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Come difendersi da una contestazione di licenziamento per giusta causa

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(@angelo-greco)
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Guida pratica e consigli utili per contestare un licenziamento disciplinare: i diritti e le difese del lavoratore dipendente.  

Se ricevi dal tuo datore di lavoro una contestazione disciplinare è bene che tu ti difenda tempestivamente, rispettando i termini di legge se non vuoi evitare che il procedimento sfoci in un licenziamento per giusta causa. Devi quindi conoscere i tuoi diritti e le procedure da seguire per opporti. In questa guida, ti forniremo tutte le informazioni necessarie su come affrontare questa situazione, dal momento in cui ricevi la contestazione fino alla presentazione delle tue difese e controdeduzioni. Seguendo i consigli e le indicazioni qui riportate, potrai affrontare la situazione nel modo migliore possibile.

Cos’è la contestazione dell’addebito e quali sono i suoi requisiti fondamentali?

La contestazione dell’addebito è un atto scritto con cui il datore di lavoro manifesta la propria intenzione di considerare il comportamento del dipendente come illecito disciplinare. 

Il datore di lavoro che voglia infliggere una sanzione disciplinare al dipendente è obbligato a contestargli prima l’addebito con una comunicazione scritta al fine di consentire a quest’ultimo di presentare delle proprie difese. Solo all’esito di tale procedimento il datore di lavoro può prendere la decisione e comunicare al lavoratore quale sanzione intende adottare (eventualmente anche il licenziamento).

Come funziona il procedimento disciplinare?

Il datore di lavoro, non appena viene a conoscenza dell’illecito disciplinare commesso dal dipendete, deve inviargli la contestazione.

La contestazione deve essere scritta e contenere una descrizione chiara e precisa delle circostanze addebitate al lavoratore. Deve inoltre essere tempestiva, ovvero formulata entro un lasso di tempo ragionevole dalla commissione del fatto o dalla piena conoscenza del fatto stesso da parte del datore di lavoro. La legge non fissa un termine per tale comunicazione ammettendo che questa possa variare in relazione alle dimensioni dell’azienda e alle difficoltà nel reperimento delle prove.

Quali sono gli esempi pratici di contestazione tempestiva e non tempestiva?

Un esempio di contestazione tempestiva è quella relativa a un’assenza ingiustificata dal 10 al 31 agosto, con addebito fatto al dipendente il giorno dopo il suo rientro in servizio, avvenuto il 1° settembre. Un esempio di contestazione non tempestiva è invece quella relativa a un preposto di una filiale di banca, che interviene oltre tre mesi dopo la ricezione delle risultanze acquisite dall’ispettorato interno della banca.

Come deve essere consegnata la contestazione al lavoratore?

Non esiste una modalità specifica prevista dalla legge per la consegna della contestazione al lavoratore. Tuttavia, per ragioni probatorie, è opportuno consegnare la lettera di contestazione a mani del lavoratore, con sottoscrizione dello stesso per ricevuta, o tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.

Quali sono i diritti del lavoratore in caso di contestazione dell’addebito?

Il lavoratore ha il diritto di difendersi dalle accuse mosse dal datore di lavoro, presentando le proprie controdeduzioni e giustificazioni entro un termine di 5 giorni dalla ricezione della contestazione. Il lavoratore può inoltre avvalersi dell’assistenza di un rappresentante sindacale o di un legale per la presentazione delle proprie difese. 

In aggiunta o in alternativa alle controdeduzioni scritte, il dipendente può chiedere di essere ascoltato personalmente, anche in presenza di un suo rappresentante che può però essere solo un sindacalista e non anche l’avvocato.

Come calcolare i 5 giorni di tempo per presentare le difese?

I cinque giorni per proporre le proprie difese devono essere computati come giorni di calendario, pertanto si calcolano anche i giorni festivi intermedi. Il periodo non deve essere prorogato se l’ultimo giorno coincide con una festività, mentre il termine viene sospeso nel periodo di chiusura per ferie.

Cosa succede se presento le mie difese oltre il termine previsto?

In generale, la presentazione di ulteriori difese da parte del lavoratore dopo la scadenza del termine è consentita solo nell’ipotesi in cui entro il termine stesso il lavoratore non sia stato in grado di presentare compiutamente la propria difesa.

Quali sono i passi successivi alla presentazione delle difese?

Il datore di lavoro, ricevute le eventuali difese del lavoratore, valuta se adottare o meno il provvedimento disciplinare espulsivo e, in caso affermativo, procede all’irrogazione del licenziamento.

Facciamo un esempio pratico. Poniamo il caso di Tizio, un impiegato che riceve una contestazione di licenziamento per giusta causa dal suo datore di lavoro. Tizio ha 5 giorni di tempo per presentare le sue difese e controdeduzioni. Decide di farlo in forma scritta e invia la sua lettera entro il termine previsto. Inoltre, chiede di poter esporre a voce le sue difese in un incontro con il datore di lavoro.

Durante l’incontro, Tizio si fa assistere da un rappresentante sindacale, che lo aiuta a presentare le sue argomentazioni in modo chiaro e convincente. Alla fine dell’incontro, il datore di lavoro prende in considerazione le difese di Tizio e decide se procedere o meno con il licenziamento.

Nel caso in cui il datore di lavoro decida di non procedere al licenziamento, Tizio potrà continuare a lavorare presso l’azienda. Se invece il datore di lavoro decide di procedere al licenziamento, Tizio potrebbe valutare l’opportunità di intraprendere azioni legali per contestare la decisione.

Cosa succede dopo le difese del dipendente?

Una volta decorsi i 5 giorni per consentire al dipendente di difendersi, il datore di lavoro comunica a quest’ultimo – anche in questo caso per iscritto e tempestivamente – la sanzione che intende adottare. 

Come contestare la sanzione disciplinare?

Una vota ricevuta la sanzione disciplinare, il dipendente che voglia contestarla deve seguire questi passi:

  • deve inviare, entro 60 giorni dal ricevimento del provvedimento disciplinare o del licenziamento, una raccomandata o una PEC al datore di lavoro in cui gli comunica di opporsi al provvedimento stesso. Questa comunicazione può essere generica, non dovendo indicare le ragioni per cui l’interessato ritiene il provvedimento illegittimo;
  • entro 180 giorni dall’invio della predetta contestazione, a mezzo del proprio avvocato, deve depositare il ricorso in tribunale rivolto a impugnare il provvedimento disciplinare o il licenziamento. 
 
Pubblicato : 28 Aprile 2023 09:00