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Chi riceve una donazione in denaro deve pagare le tasse?

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(@angelo-greco)
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Scopri se chi riceve una donazione in denaro deve pagare le tasse, quali sono le eventuali imposte da considerare e come gestire al meglio una donazione monetaria.

Ricevere una donazione in denaro può rappresentare una grande opportunità, ma è importante conoscere le implicazioni fiscali e normative che ne conseguono. Difatti, in alcuni casi, l’Agenzia delle Entrate potrebbe chiedere il conto e imporre una tassazione sulle somme ricevute. Ciò fortunatamente non avviene sempre.

In questo articolo, scopriremo se chi riceve una donazione in denaro deve pagare le tasse, quali sono le imposte da considerare e come gestire al meglio una donazione monetaria.

Le donazioni in denaro sono tassate in Italia?

In Italia, le donazioni in denaro sono soggette a tassazione. La legge prevede l’applicazione dell’imposta sulle donazioni, che varia a seconda del grado di parentela tra donante e donatario. 

Ecco come si articola l’imposta sulle donazioni.

Grado di parentela

Aliquota

Franchigia

Coniuge 4% 1.000.000 euro
Genitori, figli 4% 1.000.000 euro
Nonni, nipoti 4% 1.000.000 euro
Fratelli, sorelle 6% 100.000 euro
Zii, nipoti (collaterali) 6% Nessuna
Altri parenti 8% Nessuna
Estranei 8% Nessuna

Attenzione: se il beneficiario della donazione è un soggetto portatore di handicap, si applica una franchigia di 1.500.000 euro mentre l’aliquota dipende dal grado di parentela per come appena visto nel precedente schema.

Esempi pratici

Poniamo il caso di Tizio che riceve una donazione in denaro di 1.500.000 euro dai suoi genitori. In questo caso, Tizio dovrà pagare l’imposta sulle donazioni al 4% sulla somma eccedente 1.000.000 euro, ovvero su 500.000 euro.

Ecco altri esempi di calcolo delle tasse sulle donazioni in base ai diversi gradi di parentela e agli importi donati:

  1. un padre dona a sua figlia 500.000 euro: Grado di parentela: genitori-figli – Franchigia: 1.000.000 euro – Importo donato: 500.000 euro – In questo caso, non ci sono tasse da pagare poiché l’importo donato è inferiore alla franchigia.
  2. Una zia dona a suo nipote (figlio di sua sorella) 150.000 euro: Grado di parentela: zii-nipoti (collaterali) – Franchigia: Nessuna – Importo donato: 150.000 euro – In questo caso, le tasse saranno calcolate al 6% su 150.000 euro, ovvero 9.000 euro.
  3. Un’amica dona a un’altra amica 50.000 euro: Grado di parentela: estranei – Franchigia: Nessuna – Importo donato: 50.000 euro – In questo caso, le tasse saranno calcolate al 8% su 50.000 euro, ovvero 4.000 euro.

Donazioni che non sono tassate

Dallo schema che abbiamo appena visto, è possibile dedurre su quali donazioni non si pagano le tasse:

  • le donazioni fatte tra coniugi o ascendenti e discendenti (quindi, tra genitori, figli, nonni e nipoti) di valore fino a 1 milione di euro: superata questa soglia, l’imposta è del 4% sull’eccedenza di valore. Così, su una donazione di 1.500.000 euro si versa il 4% di 500.000 euro;
  • le donazioni fatte tra fratelli e sorelle di valore fino a 100.000 euro; oltre tale tetto l’imposta è del 6%;
  • le donazioni fatte in favore di portatori di handicap fino a 1.500.000 euro. Oltre la soglia, scatta un’aliquota variabile (4% se si tratta di ascendenti o discendenti; 6% se si tratta di fratello o sorella o altri parenti fino al 4° grado, affini in linea retta e affini in linea collaterale fino al 3° grado; 8% in tutti gli altri casi).

In quali altri casi non si pagano tasse sulla donazione?

Esistono altri due casi in cui la donazione non è soggetta a tassazione:

  1. donazione di valore modico;
  2. donazioni indirette.

Quanto alle donazioni di modico valore, si tratta di quelle che non richiedono l’atto  notarile. Secondo la circolare n. 3/2018 dell’Agenzia delle Entrate, tali donazioni non sono soggette a imposizione fiscale.

Quale sia il “modico valore” non è indicato dalla legge. Bisogna allora rifarsi a un criterio soggettivo: si tratta delle donazioni che implicano un sostanziale impoverimento per il donante, in relazione alle sue possibilità economiche.

Le donazioni indirette sono invece quelle il cui scopo non è regalare il denaro in sé ma un bene specifico per il quale il denaro serve per corrispondere il relativo prezzo. Si pensi al caso del padre che, volendo regalare una casa al figlio, paghi direttamente il venditore oppure bonifichi sul conto del figlio il prezzo che questi dovrà successivamente versare al venditore.

Quando e come si paga l’imposta sulle donazioni?

L’imposta sulle donazioni deve essere versata entro il termine di 30 giorni dalla data in cui viene ricevuta la donazione. Il versamento può essere effettuato tramite il modello F23, disponibile presso gli uffici postali, le banche e online sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

La donazione in denaro è soggetta all’IRPEF?

La donazione in denaro non è considerata un reddito e, pertanto, non è soggetta all’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche). Tuttavia, se il denaro ricevuto viene investito o impiegato in attività produttive, gli eventuali redditi derivanti da tali investimenti o attività saranno soggetti all’IRPEF secondo le regole generali.

Restano fermi però i principi che abbiamo esposto sopra in merito all’applicazione della imposta sulle donazioni.

Esistono limiti alle donazioni in denaro?

In Italia non esistono limiti legali alle donazioni in denaro tra privati. Tuttavia, è importante considerare le eventuali implicazioni fiscali e le norme antiriciclaggio. Per importi superiori a 5.000 euro, infatti, è necessario effettuare la transazione tramite bonifico bancario o altri strumenti tracciabili, in modo da garantire la trasparenza dell’operazione.

Cosa succede se non si dichiara una donazione in denaro?

Se una donazione in denaro non viene dichiarata al fisco, si rischia di incorrere in sanzioni pecuniarie di carattere amministrativo e interessi di mora. Nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate dovesse scoprire la mancata dichiarazione, il donatario potrebbe essere chiamato a versare l’imposta sulle donazioni dovuta, oltre alle sanzioni e agli interessi di mora previsti dalla legge.

La donazione in denaro può essere revocata?

Una donazione in denaro può essere revocata solo in casi specifici previsti dalla legge, come ad esempio l’ingratitudine del donatario nei confronti del donante, la scoperta di nuovi figli del donante o la sopravvenienza di bisogni del donante che lo rendano incapace di provvedere al proprio sostentamento. La revoca della donazione può essere richiesta attraverso un’azione legale e, in caso di accoglimento, il donatario sarà tenuto a restituire la somma ricevuta.

 
Pubblicato : 13 Aprile 2023 06:00