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Come accedere al servizio online Sugi?

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(@carlos-arija-garcia)
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I dipendenti pubblici che devono incassare il Tfr/Tfs sono obbligati a inserire o modificare via web il proprio codice Iban. Ecco cosa bisogna fare.

I lavoratori che hanno lasciato la Pubblica amministrazione perché giunti alla pensione o per qualsiasi altro motivo e sono in attesa de Tfr/Tfs devono sapere che il trattamento di fine rapporto o di fine servizio non arriva «in automatico» se non si inserisce l’Iban nell’apposito servizio messo a disposizione dell’Inps. Si tratta del Sugi, il Sistema unico di gestione. Come si accede al servizio online Sugi?

L’ex dipendente pubblico riceve una comunicazione via SMS o per e-mail, dopodiché deve:

  • collegarsi al sito dell’Inps (inps.it);
  • accedere alla sezione «Prestazioni e servizi»;
  • cliccare su «Prestazioni»;
  • entrare in «Sugi».

A questo punto, e per poter accedere al servizio online Sugi in modo da inserire, confermare o modificare il proprio Iban, è necessario utilizzare l’identità digitale, cioè:

  • Spid;
  • Carta d’identità elettronica;
  • Carta nazionale dei servizi.

Una volta entrati nel servizio Sugi, bisogna:

  • cliccare su «Nuova richiesta»;
  • controllare i dati anagrafici;
  • indicare il tipo di accredito (conto corrente bancario o postale, carta di credito prepagata con Iban, libretto postale con Iban);
  • inserire in codice Iban;
  • prendere visione dell’informativa sulla privacy ed accettare il trattamento dei dati;
  • inviare la richiesta online per consentire all’Inps il pagamento del trattamento di fine rapporto o di fine servizio.

È anche possibile effettuare tutta questa procedura rivolgendosi ad un patronato.

L‘Inps ha precisato a suo tempo in un apposito messaggio [1] che solo in questo modo verrà completata la pratica che consente in pagamento del Tfr/Tfs. Il che significa che se non viene indicato o modificato l’Iban, l’ex dipendente pubblico non riceverà quanto gli spetta.

Nel messaggio, infatti, si legge che «gli adempimenti sopra descritti sono necessari per il completamento dell’iter di lavorazione della pratica di Tfs/Tfr, al fine di consentire all’Inps l’erogazione della prestazione nel rispetto dei termini di pagamento previsti dalla normativa vigente».

Quindi, precisa ancora l’Istituto, «a seguito della comunicazione inviata via e-mail e/o SMS al cittadino, quest’ultimo, direttamente o tramite un Istituto di patronato, dovrà inserire o modificare l’Iban attraverso il citato servizio con riferimento alla pratica Tfs/Tfr o alla relativa rata, esposta nell’apposita sezione del Sugi».

Quando arriva il Tfs/Tfr ai dipendenti pubblici?

I tempi di liquidazione del trattamento di fine rapporto o di fine servizio ai dipendenti pubblici dipendono dal motivo per cui viene richiesto. Nello specifico, e secondo quanto comunicato dall’Inps [2], la prestazione viene erogata:

  • entro 105 giorni in caso di disabilità o morte del lavoratore;
  • entro 12 mesi in caso di raggiungimento del limite di età o di servizio (in pratica, in caso di pensionamento);
  • entro 24 mesi in altri casi, come dimissioni volontarie o licenziamento.

Sui tempi di erogazione l’Inps chiarisce, inoltre, che si aggiungono 90 giorni relativi agli adempimenti istruttori, nel corso dei quali non maturano gli interessi di mora.

Come viene pagato il Tfr/Tfs dei dipendenti pubblici?

È sempre l’Inps a comunicare che il pagamento del Tfr/Tfs dei dipendenti pubblici può essere pagato in uno di questi modi:

  • in un’unica soluzione, se l’ammontare complessivo lordo è pari o inferiore a 50.000 euro;
  • in due rate annuali, se l’ammontare complessivo lordo è superiore a 50.000 euro e inferiore a 100.000 euro;
  • in tre rate annuali, se l’ammontare complessivo lordo è pari o superiore a 100.000 euro.
 
Pubblicato : 13 Maggio 2023 10:00