Chiusura delle Partite Iva inattive e sospette
Chiusura obbligata per le Partite Iva inattive e controlli su quelle aperte e chiuse in breve tempo: i reparti della Finanza sono già in movimento.
La Guardia di Finanza sta aumentando i controlli sulle partite IVA che sembrano essere utilizzate per frodi fiscali. Questo si concentra particolarmente sulle aziende che aprono e chiudono rapidamente le loro partite IVA, una pratica nota come “apri e chiudi“.
Pertanto il Ministero ha inviato nuove direttive ai reparti delle Fiamme Gialle per chiudere ufficialmente le partite IVA sospette, anche se i titolari hanno già segnalato la cessazione delle loro attività negli ultimi dodici mesi.
Misure preventive e sanzioni
La legge di bilancio ha introdotto misure preventive come la richiesta di una garanzia di 50.000 euro per coloro che vogliono riaprire una partita IVA dopo la chiusura, oltre a una sanzione di 3.000 euro per chi viene trovato colpevole di utilizzare partite IVA per frodi.
Procedura di comunicazione con l’Agenzia delle Entrate
Dopo aver analizzato i casi sospetti, i reparti della Guardia di Finanza devono informare l’Agenzia delle Entrate sulla chiusura ufficiale delle PPrtite IVA, anche se il titolare ha già comunicato volontariamente la chiusura.
Obblighi e tempistiche nella comunicazione
La comunicazione alla Direzione delle Entrate deve rispettare certi criteri e tempistiche, come la notifica della chiusura entro dodici mesi dalla cessazione dell’attività, e deve includere le ragioni dettagliate per la chiusura, riferendosi anche a eventuali indizi di frode.
Chiusura delle partite IVA inattive
La nuova stretta prevede anche la chiusura delle Partite IVA che non hanno avuto attività di impresa o di lavoro autonomo negli ultimi tre anni. Questa operazione è semplificata dall’incrocio automatizzato dei dati, come le fatture elettroniche e le liquidazioni periodiche, gestite direttamente dall’Agenzia delle Entrate.