Come cancellarsi dalle liste dei cattivi pagatori?
Scopri come verificare e rimuovere il tuo nome degli elenchi della Crif o della Centrale Rischi dei cattivi pagatori, evitando conseguenze negative sul credito.
Essere etichettati come “cattivi pagatori” può avere ripercussioni serie sulla tua capacità di ottenere finanziamenti in futuro. Queste liste sono gestite da società private come il CRIF, che raccoglie dati sui comportamenti di pagamento dei consumatori (non solo quelli “negativi”, come la morosità, ma anche quelli virtuosi come l’adempimento e l’estinzione del debito). Insieme alla CRIF c’è poi la Centrale Rischi Interbancaria, che fa capo alla Banca d’Italia. Vediamo allora come cancellarsi dalle liste dei cattivi pagatori e come ci si finisce.
Vediamo come si può finire in queste situazioni e, soprattutto, come cancellarsi.
Come si finisce nella lista dei cattivi pagatori?
Puoi finire nell’elenco dei cattivi pagatori per vari motivi, come il ritardo o la mancata pagamento di rate di un finanziamento o di un mutuo. Questi dati negativi, purtroppo, influenzano la valutazione della tua affidabilità finanziaria.
In CRIF però finiscono anche le richieste e le concessioni di prestiti. Difatti tali informazioni servono a fornire lo stato di indebitamento di una persona ai fini della valutazione della sua potenziale solvibilità. A tali banche date accedono infatti gli intermediari finanziari ogni volta che viene presentata loro una richiesta di finanziamento da parte di un privato o di una azienda.
Cosa fare se si finisce bella banca dati dei cattivi pagatori?
Il primo passo per risolvere la situazione è verificare che le segnalazioni negative non siano frutto di errori. Un pagamento effettuato in tempo, ma registrato in ritardo, oppure un disguido rapidamente risolto (come ad esempio il mancato “allaccio” del RID), possono essere rettificati contattando direttamente la società che ha concesso il credito, chiedendo la rimozione del proprio nominativo dal CRIF.
La legge prescrive poi di inviare al debitore una comunicazione preventiva al fine di dargli la possibilità di ravvedersi e saldare il dovuto. Numerose sentenze hanno stabilito l’illegittimità dell’iscrizione nelle black list in assenza della prova dell’avviso. Sul punto però la giurisprudenza è mutata. Si segnala a riguardo la decisione dell’ABF n. 4519 del 10 maggio 2023, riguardante una segnalazione a sofferenza in Centrale Rischi di Banca d’Italia, effettuata senza un preavviso. In tale ipotesi il Collegio ha sancito che «l’invio ex art. 125, comma 3, Tub della informativa di imminente segnalazione in Centrale Rischi non costituisce un presupposto di legittimità della segnalazione ma l’adempimento di un obbligo di trasparenza, la cui violazione può dar luogo soltanto alla tutela risarcitoria in favore della parte lesa».
Debito pagato in ritardo: quando si viene cancellati dalle liste dei cattivi pagatori?
Se i problemi di pagamento derivano da reali difficoltà economiche, la situazione è più complessa.
In caso di ritardi su un massimo di due rate, con applicazione degli interessi moratori, la cancellazione avviene automaticamente dopo un anno dalla comunicazione del saldo, purché le rate successive siano state pagate regolarmente.
Per ritardi su più di due rate, il termine si estende a due anni, con la stessa condizione sul pagamento regolare delle rate successive.
Debito mai pagato: quando si viene cancellati dalle liste dei cattivi pagatori?
Nel caso invece di finanziamenti che non sono mai stati pagati, anche se il dato si cancella in automatico dal Crif dopo 36 mesi, l’onta di cattivo pagatore non viene sanata e viene trasferita su un altro canale: un’altra banca dati: l’albo (o registro) dei cattivi pagatori Crif. Questo perché chi non rimborsa un finanziamento o un mutuo, viene iscritto al Crif e può iniziare un’azione giudiziaria nei suoi confronti e la pratica spesso viene passata ad agenzie di recupero crediti. La prescrizione della segnalazione è di 5 anni.
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