinatari delle elargizioni monetarie dei loro genitori e nonni, ma anche i parenti più lontani ai quali si è affezionati, o addirittura gli estranei alla famiglia. In tal caso potrebbero sorgere conflitti se qualcuno dei parenti più prossimi viene “scavalcato” o trascurato dal donante che ha deciso di regalare i suoi soldi ad altre persone, dimostrando che per lui sono più care dei familiari: un caso tipico è quello dell’uomo che beneficia l’amante anziché la moglie e i figli.

La donazione di denaro, però, è un atto alquanto precario, se non viene compiuto nelle forme giuste: potrebbe essere invalida in partenza, oppure annullata in seguito, per le contestazioni degli eredi legittimari che si vedono privati della quota loro spettante, e, talvolta, anche dei creditori del donante. Vediamo quali metodi utilizzare per rendere l’operazione sicura, documentata e inoppugnabile.

Donazione in contanti: c’è un importo limite?

Per fare donazioni di denaro non c’è un importo limite, una soglia massima da non superare: ciascuno – a meno che non sia interdetto, inabilitato o affiancato da un amministratore di sostegno – può disporre del proprio patrimonio come meglio crede, e dunque può decidere liberamente di donare i suoi beni mobili ed immobili a chi desidera.

Tuttavia, le donazioni in contanti non devono eccedere il limite, previsto dalla legge, di 4.999,99 euro: ciò significa che per importi da 5.000 euro in su bisogna utilizzare i canali tracciabili, come i bonifici bancari, gli assegni, i vaglia postali o le ricariche su carte prepagate.

Donazione di denaro: quali forme?

Tutte le donazioni di beni mobili – e tra questi rientra il denaro – se sono di modico valore possono essere compiute semplicemente mediante la consegna materiale delle cose donate, che nel nostro caso avviene mediante il trasferimento della somma in favore del beneficiario: ad esempio, con l’accredito del bonifico bancario, o con l’incasso dell’assegno.

La donazione è un contratto, che si perfeziona con l’accettazione del beneficiario, ma se riguarda il denaro questa accettazione si presuppone in via implicita dalla ricezione della somma, senza osservazioni e restituzioni.

Donazione di denaro: quando occorre andare dal notaio?

Se, invece, la donazione non è di modico valore, è indispensabile perfezionarla mediante atto pubblico notarile, alla presenza di due testimoni, così come quando si donano beni immobili di qualsiasi tipologia, altrimenti l’atto compiuto è nullo.

Il concetto di modico valore non è definito esattamente nell’importo: la legge [1], però, stabilisce un criterio generale, secondo cui «la modicità deve essere valutata anche in rapporto alle condizioni economiche del donante».

Ciò significa che se il donante, facendo quella elargizione, dà fondo al suo intero patrimonio, o alla maggior parte di esso, servirà l’atto pubblico notarile e non basterà la consegna dei soldi o il bonifico; se, invece, il donante è ricco, e quel regalo non lo impoverisce, potrà regalarlo senza ricorrere al notaio. Del resto l’atto pubblico notarile serve proprio a far riflettere il donante sulla serietà del suo impegno e sulle conseguenze del suo gesto gratuito e senza corrispettivo (salvo il caso della donazione modale, alla quale viene apposto un onere, che però non può superare il valore della donazione stessa).

Donazione indiretta: come funziona?

Esiste anche la possibilità di compiere, in favore del beneficiario, una donazione indiretta della somma di denaro, che, anziché essere consegnata direttamente a lui, viene data ad un terzo soggetto – solitamente il venditore di una casa, di un’autovettura o di un altro bene di valore – per conto del beneficiario, con l’intesa che quei soldi serviranno a perfezionare la compravendita, con l’intestazione del bene direttamente in capo al proprio caro. In altre parole, anziché donare la casa, o la macchina, si elargisce la provvista economica necessaria per acquistarli.

Il risultato dell’operazione è del tutto equivalente a quello ottenuto mediante la donazione classica, con l’importante peculiarità che, se si tratta di un bene immobile o di un bene mobile registrato, come un’autovettura, una moto o un’imbarcazione, si eviteranno i costi del doppio passaggio di proprietà. Il notaio, nell’atto di compravendita, preciserà che la somma è pervenuta all’acquirente da una donazione.

Donazione di denaro a familiari o estranei: come è tassata?

Le donazioni di denaro – al pari di quelle che riguardano le altre tipologie di beni – sono soggette all’imposta sulle donazioni, che è equiparata a quella sulle successioni, e prevede un’elevata soglia di esenzione – detta franchigia – quando avviene tra parenti stretti.

Precisamente, la donazione è completamente esentasse fino al valore di un milione di euro, se avviene tra coniugi e ascendenti o discendenti in linea retta, quindi genitori e figli, o nonni e nipoti. Oltre questa soglia si paga un’aliquota del 4%, ma solo sull’eccedenza rispetto al milione di euro. Se la donazione è tra fratelli e sorelle, la franchigia di esenzione scende a soli 100.000 euro, e l’aliquota sale al 6%.

Per i familiari meno stretti (parenti entro il 4° grado ed affini o collaterali entro il 3° grado) l’aliquota rimane al 6% ma non c’è nessuna franchigia, quindi è tassato l’intero importo donato. Per i parenti più lontani e per gli estranei al nucleo familiare l’aliquota sale all’8%, senza alcuna franchigia. In tutti i casi, se il beneficiario della donazione è una persona gravemente disabile, a prescindere dal rapporto di parentela, la franchigia di esenzione sulla donazione è pari ad 1,5 milioni di euro.

Donazione di denaro: chi può contestarla?

La donazione di denaro, o di altre tipologie di beni, potrebbe essere contestata dagli eredi legittimari (coniuge, figli e genitori) se viene lesa la quota dei beni del donante defunto, che gli spetta di diritto nelle proporzioni stabilite dalla legge; in tal caso hanno 10 anni di tempo per impugnarla, a partire dalla data della sua morte.

Anche i creditori del donante, se la donazione compiuta li ha privati delle loro garanzie patrimoniali, possono agire in revocatoria per farla dichiarare inefficace nei loro confronti, ma hanno solo 5 anni di tempo dal momento in cui l’atto è stato trascritto nei pubblici registri immobiliari; perciò, se si tratta di donazioni compiute mediante bonifici o altri strumenti tracciabili, oppure di donazioni indirette, la revocatoria è preclusa, salvi casi particolari di frode.

Per approfondire questi aspetti, leggi come proteggere una donazione dagli eredi e come evitare la revoca della donazione.

 
Pubblicato : 2 Maggio 2023 06:45