Codice rosso: la protezione contro stalking e maltrattamenti
Cos’è e come funziona la procedura d’urgenza che consente alle forze dell’ordine di intervenire tempestivamente nel caso di violenza di genere e familiare?
L’esperienza insegna che ci sono reati per i quali non bisogna perdere un solo istante: un intervento poco tempestivo da parte della polizia potrebbe mettere a rischio l’incolumità della persona offesa. È per questo motivo che, già da qualche anno, la legge ha previsto una particolare procedura d’urgenza destinata a tutelare le vittime di alcuni reati. Si tratta del cosiddetto Codice rosso, cioè della protezione contro stalking e maltrattamenti. Vediamo in breve cos’è e come funziona.
Cos’è il Codice rosso?
Il “Codice rosso” è una procedura d’urgenza contro la violenza di genere e quella familiare. È stata introdotta nel 2019 [1] per contrastare il femminicidio e tutte le altre forme di prepotenza nei riguardi soprattutto delle donne.
Cos’è la violenza di genere?
Per “violenza di genere” si intende ogni tipo di violenza, da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dallo stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguarda un vasto numero di persone discriminate in base al sesso.
Per quali reati si applica il Codice rosso?
Secondo la legge, sono annoverabili nel Codice rosso i seguenti delitti:
- maltrattamenti contro un familiare o un convivente;
- violenza sessuale (anche di gruppo oppure su minori);
- stalking;
- revenge porn;
- lesioni personali gravi;
- sfregio del viso (reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso).
Affinché scatti la procedura d’urgenza occorre però che tali reati siano commessi nell’ambito della violenza di genere oppure di quella familiare.
Ad esempio, lo stalking commesso da uno sconosciuto o da un amico non può essere trattato con l’urgenza tipica del Codice rosso, al contrario di quanto avverrebbe se lo stalker fosse un ex compagno oppure un familiare. Di tanto si parlerà nell’ultimo paragrafo.
In cosa consiste il Codice rosso?
Il Codice rosso obbliga le forze dell’ordine a dare priorità ai reati visti nel precedente paragrafo. Ciò significa che, in presenza di uno di essi, la polizia dovrà attivarsi tempestivamente, dandone immediata notizia al pubblico ministero.
Per essere più precisi, il Codice rosso funziona così. Una volta ricevuta la denuncia/querela, la polizia deve immediatamente comunicare la notizia di reato alla Procura competente, anche oralmente (ad esempio, con una telefonata).
Il pubblico ministero, ricevuta la querela dalla polizia giudiziaria, ha tre giorni di tempo per assumere informazioni direttamente dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato.
Così facendo, il pm potrà valutare fin da subito se sussistono gli estremi per chiedere al giudice l’emissione di una misura cautelare (tipo l’allontanamento da casa o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima).
Il termine di tre giorni può essere prorogato solamente in presenza di comprovate esigenze di tutela di minori o della riservatezza delle indagini, pure nell’interesse della persona offesa.
A prescindere dalla valutazione in merito all’applicazione di una misura cautelare, il pubblico ministero delega le indagini agli organi competenti, avvertendoli che le investigazioni devono avvenire senza ritardo.
In pratica, il Codice rosso favorisce non solo la maggiore speditezza delle indagini, ma anche l’intervento diretto del pubblico ministero, il quale è tenuto a convocare in brevissimo tempo la persona offesa oppure il denunciante (se persona diversa).
Ecco spiegato il perché della denominazione: anche nel settore investigativo e giudiziario si può ricorrere ad una sorta di codice rosso per gestire gli allarmi, sulla falsariga di quanto accade in pronto soccorso per le emergenze sanitarie.
Maltrattamenti e stalking: quando non c’è Codice rosso?
Come anticipato in precedenza, non sempre i maltrattamenti e lo stalking rientrano nel Codice rosso: è fondamentale, infatti, che tali reati siano riconducibili all’interno di un episodio di violenza di genere oppure familiare.
Ad esempio, non c’è alcun Codice rosso se i maltrattamenti avvengono a scuola oppure se lo stalking si verifica tra persone non legate da alcun vincolo: in ipotesi del genere, infatti, tali condotte, pur costituendo reato, non rientrerebbero nei concetti di violenza domestica o di genere.
Al contrario, si pensi all’ex che tormenta la compagna oppure al suocero che telefona continuamente al genero per minacciarlo a seguito della causa di separazione intrapresa con la figlia: in ipotesi del genere lo stalking rientrerebbe nel Codice rosso perché manifestazione di una forma di violenza di genere o domestica.
Per ulteriori approfondimenti su questo specifico tema, si legga l’articolo dal titolo Stalking: quando è codice rosso?
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